RECENSIONE: Sono ancora qui

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"Caronte? Che succede?"

Johnny mi scruta in volto e io mi ridesto dai miei pensieri.

Sospiro.

"Oggi le porte dei cieli rimarranno sigillate"
Rispondo, e basta poco per fargli comprendere tutto.

"Sono pronto per la recensione fratelli!"

Il libro che andrò a recensire è: Sono ancora qui. AleArpaia
Bianca Napolitano è una ragazza di vent'anni che in seguito al divorzio dei suoi genitori si trasferisce dalla madre nel Minnesota, dove inizia una vita e un lavoro nuovo, divenendo una barista in un nightclub.
La separazione è dovuta alla perdita del figlio Giorgio, gemello di Bianca, avvenuta undici anni prima a causa di un cancro.

Dopo ciò, Bianca, all'epoca una bimba di 9 anni, inizia a soffrire di attacchi di panico.
E fin qui, nulla di strano...

La storia si evolve quando al primo giorno di lavoro la ragazza conosce il suo capo: Braiden.

Da questo punto in poi, non ho capito nulla del tuo operato e nulla ha avuto più senso.

Braiden è il classico bad boy: arrogante, lunatico - nel vero senso della parola - e maniaco del controllo.
Un ragazzo dai trascorsi raccapriccianti e, a detta del padre, affetto da una malattia, che la scrittrice non ha rivelato.

E mi sono domandata più e più volte: "Non è che ha il disturbo borderline?"
Insomma, uno così lunatico, che cambia umore nel giro di pochi secondi, deve pur esserne "affetto".

In realtà, no.

Si viene a scoprire, dopo una confessione, (confessione fatta ovviamente appena dopo essersi conosciuti) che ha tentato il suicidio e ha fatto del male a certe persone.

Viene definito da Bianca "psicopatico", però attenzione, in questo caso non viene intesa la malattia della psicopatia, che è un disturbo della personalità, ma in modo bonario, scherzosamente, come se i suoi scatti d'ira non nuocessero di certo allo stato emotivo e al corpo della protagonista, tranquilli.

Basti pensare che le causa un attacco di panico, uno dalla durata di pochi secondi.
Un record.
Un Guinness dei primati.

Tornando a noi, dopo il suo primo giorno di lavoro, accetta il passaggio che il pazzo Braiden le impone di accettare, portandola al Mcdonald's alle cinque del mattino.

I due, passono dal momento di fase mestruale del suddetto capo di Bianca, al quasi amoreggiare come due piccioncini con anni di relazione alle spalle.

Punto e a capo.
Un circolo vizioso di cose no sense.

Bianca, pur avendo vent'anni, non è una donna.
È infantile, irresponsabile e affetta dalla sindrome della crocerossina; segue il suo capo come un cagnolino da riporto, nonostante lui abbia fatto vedere il suo lato oscuro, stringendole il braccio e lasciandole dei lividi sulla pelle e causandole un attacco di panico (e qui ho moltissimo da riprenderti e bacchettarti) lei, imperterrita, continua a stargli vicino.
Tipico.
Non bastano gli insulti e le urla per allontanare l'infermiera di turno.

La cosa che bisogna capire è che l'amore, sì, codesto sentimento che si percepisce nell'aria pur conoscendosi da due giorni - non so come sia possibile, ma stiamo toccando questo antico e rinomato sentimento - non guarisce le persone.

L'amore non guarisce il bad boy.
L'amore non guarisce un cuore malato.
Ergo, non basta la presenza di Bianca.

Ha bisogno di cure.
Di uno psicologo che lo segua assiduamente.
Di un membro della famiglia o di una persona importante che lo aiuti nel suo percorso.
Che venga motivato e tenuto sotto controllo.
Questa è guarigione.

Tornando al discorso degli attacchi di panico, mi spieghi come sia possibile che Bianca, nel giro di pochi secondi, riesca a controllare le sue paure e far sì che tutto passi?

Basta ripetersi come un mantra di calmarsi per far sì che tutto abbia fine?

È scientificamente impossibile.
Non ti sei informata, non hai ricercato accuratamente.

