RECENSIONE: The raining man

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Prima di iniziare devo dire una cosa: questa storia è stata davvero difficile da recensire. Con questo non voglio dire che sia stata una brutta storia, l'esatto contrario, ma mi sono ritrovato a non sapere come prendere certe... peculiarità. Adesso mi spiego meglio.

Oggi parleremo di The raining man, scritto da Dezareu. La recensione riguarderà la storia sino a "Capitolo 5 - Ciò che non sono", che è l'ultimo capitolo pubblicato,

La storia parla di Matteo, un uomo che soffre di alcolismo e vari disturbi mentali, nella sua discesa verso il baratro della follia. Proprio a causa di questo la struttura della storia non risulta lineare, perdendosi spesso in divagazioni, cambi improvvisi di location e altro. Tutto all'interno della storia è strutturato, o meglio destrutturato, in modo da farci provare lo stesso stato confusionale del protagonista. Questo, a livello grammaticale e sintattico, si traduce in una certa difficoltà per me di individuare cosa sia un errore e cosa no. Per carità, ci sono alcuni errori che sono tali e andrebbero corretti, tipo  "rindondò" invece di "ridondò" e "disseminato" usato in maniera impropria, ma in molti casi certe scelte sono volute per creare un senso di straniamento. Un esempio? Nell'ultimo capitolo c'è un dialogo particolare tra Matteo e uno strano figuro. Quest'ultimo ad un certo punto dice "Non mi puoi catturare Matteo: io faccio parte della tua fantasia". Visto il contesto la prima cosa che ho pensato è che quel "Matteo" fosse un vocativo e, di conseguenza, che ci fosse un errore, dato che il vocativo va sempre messo dopo una virgola. Quando però ho chiesto l'autrice ha detto che quello non è un vocativo e, di conseguenza, l'intero senso della frase risulta sovvertito. In realtà la frase risulta strana e sconnessa in questo modo, ma, vista la dimensione molto onirica della storia, può anche starci.

Anche la lunghezza delle frasi rientra in questo tipo di manipolazioni. Leggendo le altre recensioni avrete notato in molti casi che gli autori tendono ad allungare troppo le frasi, giustificandosi poi con la solita "una scelta di stile". Anche tu scrivi frasi lunghe e molto articolate, nel tuo caso però le frasi sono veramente una scelta di stile, dettata dalla tua volontà di rendere il racconto confuso quanto la testa del protagonista. Tuttavia da questo punto la situazione non è perfetta, spesso e volentieri esageri e rendi le frasi troppo strane e che fanno storcere il naso. Insomma, non hai mancato il bersaglio, ma sei finita nel cerchio esterno. Ti consiglio di lavorarci perché ci sono ampi margini di miglioramento.

Tornando alla trama... non c'è. O meglio, non per i capitoli attualmente presenti. Ce n'è solo un vago accenno, ma questi primi capitoli sono quasi interamente occupati dalla presentazione di Matteo e della sua famiglia attraverso voli pindarici, ricordi e scene quasi oniriche. Mi è dispiaciuto perché ci sono tanti spunti e domande che però non posso approfondire, essendo la storia solo all'inizio. 

Il personaggio di Matteo è molto interessante, un uomo prima bello e ammaliante che decade, oserei dire quasi marcisce, a causa della sua dipendenza da alcool e dalla schizofrenia. È molto reale, nonostante lui, con la realtà, abbia spesso poco a che fare. La sua figura risulta patetica, un uomo rinchiuso nella sua mente che non sa distinguere il vero dal falso, ma è anche un uomo brutale, violento verso la moglie e i figli, che disprezza tutto e tutti. Uno dei protagonisti più tridimensionali e originali che abbia visto su questa piattaforma. Anche la moglie, donna imbruttita dalla vita squallida che conduce, è stata un personaggio interessante. Non so se sono io che leggo troppo tra le righe, ma il fatto che hai calcato così tanto sul suo fatto che lei sia russa e la sua storia mi hanno fatto pensare che sia una metafora del popolo russo, che soffre un padre/stato potente e oppressivo, viene affascinata da un idea proveniente dall'occidente, la sposa e si ritrova di nuovo sottomessa. Non lo so, forse è un'idea un po' azzardata dato che il focus è un altro, ma in questo personaggio ci ho visto quello.

Per concludere, The raining man non è una storia adatta a tutti. Per comprenderla bisogna scavare a fondo e non ci si può fermare a quello che ci viene detto. Non è un'opera priva di difetti, e non fare l'errore di ritenere tutti quelli che non hanno apprezzato la storia stupido, o comunque non abbastanza intelligente per comprenderlo. Lo stile, per quanto voluto, deve essere molto migliorato per raggiungere il giusto equilibrio. Per questo ho deciso di lasciarla ascendere al Primo cielo. Spero che la recensione vi sia piaciuta. Mi scuso per il ritardo e la confusione. Buona giornata

Catone

La Divina GrammaticaWhere stories live. Discover now