28

8.5K 268 35
                                    

Shannon's pov.

Sbuffai sonoramente. Mi guardai allo specchio: quel che vidi fu terribile. Un immagine di me a cui non ero abituata.
I miei occhi verdi erano rossi e gonfi. Mi bruciavano per quanto li avessi sforzati.
Ero convinta di aver ormai terminato le lacrime.
Aprii l'acqua fredda e mi sciacquai il viso. Mi sfregai con forza, sperando quasi di poter eliminare la sofferenza che provavo in quella maniera.
Le labbra mi tremavano. Un singhiozzo traditore mi scappò dalla bocca.
Lo spogliatoio era buio. Tutte le cheerleaders erano già tornate a casa.
Era stata dura vedere Rider per tutta la durata dell'allenamento. Avercelo a pochi passi da me. Mi salutava, mi sorrideva, tutto era tornato alla normalità. Ma non per me.
Le sue parole si ripetevano ancora nella mia mente a distanza di una settimana.
Rapidamente raccolsi tutte le mie cose. Mi sistemai i capelli il meglio possibile. Alzai il capo verso il mio riflesso e mi convinsi che andava tutto bene. Me lo ripetei mentre prendevo un grosso respiro.
Fuori il sole stava pian piano scendendo. Presto sarebbe tramontato.
Attorno a me non volava una mosca. Soltanto il fruscio leggero del vento.
Infatti sussultai quando sentii espirare. Mi voltai di scatto ma non vidi nessuno.
Abbassai lo sguardo e balzai all'indietro. Travis Mitchell era stravaccato a terra, con una spalla e la testa contro il muro.
Tra l'indice e il medio teneva una sigaretta.
"Travis? Che diavolo stai facendo?!" Gli chiesi.
Lui non mosse ciglio.
Posai la borsetta per terra e mi chinai su di lui. Non sembrava stare bene. Il suo aspetto era ancor più spaventoso del mio.
Aveva gli occhi rossi. Ma non a causa del pianto, non soltanto per lo meno.
"È erba questa?" Annusai.
Gli immobilizzai un polso, gliela strappai dalle dita e la gettai per terra, calpestandola con forza fino a disintegrarla.
"Perché l'hai fatto?" Borbottò. La sua voce mi arrivò più roca del solito.
Era la sua voce sensuale, oltre ai ricci biondi, i dolci occhi color caramello e un fisico da far girare la testa, che gli aveva fatto conquistare il terzo posto nella classifica dei ragazzi più attraenti della scuola.
C'era un periodo in cui, tra le ragazze, girava una suona registrazione vocale che si ascoltavano tutte quante in ripetizione automatica.
"Da quando fumi?"
Travis scrollò le spalle.
"Ti farà male questa merda." Gli dissi.
"Cosa c'è di peggio della mia ragazza che mi tradisce?" Mi chiese. "Niente." Sussurrò, sorridendo amareggiato.
"Quella stronza non si merita un comportamento simile da parte tua." Obiettai.
Aprì bocca contrariato ma lo interruppi.
"E non provare a difenderla. Perché se sei qui a distruggerti è solo colpa sua." Gli puntai un dito contro.
"Stai dicendo che chiunque ti abbia fatta soffrire si merita di farti sentire così?" Mi domandò.
"La mia storia è... diversa. Se mi avesse tradita significherebbe che siamo stati insieme, ma non è mai successo. Mi sono buttata in mare senza saper nuotare." Scrollai le spalle.
"Vorrei tanto scappare di qui. Andarmene in un posto dove le persone non mi guardano con compassione e non parlano di quel che mi è successo alla spalle, pur sapendo che riuscirei a sentirli da quella distanza." Mormorò.
"Lo vorrei anche io." Ammisi.
Travis voltò il viso verso di me.
"Andiamocene." Disse. Nei suoi occhi vidi una luce di speranza. "Andiamocene ora. Lasciamoci tutto alle spalle per un po'."
