RECENSIONE: Il piano della Baba-Jaga

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Il piano della Baba-Jaga di demetra_min è un piacevole viaggio nel mondo della magia, ma una magia diversa da quella a cui ci ha abituato Harry Potter. Essa prosciuga le energie, mette sotto pressione e soprattutto può essere rubata. Le protagoniste sono due sorelle, Anna e Alice, molto somiglianti ad Anna ed Elsa di Frozen.

Alice è una strega minuta, abita nella casa parentale dopo la morte dei genitori. Sebbene viva con sua sorella, Anna spesso si allontana per fare delle gitarelle sotto forma di animale. L'idillio familiare viene meno quando nella casa delle sorelle arriva la strega Baba-Jaga. Da principio ho pensato che fosse un riferimento alla creatura fiabesca slava, ma sbagliavo. In compenso non ha mancato di stupirmi piacevolmente la scelta dell'ambiente: un'Europa del passato successiva a Napoleone, proiettata in un mondo parallelo che non ha mai visto la sconfitta del condottiero.

Al contesto viene attribuito molto peso: un'epidemia passata, la guerra contro la Russia, le proteste operaie, la caccia alle streghe. Un bel po' di materiale, non esageratamente approfondito ma utile.

La grammatica e la struttura sono prevalentemente corretti. L'uso delle lineette invece non lo è: a volte sono corte, altre lunghe. In ogni caso non sono equivalenti e solo quelle lunghe sono corrette. Per di più non vanno inserite al termine della frase, per indicare chiusura come nel caso delle virgolette.

Talvolta si incontra la è minuscola pur essendo l'inizio della frase.

Dal punto di vista stilistico, c'è un eccessivo uso di fanciulla. Poche volte è comparso pure l'appellativo "bionda" nella narrazione. Non è affatto elegante e a parer mio andrebbe evitato per due motivi: è banale; riduce una persona al mero colore dei suoi capelli. A questo punto mi limiterei a usare il nome proprio.

I primi capitoli, antecedenti al rapimento, sono piuttosto carenti; presumibilmente i più deboli della storia. Non aggiungono molto contenuto alla trama, non approfondiscono affatto la relazione fra sorelle, non preparano a sufficienza il lettore. Quando Anna abbandona la casa ho finalmente avuto l'impressione di star leggendo una narrazione degna di tale nome.

Devo dire che la personalità delle sorelle è scarsamente definita. A differenza degli altri personaggi che stuzzicano la curiosità e indicano che ci sarebbe molto da scoprire (come nel caso di Ian e Sebastian) Anna e Alice sono abbastanza stereotipate. Non ho riscontrato caratteristiche né in loro due né nella loro relazione che mi faccia tifare per la loro riunione. Perciò dico che i capitoli iniziali non sono affatto stimolanti: la loro assenza non danneggerebbe affatto la storia, oserei quasi dire che la migliorerebbero (nella maniera in cui si riesca ad arricchire almeno successivamente la narrazione con informazioni caratterizzanti le protagoniste e la loro relazione).

L'intreccio ha dell'affascinante per il fatto che non lascia nulla di prevedibile, le reazioni dei personaggi sono credibili e realistiche, eppure manca il sentimento. Le sorelle vogliono incontrarsi di nuovo ma la sofferenza del distacco non si sente. Alice si abitua in fretta a Baba-Jaga e credo che alla fine smetta di averne paura. Non sento affatto il desiderio di liberarsene. Ben presto l'impotenza la fa rassegnare tanto che la sua prigionia diventa un tour fuori casa. Neanche la minaccia esercitata dalla strega cattiva si percepisce e se pure ella dovesse rivelarsi buona, non sarebbe affatto un colpo di scena. Insomma, se da un lato la storia ha una trama per certi versi imprevedibile, dall'altro manca il dramma che invece il contesto pretende.

In ogni caso i capitoli si leggono in maniera molto scorrevole, fluiscono con rapidità e piacevolezza. Il lessico e lo stile non mostrano evidenti segni di cedimento, tanto che posso affermare di non avere alcuna altra miglioria da suggerire. Che dire se non buona fortuna, il 3° Cielo non ve lo toglie nessuno, per premiare la molta invettiva.    

Flegias

La Divina GrammaticaWhere stories live. Discover now