RECENSIONE: Flamestorm

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Flamestorm: A Marvel Story è una fanfiction che inserisce fra gli Avengers un altro personaggio: Flamestorm.

Jane è un'ibrida cresciuta insieme all'amico Robb da un'organizzazione criminale. Jane è stata convertita in un drago sputafuoco, ammaestrato grazie a uno speciale siero. Giustamente a Jane non va a genio di essere usata e orchestra la fuga insieme all'amico (il suo ruolo non mi è ben chiaro nell'architettare la fuga). Lo stato d'animo di Jane in quel frangente è ben descritto, visto e considerato che ne va della sua vita. Ma devo dire che ha una grande botta di fortuna, già a partire dal fatto che si trova a dover stendere un giovane inserviente, insicuro per giunta, che ingenuamente la lascia uscire. Perché poi, se procedono comunque con tutta calma? Tanto valeva lasciarla là dato che continua a raccogliere i vassoi come nulla fosse. E dicono che i giovani di oggi non abbiano voglia di lavorare. Beccatevi questa! In ogni caso, si tenga presente che nella struttura si stanno compiendo esperimenti illegali. Coloro che vengono assunti dovrebbero ricevere un minimo di addestramento e devono essere persone fidate, dal momento che potrebbero andare a spifferare tutto a chicchessia.

Jane è preoccupata per il suo amico. Racconta una storia strappalacrime su come li abbiano separati per timore che potessero insieme ribellarsi contro il giogo del grande capo. Questo lo sanno loro, ma lei come fa a essere certa dei motivi dietro alla loro separazione? Sono stati tanto premurosi da spiegarglielo, suggerendo pure l'idea della fuga? Jane e Robb si scambiano successivamente delle lettere segrete. Ed è sempre andato tutto liscio? Nessuno ha scoperto che si scambiavano le letterine sotto il naso del grande capo? Per chi volesse diventare un Supercattivo, tenga caro il mio suggerimento: se avete bisogno del personale, addestratelo bene, affidatevi alle agenzie se volete, ma non assumete gente dal cuore tenero che aiuterà dei ragazzini a rovinarvi i piani.

Giustamente i piani del grande capo colano a picco, perché i suoi stessi scienziati decidono di distruggere la struttura. Perché poi? Bastava che facessero qualcosa per fermare Jane, spararle il siero per tenerla sotto controllo.

Ma ecco che il boss, il grande capo, fa ciò che ogni cattivo della storia fa: dà la colpa alla vittima perché non è stato in grado di selezionare un personale decente. Ma c'è di peggio. Compie un'azione gravissima che pesa sulla coscienza di ogni cattivo: invece di immobilizzare Jane con il siero immediatamente, per metterla sotto il suo controllo e scappare, come farebbe una persona assennata, lui si lascia andare a una lunga spiegazione su cosa sia successo e sul perché abbia deciso di riporre su di lei ogni colpa. Logicamente muore bruciato. Il cliffhanger non è riuscito e ha sorpreso soltanto il grande capo: come ha fatto a non capire che ci vuole un niente a distruggere un po' di siero? Mi chiedo soltanto perché Jane non si sia sbarazzata subito dell'unica cosa che poteva fermarla.

Passata la paura, con tutta calma brucia il proprio aguzzino, che si limita a gridare. Essere bruciati vivi è tremendo, avrebbe dovuto contorcersi dal dolore, altro che stare fermo e lasciarsi toccare da Jane come niente fosse.

Ivanov muore e lei ovviamente scappa, colpevolizzandosi all'inverosimile. Ma perché? Perché ha ucciso degli innocenti? Sono stati gli scienziati ad aver attivato l'autodistruzione.

E qui devo dire che manca una vera e propria elaborazione del personaggio. Jane non è una ragazza qualsiasi, questo deve essere chiaro. È stata privata di persone a lei care e trasformata in una cavia da laboratorio prima, e in un'assassina poi. Lei controlla il fuoco, dovrebbe quindi essere una furia vendicativa per quello che le hanno fatto, non distinguere più il bene dal male, affrontare un crollo psichico, sprizzare aggressività e rabbia da tutti i pori. Qualcosa.

Avete mai visto V per Vendetta? Il protagonista scappa da una struttura dove è stato soggetto a continui esperimenti per anni appiccando il fuoco. Non aveva amici là dentro, ma costruisce un altare per la donna che era nella stanza attigua alla sua e che gli aveva aperto il cuore scrivendo di sé sulla carta igienica. Non avete idea di quanto sia stato straziante. Ebbene lui ha orchestrato un colpo di Stato pazzesco per punire i colpevoli della morte di quella donna a cui non aveva mai neppure parlato. Ha agito con calcolata freddezza ammazzando senza pietà chiunque si fosse messo sulla sua strada, aggrappandosi all'unico sentimenti che gli restava: la vendetta.

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