Si alzò in piedi e mi porse una mano. Nel momento stesso in cui strinsi la sua mano, sentii un brivido caldo percorrermi tutto il corpo. Sapevo che mi stavo per cacciare in un bel guaio, che non c'entrava assolutamente niente con la fuga.
Travis sorrise lievemente.
Lo seguii verso la sua macchina.
Si guardò attorno mentre apriva la portiera. Era ormai buio. Entrambi saremo già dovuti essere a casa.
"Prima dobbiamo stabilire delle regole."
"Regole?" Ripetei stranita.
"Si." Annuì. "Mentre siamo via non dobbiamo pensare a niente. Ciò che è successo non esisterà più quando partiremo."
"Cosa stai aspettando a mettere in moto?" Inarcai le sopracciglia.
Le sue labbra si aprirono in un vero sorriso.
Io ricambiai il suo sorriso.
Per la prima volta dopo tanto tempo non sentii quel peso nel cuore che percepivo quando sapevo di dover tornare a casa. Di dover affrontare la solita routine. I soliti problemi.
Nessuno mi avrebbe detto cosa fare o non. Cosa era giusto o sbagliato.
"Hai un posto in mente dove andare?" Gli domandai.
"Che ne dici di Long Island? Ci sei mai stata?"
"Vuoi attraversare il paese?" Sbattei le palpebre.
Lui mi guardò con un ghigno.
"Non ci sono mai stata." Risposi.
"Bene. Ti ricorderai di questo posto."
Accese la radio e accelerò.
Il telefono mi squillò. Era un messaggio di mia madre. Diceva testuali parole: "Megan mi ha chiamata preoccupata, chiedendomi dove fossi. Spero tu abbia una motivazione valida per aver saltato gli allenamenti extra. Se non ti rimetti in sesto verrai presto sorpassata, anche dai principianti."
Travis se ne accorse perché mi strappò il telefono dalle mani e li spense, riponendolo in un cassetto.
"Un'altra regola: i telefoni sono vietati."
Ci mettemmo cinquanta minuti circa ad arrivare a Long Island. Sembrava la meta ideale per trascorrere una vacanza. Immaginai fosse così.
"Prima tappa?"
"Ho in mente un posto in cui mangiare spaziale. Hai fame?" Mi chiese, dandomi un'occhiata mentre cercava un parcheggio.
"Voglio mettere una regola io: a fanculo la dieta!" Esclamai.
"A fanculo!" Rise Travis, agitando un braccio.
Spense il motore.
Quando scendemmo, alzò il viso verso il cielo e respirò profondamente.
"Lo senti l'odore del mare? Vorrei restare qui per sempre."
Nell'aria c'era odore di estate, di mare, di felicità, di libertà.
Camminammo uno affianco all'altro per le strade di quella magnifica città. Ancora vestiti con le nostre rispettive uniformi.
"Quanti anni avevi quando sei venuto qui?" Gli chiesi.
"Ero piccolo, forse dieci anni. Ovviamente ero con i miei genitori. Adesso è diverso. Ce la godremo." Sembrava una promessa.
Lui mi indicò il ristorante di cui mi aveva parlato. Entrammo ed ordinammo un tavolo per due.
Travis batté le mani sul tavolo con ritmo. La sua serenità era contagiosa.
Si era calato nel ruolo alla perfezione.
Vederlo così gioioso mi trasmetteva tranquillità.
"Hai mai mangiato messicano?" Mi chiese.
"No." Risi, scuotendo la testa.
"Beh, questo è un buon momento per farlo." Alzò un dito.
"E se non dovesse piacermi?"
"Ti piacerà, ho dei gusti eccezionali!" Si vantò.
Prese dei nachos di manzo per me e degli spiedini di pollo Yucatàn con salsa barbecue per lui.
Ci servirono dei piatti che già dall'aspetto promettevano bene.
Travis insistette affinché assaggiassi un po' dei suoi spiedini e quando mi piacquero ne fu entusiasta.
Esultò come un bambino a cui viene regalata una caramella.
Si appoggiò con i gomiti al tavolo e si sporse verso di me.
"Scommetti che riesco ad indovinare il tuo colore preferito?"
"Non ci riuscirai mai." Gli dissi in tono di sfida.
"Il rosso." Disse con sicurezza.
