23.

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Passato.

Nobody's pov

Era una di quelle notti in cui lui riusciva ad addormentarsi, in quelle poche notti soffriva... Soffriva per gli incubi che lo inseguivano da quando aveva dieci anni.

Soffriva tutte le notti e aveva capito che l'unica cosa che poteva salvarlo ... Anzi, l'unica persona era lei.

Ci pensava sempre, anche mentre si lavava i denti.

Ci pensava soprattutto prima di dormire, in realtà, non dormiva molto... Al massimo cinque ore, infatti quando si alzava andava a vedere come stesse lei.

Dormiva sempre, e soprattutto, era incapace di chiudere le finestre.

Per questo riusciva sempre a vederla, a volte si svegliava... Molto raramente.

Quella notte ebbe uno dei suoi soliti incubi, molto pesante... Non ne aveva mai parlato a nessuno.

Non aveva un incubo così pesante da quando gli era morta la madre.

Si svegliò sopraffatto da una marea di emozioni, la paura e il dolore regnavano in lui.

Non aveva lei al suo fianco, la sua stella...

Voleva piangere... Voleva urlare e voleva abbracciarla e baciarla e stringerla a sé... Perché l'amava, non era mai stato bravo con i sentimenti... Li aveva chiusi tutti nel fondo della sua anima.

Sorrise al pensiero che lei riuscisse sempre a tirargli fuori qualsiasi emozione, questa cosa lo stordiva ma lo rendeva felice.

Non l'avrebbe mai persa. Mai.

Si alzò per andarla a vedere.

Hisako's pov

Quella notte avevo dormito benissimo, avevo sognato di abbracciarlo e stringerlo a me... Avevo persino sentito il suo profumo e il suo calore.

Strano sogno... Ma comunque stupendo.

Non potevo crederci, non credevo al fatto di aver trovato una persona...

<Cos'è quel sorriso da ebete?>

Jin mi fece spaventare con il suo commento.

<Sembra che hai visto Gesù... E conoscendoti so a cosa stai pensando...>

Disse ridendo...

Imbarazzata cercai di cambiare discorso.

<Che mi dovevi dire? Riguardo al tuo passato>

Lui mi afferrò per un braccio portandomi nello stanzino.

Si chiuse le porta alle spalle e iniziò a guardarmi serio.

<Non vorrei che qualcuno ci sentisse>

Disse imbarazzato.

<Cosa mi devi dire?>

Insistetti curiosa.

<So cosa siete tu e Jungkook, lo sanno tutti... Io ti ho avvertito ma tu non mi hai ascoltato... Vorrei solo aiutarti.>

Confusa lo guardai.

<Non capisco... Cosa mi stai cercando di dire.>

Lui alzò gli occhi al cielo divertito.

<Allora... Praticamente, io è Jungkook siamo... Diciamo che abbiamo avuto una storia>

Il mio cuore si appesantì e le mani mi tremarono leggermente, per la rabbia.

<Ma credimi, niente di ciò che lui provi per te.>

Disse serio.

<E niente che io provi per Nam>

Annuii.

<Lo sospettavo.>

Dissi in un sussurro.

<Comunque, dopo tre mesi mi lasciò... Qualcosa di assurdo>

Disse serio.

<Non posso dirti nulla, ma, sappi che lui ha un sacco di problemi familiari che non gli permettono di vivere come vorrebbe>

Mi disse di stare attenta e di indagare senza farmi notare da nessuno.

Poi dopo avermi lasciato un'occhiata, a dir poco, indecifrabile se l'era svignata.

Rimasi qualche minuto a pensare a cosa tutto quello doveva significare e soprattutto, con quante persone Jungkook era stato.

Sospirai tristemente.

La porta si aprì di scatto e io girai la testa spaventata per vedere chi fosse.

Lo guardai come se fosse la prima volta, la sua bellezza mi prendeva tutte le volte.

<Cosa fai qui?>

Disse avvicinandosi a me.

Cercai di cambiare discorso... Dovevo scoprire il significato del discorso che mi aveva fatto Jin poco tempo fa.

<Quando sei arrivato? Di solito arrivi verso mezzogiorno>

Dissi ridendo.

<Divertente>

Sussurrò al mio orecchio questa parola, un miliardo di brividi si propagarono nel mio corpo...

Lui mi guardò come se lo sapesse, cosa che mi sembra ovvia, sapeva di avere un certo effetto su di me.

<Mi sei mancata..>

Disse ad un certo punto, seriamente.

<Ma se ci siamo visti ieri pomeriggio>

Risi intenerita dal suo comportamento.

<È uguale.>

Disse sorridendo.

Senza aggiungere altro mi lasciò un lungo bacio a fior di labbra per poi, guardarmi negli occhi.

I suoi occhi iniziarono a brillare di una luce strana.

Mi prese per i fianchi e, delicatamente, mi sbatte al muro, per poi, posare un braccio vicini alla mia testa.

Lo guardai senza sapere cosa dovevo fare... Ero nel panico ma allo stesso tempo mi piaceva, come situazione.

Si avvicinò al mio viso e mi baciò, ricambiai il bacio e posai una mano sulla sua nuca per avvicinarlo, di più, a me.

L'altra mia mano finì sul suo petto muscoloso.

Dopo poco si staccò.

<Questa notte facciamo un pigiama party>

Disse ridendo.

<Quanti anni abbiamo? Undici?>

Dissi ridendo a mia volta, si avvicinò al mio orecchio.

<L'ho detto per rimanere family friendly>

Sussurrò e poi uscì dallo stanzino, lasciandomi lì in balia delle mie emozioni.








ALPHA (Jeon Jungkook)Where stories live. Discover now