RECENSIONE: Tempesta

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Flegias si risvegliò dal profondo sonno con un improvviso brivido lungo la schiena. Che l'Inferno si stia ghiacciando? Si domandò mentre si rigirava nel letto acquistato recentemente. "Fa bene alla pressione," gli avevano detto, anche se quella vendita sapeva di truffa a un miglio di distanza.
"Sono malato!" Si lagnava. "Morirò!" Gridava fin quando i recensori infernali non decisero di farla finita.
"Al lavoro!" Lo picchiò con il remo Caronte. "Alzati!"
"Va bene, va bene," frignò pieno di sonno. "Ve la leggo." E con uno sbadiglio iniziò il racconto di Tempesta.

Una pulzella, giovane e bella, si risveglia in mezzo al ghiaccio con nient'altro addosso che una camicia da notte. Sarebbe stata la fine per la giovinetta se non avesse sentito un gran caldo e non si fosse trasformata in una bestia sproporzionata. Ma ci interessa poco il riassunto, saltiamo direttamente all'analisi.

La storia è ambientata nel 2815 circa (l'anno, l'ho desunto tramite complicatissimi calcoli, perciò non sono precisi al minuto). Una violentissima tempesta congela in Siberia tutto quanto, animato o inanimato che sia, tranne il castello e i suoi abitanti.

Il contesto è di certo inatteso e originale ma la mia umile persona avrebbe decisamente gradito di vedere un po' più di coerenza per quanto riguarda i nomi, perché sono questi che saltano subito all'occhio: non sono infatti tutti figli della stessa cultura e se da un lato sembrano tipicamente russi dall'altro qualcosa stona. Ma se sui nomi si può beatamente sorvolare, sulla caratterizzazione no. Passi che i capitoli siano brevi e pochi, eppure ho come avuto l'impressione che dei momenti importanti per introdurre nuovi personaggi siano stati ignorati. La cena sarebbe stata ottima per una presentazione di gruppo, invece, si parla soltanto dello stato d'animo generale che avvolge i presenti, senza che però si conoscano i commensali.

I personaggi finiscono per esistere soltanto in funzione della storia e non si percepisce affatto la loro personalità che dovrebbe invece emergere, tanto più se alcuni di loro sembrano, per quanto si possa intravedere, interessanti e dotati di potenziale. Ma affinché lo si colga appieno, è necessario approfondirli, partendo dal loro background e dall'idea che possano esistere aldilà della storia raccontata. Per creare un personaggio il semplice nome non basta e un breve retroscena non guasterebbe affatto.

Il contesto è poco definito tanto che non ho compreso a che livello di civiltà ci troviamo. Propendo verso un'epoca simile al Medioevo perché l'acqua viene tratta dal pozzo e ci sono pure gli schiavi. Ironicamente, se la tendenza generale su Wattpad è sparlare di vestiti, in questo caso la direzione è opposta e non sappiamo neppure farci un'idea sul tipo di abiti portati.

A creare stupore e stordimento sono le condizioni mediche di Ivan.

Il povero fanciullo viene avvelenato e il veleno gli finisce nel polmone. Il lord viene così operato ma la sua convalescenza è a rischio, in quanto il medico non sa di che veleno si tratti. Lo stesso medico non esita ad affermare che molto probabilmente il paziente non vivrà a lungo.

In fondo comprendo il tentativo di voler creare suspense nel lettore e perfino una certa satira (forse), ma nella realtà che razza di dottore lo direbbe così schiettamente e senza nutrire egli stesso speranza nella guarigione? Una notizia simile la si comunica ai parenti, non all'ammalato lì su due piedi appena questi dischiude gli occhi.

Ma veniamo alla cura in sé. Capisco il fatto, non privo di logica, che bisogna stabilizzare il paziente. Naturale. Ma perché mai il medico decide di operare? Da vero ignorante, vi dirò, che ho pensato immediatamente a indurre il vomito (Aletto suggerisce di usare a tal fine l'olio di ricino) per poterlo lì per lì salvare, non certo a operare. Tra l'altro, come si fa a rimuovere il veleno con un'operazione senza sapere dapprima che danni ha causato: apriamo il paziente in due e lì cerchiamo?

Il dottor Flegias prescrive una lavanda gastrica come prima cosa, non guasterebbe poi annottare i sintomi per fare ricerche e conservare il dolce per analizzarlo. Ah, se nel Medioevo ci fosse stato Google, quanta gente avrebbe salvato!

Ci scontriamo con una situazione altrettanto inverosimile quando il signor Hond afferma che mentre il medico visita Ivan, lui, insieme ad altre persone, farà ricerche sul veleno. Una vera assurdità dato che il signor Hond non mi pare abbia alcuna esperienza coi veleni, che dire allora di altre persone. Mi domando inoltre per quale ragione in un intero castello ci sia un medico solo, specialmente in un luogo dove le bufere di neve sono frequenti. E se si ammalasse? Si curerebbe da solo?

Di fronte a certe lacune e situazioni un po' bizzarre c'è da dire che la storia è tutto sommato avvincente, se si considera esclusivamente la trama. Nonostante pochi capitoli pubblicati le vicende si susseguono velocemente e non mancano di attirare l'attenzione con l'imprevedibilità delle scene, anche se talvolta il ritmo mi è parso un po' troppo affrettato. La narrazione, fatta di periodi brevi e concisi, scorre fluentemente. Dal linguaggio si colgono capacità espressive buone, sebbene eviterei in futuro espressioni colloquiali nella narrazione. Pur tuttavia salta agli occhi la varietà del linguaggio e difatti non ho riscontrato problemi di ripetizioni sebbene fin troppo spesso si tenda a esplicitare il soggetto.

Qualche errore qua e là a parte, la grammatica non muove cause a lamentarsi. Ho notato però che diverse correzioni suggerite dai lettori sono state ignorate, perciò consiglio di prestarvi più attenzione.

Sul versante della punteggiatura ho segnalato l'uso della virgola non sempre corretto, ma questo è quanto.

Non ho ulteriori consigli e mi par di aver detto tutto. Sono disponibile nell'orario di lavoro dalle otto alle diciotto per qualsiasi chiarificazione.

Evito le riflessioni sulla trama e su particolari personaggi che, sebbene ancora poco definiti, sono pur sempre molto attivi e le loro vicende divertenti, spicca soprattutto la protagonista che dal carattere appare una vera e propria forza della natura, mutevole e indomabile come pochi. Non dico altro perché non ho sufficiente materiale per dilungarmi, potrei formulare ipotesi, certo, su come la trama potrebbe svilupparsi, ma a che servirebbe?

Detto ciò sicuramente state aspettando di scoprire in quale regione infernale o divina voglio spedire Tempesta. Ebbene, le premesse sono estremamente buone e la grammatica di certo priva di evidenti lacune, cionondimeno, per via dello scarno contesto e qualche illogicità difficile da spiegare, credo che il posto più appropriato sia il Purgatorio, almeno per ora.

Flegias

La Divina GrammaticaWhere stories live. Discover now