Capitolo 36

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Passeggiavo nella mia stanza, guardandomi intorno quasi accigliata. Non la sentivo più tanto mia, forse perché ormai consideravo la mia vera stanza quella che avevo al college. Le pareti, cosparse da diverse fotografie e polaroid, raccontavano storie che a me sembravano così distanti da quello che ero ora.

Nostra madre sarebbe tornata il giorno seguente, così pensai che forse un ritocco alla stanza era proprio quello che serviva. Avrei messo tutto apposto e si, avrei pitturato di nuovo le pareti, con un colore che magari ora sentivo più mio. Quel lilla sembrava non appartenermi più.

Così, dopo essermi diretta in centro ed aver comprato un nuovo barattolo di vernice, indossai una vecchia salopette e mi preparai al mio duro lavoro. Iniziai con lo svuotare tutti i cassetti della scrivania per ripulirli dalle cose ormai futili, tipo appunti di scuola o vecchi quaderni.

Qualcosa, però, in fondo al cassetto, attirò la mia attenzione. Ricordavo alla perfezione cosa fosse, però mi ricordai di averlo solo quando lo afferrai tra le mani. Era un vecchio diario, lo avevo comprato quando avevo quindici anni e per tre anni circa era stata la mia unica salvezza. Scrivevo e disegnavo qualsiasi cosa mi passasse per la testa.

"Cosa fai?" Qualcuno chiese alle mie spalle, facendomi sobbalzare. Mi voltai sopraffatta dai miei pensieri, lasciandomi andare in un sorriso quando riconobbi la scura chioma di Andrew.

"Metto a posto." Chiarii, facendo un passo verso di lui. Andrew incastrò le dita nei passanti della mia salopette e si chinò leggermente per lasciarmi un bacio sulle labbra. "Non mi piace più questa stanza."

"Ci passerai meno di tre mesi." Disse invece lui, al che io scrollai le spalle.

"Ho intenzione di verniciare." Mi voltai di spalle, poggiando la schiena sul suo petto e permettendogli di avvolgermi la vita con le sue grosse braccia. Strinsi istintivamente di più il diario che avevo tra le mani, stringendolo al petto, mentre Andrew sembrò notarlo solo allora.

"Cos'hai lì?" Mi chiese, io lanciai una rapida occhiata al diario e non riuscii a fare a meno di sorridere.

"Un vecchio diario. Avevo dimenticato di averlo."

Andrew mi accarezzò un fianco e poggiò il mento sulla mia testa. Senza pensare a cosa avessi potuto davvero aver scritto, lo aprii ed iniziai a sfogliarlo. Le pagine erano macchiate di tempere, pastelli, colori vari. Ogni tanto compariva qualche scritta, forse qualche mio pensiero o citazione; ma a padroneggiare quelle pagine erano di sicuro i disegni. Nella mia tenera età adoravo dipingere, qualsiasi cosa mi passasse per la testa la immortalavo su quei fogli ormai ingialliti dal tempo.

"Cavolo. Sei davvero brava, Cris." Andrew mormorò sulla mia testa. Sorrisi ed istintivamente mi strinsi di più a lui.

"Avevo dimenticato anche questo." Sospirai, poggiando la testa nell'incavo del suo collo. "Con tutto quello che mi è successo, ho completamente smesso di disegnare."

La presa di Andrew si saldò sui miei fianchi, prima che mi voltasse verso di lui e mi accarezzasse il viso. "Potresti ricominciare ora."

Scrollai le spalle, sbuffando una risata. "Ricordo a malapena come si fa."

"Eri così brava che dubito tu non sappia più farlo." Poi si guardò intorno, e sorrise genuinamente. "Guarda quanta tela hai a disposizione."

Lanciai uno sguardo alle pareti, e non riuscii a fare a meno di sorridere. "Forse hai ragione." Mi sollevai sulle punte e gli lasciai un bacio sulle labbra, che lo fece sorridere.

"Sono proprio curioso di vedere quel che farai."

"Innanzitutto dovresti aiutarmi." Gli dissi, guadagnandomi una sua occhiata torva.

Born to be yoursWhere stories live. Discover now