RECENSIONE: Fighting Fire

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La storia fantasy ha per protagonista Nemeria, una ragazzina in grado di evocare e controllare gli elementi. Ha un'affinità particolare con il fuoco ma per via della sua età e poca esperienza, le riesce ben poco a gestirlo.

Dopo un'introduzione che vede la presentazione della protagonista e di sua sorella maggiore, scoppia il disagio: la tribù di Nemeria, che pure si proteggeva con la magia, viene stanata da alcuni uomini apparentemente invincibili, che in pochissimo tempo sterminano tutta quanta la gente. Quando la sua terra viene attaccata dai nemici e tutti i suoi cari assassinati, Nemeria riesce a fuggire, ma non è chiaro perché sia l'unica a salvarsi dato che il portale si mantiene aperto per qualche tempo.

La vicenda è altamente disturbante: l'invasione avviene senza alcun preavviso cogliendo la gente completamente impreparata. Il fatto che apparentemente i nemici siano intoccabili aggiunge maggior disagio: il tutto si trasforma in un incubo, irreale e drammatico che travolge in pochi attimi un intero mondo e ricorda che nessuno in realtà è al sicuro, neanche noi nelle nostra case, di notte, quando crediamo che niente ci potrebbe ferire.

La descrizione tanto delle scene che dei luoghi non è prolissa, ma di certo soddisfacente: vengono rappresentati con sentimento e realismo i momenti più drammatici, senza tralasciare la crudezza, la sofferenza e il realismo. L'azione si alterna a momenti di riflessione e di descrizione, in un equilibrio tutto sommato stabile che sospinge nella lettura senza renderla travagliata per il lettore.

L'inizio mi è parso un tantino sbrigativo, non per via del ritmo, ma per come il narratore si sia affrettato a introdurre la strage, senza lasciare il tempo di familiarizzare con i personaggi e con quel popolo tanto peculiare.

Ritorna un grande tema: la predestinazione. La bambina, apparentemente l'unica a salvarsi, pare essere destinata a grandi cose. Una fregatura insomma: non solo perde tutta la sua tribù, i suoi familiari, la casa da cui viene sradicata e proiettata in una città sconosciuta, ma dovrà pure sopravvivere e lottare per la sua vita, nel nome di chi è morto.

Eppure la situazione non gode di originalità: la protagonista perde i genitori in maniera violenta, si sente un'incapace e si sottovaluta anche se in realtà nasconde enormi poteri, un mago buono la protegge e la guida (l'elementale e la sacerdotessa), e soprattutto c'è una qualche profezia, la portavoce del destino, che l'ha scelta per compiere qualcosa che per ora non conosciamo (di solito salvare il mondo). Credo che sia un aspetto scoraggiante, ma finora l'unico che potrei biasimare.

Infine riporto l'attenzione sulla presentazione iniziale della storia ove si annuncia che Nemeria è una bambina come tante, se non fosse che (...). Mi permetto di dissentire, ma neppure all'inizio lo è, quando abita con la sua tribù. Sarebbe più opportuno dire allora che Nemeria sarebbe una bambina come tante altre.

I capitoli sono carichi emotivamente, i sentimenti sono ben espressi e rappresentati, si coglie un buon world building, neppure le descrizioni mancano e giungono nel momento e in maniera opportuna. Sebbene l'inizio perda qualcosa della sua originalità presentando una sequenza di avvenimenti estremamente tipica dei fantasy, vengono in soccorso a questa premessa peripezie interessanti che definitivamente restituiscono l'originalità alla storia e le fanno meritare l'accesso ai Divini Cieli del Paradiso.

La recensione è stata straordinariamente breve, ho poco da dire e soprattutto da criticare, perciò mi limiterò a fare i miei complimenti all'autrice: hai ottenuto un meritato successo.

Flegias

La Divina GrammaticaWhere stories live. Discover now