Capitolo 49

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"Ti aspettiamo qui." Cher disse, con un piccolo sorriso sulle labbra, afferrando la mano di Carter. "Io non credo di farcela ancora..." mormorò poi, guardandomi dispiaciuta. Scossi la testa, e tirai su un sorriso. "Non preoccuparti, Cher." La rassicurai.

Lei mi sorrise riconoscente in risposta, e così mi avviai verso l'entrata. Il cimitero in cui c'era Carter era molto grande, e sebbene fosse mattina inoltrata, sembrava non esserci nessuno. La calma e il silenzio regnava quel posto, intrisa di malinconia e lacrime perse nel vento.

Sebbene fosse la prima volta che ci mettessi piede dopo il giorno del funerale, ricordavo perfettamente dove andare, e infatti raggiunsi la lapide di mio fratello nell'arco di due minuti. Vedere la sua foto su quel pezzo di marmo fu un duro colpo al cuore, che mi spinse ad inginocchiarmi davanti ad essa e sorridere malinconica. Accarezzai impercettibilmente il volto per sempre giovane di mio fratello, e sentii immediatamente la mancanza del suo sorriso, capace di illuminare l'intera stanza in cui si trovava. Accanto alla lapide, giaceva un vaso con dentro dei fiori ormai rinsecchiti, che mi apprestai a cambiare con quelli che avevo portato. Quella, ormai, era l'unica carineria che potevo permettermi di fare per lui.

"Ehi, fratellone." Sussurrai, con un piccolo sorriso sulle labbra. Lo guardavo negli occhi, consapevole che non si sarebbe mosso di un solo centimetro, ma almeno così non mi sembrava di parlare al vento. "Sono cambiate tante cose in questi sei anni, sai?" Iniziai, inclinando la testa di lato. Gli occhi si inumidirono all'istante, ma mi vietai di piangere ancora. "Ho un figlio, ora. È nato dopo che io e Cher ci siamo trasferite in Italia. È la tua esatta fotocopia, accidenti." Mi lasciai andare ad un sorriso mesto, scuotendo la testa. "Il pensiero che possa essere il figlio di Thomas mi fa venire da vomitare ogni volta che ci penso, ma è mio figlio e gli voglio un bene dell'anima. Gioca anche lui a basket, sai? L'ho detto che è identico a te."

Serrai le labbra tra loro, arrivata al punto di essere incapace di parlare senza scoppiare a piangere. "Mi manchi, Carter." Sussurrai, afferrando tra le mani i fili d'erba ormai cresciuta che circondavano la sua lapide, consapevole che quello fosse il contatto più stretto che potessi avere con lui. "Non c'è giorno in cui io non ti pensi. Ti immagino ormai laureato, a lavorare in ospedale accanto ad Andrew. Vi vedo in competizione per prendere il voto più alto all'esame di tirocinio, e mi consolo così. Immaginando che tu non sia davvero morto e che io non stia davvero parlando ad un pezzo di pietra, con sopra inciso il tuo nome e con la tua foto appesa."

"Da quando sei andato via non siamo più gli stessi, sai? Hai lasciato un vuoto troppo grande, nessuno sa come uscirne. Sono passati sei anni ma io non so ancora come affrontare una vita senza di te. Cerco di convincermi che un giorno mi sveglierò, in una notte di tempesta, e tu sarai lì al mio fianco a stringermi. Ma quel giorno non arriva mai." A quel punto, le lacrime crollarono giù dai miei occhi, così come il mio umore. Quasi sentii il rumore del mio cuore, schiantandosi a terra e distruggendosi in mille pezzi. "Ho provato a far finta che sia tutto apposto, che sia tutto come sei anni fa, ma la tua assenza non passa mai in secondo piano. E se proprio dovessi andare via davvero da noi, vorrei solo un minuto in più per stringerti tra le mie braccia e vederti un'ultima volta. Vorrei che il mio ultimo ricordo di te non sia il tuo volto coperto di sangue, ma il tuo sorriso e la tua voglia di conquistare il mondo."

Ormai senza forze, mi sollevai a fatica da terra, cercando di ottenere un equilibrio già precario di mio. Incrociai le braccia al petto e mi lasciai andare ad un sorriso. "Vorrei che tu fossi qui a dirmi cosa farne della mia vita, perché non so gestirla. E vorrei che Carter conoscesse suo zio e che ti amasse anche il doppio di quanto facevo, e farò per sempre io." Lasciai un'ultima carezza sul volto di mio fratello, con un sorriso mesto. "Sei la mia metà, Carter. Ed ora quel posto resterà vuoto per sempre."

Born to be yoursWhere stories live. Discover now