Sbattei gli occhi sorpresa. Non sembrava un colpo di fortuna.
"Vuoi sapere come ho fatto eh?" Ghignò. "Indossi sempre qualcosa di quel colore. E poi quel braccialetto... non lo togli mai." Disse. "Forse detta così sembro un po' uno stalker..." ridacchiò.
In realtà la trovai una cosa molto carina. Quel braccialetto era molto importante, come aveva detto Travis, non lo toglievo mai.
"Secondo me il tuo colore preferito è... azzurro." Provai ad indovinare.
"Spiacente. È il blu!"
"Ma ci sono andata vicino!" Sbattei una mano sul tavolo, indignata.
"E il tuo animale preferito è il cane." Continuò.
"Non è vero." Mentii.
"Ah no? E quale sarebbe?"
"Il... polipo!" Sbottai.
Travis scoppiò in una risata di cuore.
"Il polipo è un animale carino!"
"Dici così soltanto perché non vuoi darmela vinta." Disse Travis. Si alzò dal tavolo e fece il giro. "Perdente!" Mi accusò poi, prima di scappare verso la cassa.
Lui pagò la nostra cena.
"Mi vendicherò!"
"Beh? Non vedo l'ora." Commentò con un sorrisetto.
Mi strinsi le spalle mentre lo seguivo in una strada poco popolata. Travis saltellava qua e là.
"Dove andiamo?" Gridai. Improvvisai una corsa e lo raggiunsi.
Lui si fermò. Si chinò per togliersi le scarpe, rimanendo a piedi nudi. "Forza, toglitele anche tu." Mi spronò.
"Perché...?"
"Fidati di me, ti piacerà." Insistette.
Senza badare troppo alle stranezze feci come mi disse. Mi tolsi le scarpe anche io, tenendole in mano e lo seguii.
L'asfalto finì ed entrambi in una strada priva di luci. Sotto ai piedi sentii improvvisamente del freddo. Era la sabbia.
Travis frugò in tasca e tirò fuori qualcosa che non riuscii a vedere finché non l'accese: era una piccola torcia.
"Mi ero preparato." Rispose ai miei pensieri.
Andò avanti senza di me e si sedette sulla spiaggia deserta.
"È bellissimo." Mormorai. "Non sono mai stata al mare di notte." Ammisi.
Avanzai finché le dita dei miei piedi non toccarono l'acqua. Era fredda. Ma in quel momento non me ne importava.
Ritornai indietro verso di Travis. Lui mi puntò la luce addosso. Senza dire una parola mi portai le mani sul bordo del top e me lo sfilai dalla testa.
"Che... fai?" Mi domandò, evidentemente sorpreso. Tuttavia non nascose lo sguardo che mi fece scivolare lungo il corpo.
Mi tolsi anche la gonna e lo lasciai in un punto, insieme alle scarpe.
"Ne approfitto." Scrollai le spalle.
"Ma sarà gelida."
"Hai paura?" Inarcai le sopracciglia. Lo dissi con lo scopo di prenderlo in giro.
Lui si alzò in piedi, superandomi di pochi centimetri. Tenne la pila con la bocca e in tutta risposta si tolse la maglia, lanciandola sopra ai miei vestiti. Si sfilò anche i pantaloni corti, rimandando in boxer.
Mi venne immediatamente l'acquolina in bocca. Mi dovetti girare per evitare che il mio corpo non rispondesse più ai miei comandi.
Corsi verso l'acqua e mi ci tuffai dentro. Travis mi seguì a ruota.
Quando riemersi stavo già tremando.
"Ci ammaleremo." Rise lui.
"Lo so." Galleggiai.
"Ed è folle."
"Ma è fantastico."
"Si, è fantastico. Vorrei che questa giornata non terminasse più."
L'avrei voluto anche io.

\\

ECCOMI QUII.

Come vi è sembrato questo capitolo dal punto di vista di Shannon?

State iniziando a conoscere meglio sia il suo personaggio che quello di Travis. Vi piacciono?

Ovviamente continuerò a mettere dei capitoli dedicati a loro ma non con la stessa priorità degli altri, dalla parte di Camille.

Di Cindy cosa pensate?

Rispondete alle domande, vi leggo sempre.

Al prossimo capitolo, Niky 💕

The boy who stole my heart Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora