Capitolo 35

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La mia vita sembrava essere migliorata notevolmente: avevo passato con pieni voti la mia settimana di esami, come Andrew, Carter e Cher. Fortunatamente eravamo usciti vivi e soddisfatti dalla nostra prima sessione, contro ogni nostra aspettativa.

I giorni volavano veloci, e prima che me ne rendessi conto, la primavera giunse su New York, portando colore e vita alla città. Finalmente respiravo un clima che si avvicinava a quello di Los Angeles, le giornate erano più calde e le bufere ormai terminate. Potevo accantonare i maglioni di lana e le lunghe giornate passate sotto le coperte al caldo.

La relazione con Andrew, invece, contro le aspettative di chiunque sembrava procedere a gonfie vele: i nostri battibecchi erano frequenti come sempre, del resto eravamo pur sempre noi; ma non c'era più la voglia di ferirci a vicenda, ma quella di amarci ogni giorno sempre di più. Stavo così bene che mi sembrava assurdo provare quelle sensazioni solo ora: se solo avessi aperto prima gli occhi, probabilmente mi sarei risparmiata anni chiusa in me stessa, e avrei affrontato meglio i miei problemi. A poco a poco, Andrew era entrato nella mia vita e mi aveva costretta ad amarlo con i suoi sorrisi, le sue battutacce, e la sua voglia di non sprecare neanche un momento della sua vita lontano da me.

"Non lo farai davvero!" Disse il ragazzo, corrugandosi in un cipiglio. Io, dal mio canto, me ne stavo seduta con le braccia incrociate al tavolo della mensa, guardandolo con aria torva.

"Oh, lo farò eccome!" Sorrisi malefica, stringendomi nelle spalle.

"Tre mesi sono troppi! Ti ho solo cancellato uno stupido gioco dal telefono!" Andrew disse, seriamente preoccupato che potessi lasciarlo tre mesi senza sesso. Dentro di me volevo solo scoppiare a ridere, ma in fondo ero abbastanza seria. Insomma, ero arrivata quasi alla fine di quel gioco, e lui che faceva? Me lo cancellava!

"Ah, facciamo quattro?" Gli dissi, in un ringhio.

"Aiutatemi, per favore." Andrew pregò in un sussurro, rivolgendo lo sguardo a Carter e Cher, che ci guardavano allibiti.

"A me non dispiacerebbe se mia sorella si desse alla castità." Disse il mio gemello, meritandosi un mio sorriso d'intesa.

"Cher, tu puoi aiutarmi davvero." Andrew disse allora, quasi mettendosi in ginocchio ai suoi piedi.

"Era arrivata al livello 543." Disse lei, scrollando le spalle e imboccandosi con una patatina. "Io ti avrei lasciato 543 giorni in astinenza."

Andrew strabuzzò gli occhi, battendo le palpebre allibito. "Ci rinuncio." Sbuffò alla fine, sbracciandosi al cielo. "Sarai tu a strisciare ai miei piedi, un giorno." Mi puntò poi un dito contro. Mi stavo divertendo da pazzi.

Stetti quasi per prendere un morso dell'hamburger che avevo davanti al naso, quando con la coda dell'occhio vidi Carter e Andrew alzare all'unisono lo sguardo e puntarlo verso una ragazza, che passò accanto il nostro tavolo, per uscire dalla mensa. O meglio, sul suo fondoschiena. Quando fu fuori dalla loro vista, si lanciarono uno sguardo di intesa.

Carter rinsavì quando Cher gli diede uno schiaffo dietro la nuca, che gli fece andare di traverso il pezzo di hamburger che stava per ingoiare. Andrew, invece, voltò lentamente - allarmato anche, aggiungerei - la testa verso di me, e quando si accorse che lo stavo guardando impassibile, tirò su un sorriso colpevole e si grattò la nuca.

"Va beh, facciamo cinque." Mormorai con una scrollata di spalle, al che Andrew sobbalzò sul suo stesso posto, e strisciò con il sedere sulla panca di più verso di me, fin quando le nostre cosce non si toccarono.

"Tu lo sai che sei la ragazza più bella che abbia mai visto?" Disse, con l'aria da leccaculo e un sorriso che avrei voluto tirar via dal suo viso a pugni.

Born to be yoursWhere stories live. Discover now