RECENSIONE: Ti aspetterò sempre

101 8 141
                                    

(Recensione inerente alla totalità della storia con presenza di spoiler)

Ti aspetterò sempre di LauraPafumi racconta di quanto sia complicato per i giovani vivere appieno le esperienze comuni degli adolescenti, quando si è nati e cresciuti in un contesto che impone di seguire i precetti religiosi del proprio Credo.


Trama 

La trama è semplice e lineare: due ragazzi si innamorano ma vengono contrastati dalla famiglia di lei, per il fatto che non appartengono al medesimo credo religioso. Il tutto si sviluppa in modo abbastanza repentino ma il loro sentimento appare abbastanza genuino e credibile nella maggior parte dell'opera.


Purtroppo però ho trovato alcuni passaggi poco realistici che andrò a esporre di seguito:

- nel nono capitolo, Enea dice a Lavinia che era così disperato di non poterla rivedere che, per rintracciarla, l'ha cercata su Facebook. Non sarebbe stato più facile chiedere il numero di telefono ai suoi cugini? Non credo che Alessio, men che meno Serena, glielo avrebbero negato. Immagino che la motivazione sia che dev'essere Lavinia a chiedere ai cugini il numero di Enea (come accade nello stesso capitolo) ma, appunto, è un tantino irrealistico che non ci abbia pensato lui prima dato che, addirittura, ha lasciato l'isola prima del tempo prefissato, per quanto era impaziente di ritrovarla.


- sempre nel nono capitolo, troviamo la frase: 

"«No, ti prego. È possibile che non possa fare niente?»" 

con cui Enea chiede a Lavinia se può fare qualcosa per far in modo che loro due possano stare insieme. Perché lei non prova a dirgli di converstirsi? Probabilmente il motivo è che non vuole ""intrappolarlo"" (anche se in realtà se lei è fedele alla sua religione, dovrebbe esserne contenta che lui ne faccia parte) oppure perché pensa che lui la disapprovi. 

Però, comunque, una battuta del tipo 'l'unico modo sarebbe che tu ti converta, ma so che non succederà mai...' lei potrebbe dirla o, anche solo, pensarla nella sua mente.


- nel quindicesimo capitolo, troviamo questa frase:

"«Mi avevi detto che mi avresti scritto te, ma non ho ricevuto nessun messaggio, solo silenzio. Puoi immaginare come mi sono sentito?»"

con cui Enea chiede a Lavinia perché non si è fatta sentire da quattro giorni. Credevo che la motivazione fosse che il padre (°) le aveva sequestrato il cellulare o, al limite, che (°) glielo tenesse costantemente sotto controllo [cosa comunque superabile se avesse chiesto il cellulare alla sorella o alle amiche, o avesse usato il telefono fisso quand'era in casa da sola, per comunicare con Enea]. 

Ma la motivazione è solo il senso di ubbidienza che, probabilmente, è radicato dentro di lei da sempre. Però se all'inizio del capitolo lei pensa questo: 

"[...] Ogni volta inghiotto un boccone amaro, e spero che nemmeno stamani Enea si faccia vivo"

vuol dire che la preoccupazione che il padre ribecchi Enea è più alta dell'obbedire, continuando a non tentare di parlare con lui. Perciò perché non ha mai comunicato con Enea? 

Per rendere realistico questo atteggiamento di silenzio stampa, sarebbe meglio scegliere una delle due ipotesi scritte sopra (°). 


Altri passaggi mi sono parsi inesistenti, come dei "buchi di trama":

- nel diciannovesimo capitolo, scopriamo il padre di Lavinia dice questo:

La Divina GrammaticaWhere stories live. Discover now