Hai preso la situazione sottogamba e hai buttato lì cose che avresti dovuto soppesare e rileggere milioni di volte.

Gli attacchi di panico non hanno l'estensione temporale da te descritta; inoltre hanno dei sintomi che tu non hai citato, cara scrittrice.

Non è importante la camicia sbottonata del fusto di turno.
È importante questo.
Perché dimostra la tua conoscenza e il tuo modo di aver raccolto informazioni prima della stesura.

In media hanno una durata di pochi minuti.
L'apice lo si raggiunge rapidamente (dieci minuti) e possono prolungarsi per trenta minuti.
Difficilmente si arriva all'ora.
Inoltre, quando l'incubo si placa, il soggetto che ne è affetto è spossato e debole.
Di solito gli attacchi di panico non sono generici, ma limitati a un solo ricordo traumatico, ad esempio: in circostanze in cui teme per la morte o la sofferenza sua o di altri, com'è successo al fratello quando lei non poteva fare nulla per salvarlo.
Dovrebbe averli in quei casi.
Non con un gesto violento.
Inoltre, il soggetto affetto, non sa e non riesce a capire quando avvengono.
Non è cosciente, insomma.

Dice di essere migliorata.
Potrebbe aver avuto una ricaduta.
Perché protrarsi per ben undici anni, nonostante l'assunzione di farmaci per la cura (che ovviamente tu non hai minimamente nominato), è un lasso di tempo inesistente.

Tornando a Braiden, invece.
A diciasette anni, sua madre gli fa fare il giro di quella che lui scambia per prigione, per far sì che si curi.

E potrebbe anche esserlo dal suo punto di vista, sicuramente, ma meglio passare un inferno adesso, che non scoppiare là fuori ferendo sè stesso e gli altri.

Continuo a domandarmi che tipo di malattia abbia.
Le cause e i sintomi che l'hanno causata.
Perché evita le cure, pur sapendo di essere un problema per gli altri?
È così grave da averlo portato a tentar il suicidio?
Sappiamo solamente che ha un'ira incontrollabile che arriva e sparisce come se nulla fosse.

I personaggi sono incapibili.
Non hanno qualcosa che li contraddistingua.

La vita di Bianca è descritta solo in campo lavorativo.
Non si sa che hobby abbia, a cosa aspira, i suoi sogni, nulla.

Non si capisce il rapporto dei genitori di Braiden.
Perché la madre è assente.
Perché nessuno lo voglia.

Ah, la malattia.
Che sembra un Mark Caltagirone.

La grammatica non esiste.
Passi dal passato al presente, come se nulla fosse.
Ci sono errori di battitura, virgole a casaccio e parole scritte volontariamente sbagliate.
(Shampo e bordò)
"Bordò" in italiano è corretto.
Ma la terminologia è francese e leggerlo così, mi fa rabbrividire.

Le descrizioni ambientali, sono inesistenti.
Nulli.
Il night, non ha nemmeno un nome.
Una storia che non mi è assolutamente piaciuta.
La prima, tra le tante lette in questo contest.

Mi fa arrabbiare come hai esposto le informazioni mediche - che non hai raccolto, ovviamente -.

Le malattie sono ricerche perenni.
Cure, sacrifici, bisogno di gran sforzo fisico che a volte, non sempre basta.

Ci sono persone che sono morte e storie come queste, scritte con i piedi, mandano messaggi sbagliati a chi legge.
Ci sono anche ragazzini/e di 10/13 anni, che leggendo assimilano una conoscenza errata.
Nuoci te stessa e gli altri.

Ho letto commenti dove si complimentavano per la tua bravura.
Ma bravura di cosa?

È la prima volta che mi capita una storia simile.
Sono abbattuto e avvilito per aver letto un romanzo che tratta tematiche delicate come il cancro, il suicidio e gli attacchi di panico, sviluppati e descritti con così tanta superficialità.

Con questo, colloco la storia all'inferno.
Tra le fiamme e i tizzoni ardenti.

Caronte, il traghettare di anime

La Divina GrammaticaTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang