13.

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Giovedì mattina Mason non si fece vivo a scuola ovviamente. Non avevo avuto ancora sue notizie, avevo provato a sbirciare nel blog di Jasmine per controllare se ci fossero notizie, ma avevo scoperto che l'allenatore aveva impedito di divulgare notizie dell'accaduto.
Era un duro colpo perdere un componente di tale forza e importanza in occasione della prima partita di football.

Venerdì tutta la scuola era euforica. L'ultimo tema della settimana era il "spirit day.", ognuno di noi aveva indossato degli abiti azzurri e bianchi, ovvero dei colori che rappresentavano la scuola.
I giocatori di football si erano presentati con la loro giacca con su stampato lo stemma scolastico.
La sera ci sarebbe stata la tanto attesa partita dell'anno. C'erano festoni appiccicati in ogni porta d'ingresso, nel cancello e anche nei dintorni.
Erano passati pochi minuti da quando la campanella era suonata, le lezioni quel giorno sarebbero iniziate un quarto d'ora più tardi e sarebbero durate soltanto due ore per lasciar spazio all'assemblea di rito.
In fondo al corridoio, munito di stampelle, fece la sua presenza niente meno che Mason.
Tutti gli sguardi si posarono su di lui. Gli studenti cominciarono a costruire supposizioni su supposizioni.
Mi feci coraggio e avanzai svelta nella sua direzione.
Avevo intenzione di chiedergli come stava.
Ero a pochi passi da lui, anche se non mi aveva ancora notata. L'allenatore però distrusse ogni mio piano, intromettendosi fra la poca distanza che ci divideva.
Gli circondò le spalle con un braccio e lo guidò dentro al suo ufficio.
Qualcuno mi passò accanto di fretta, colpendomi distrattamente.
Mi girai indispettita ed incontrai il viso corrucciato di Rider.
Aprì la porta con uno scatto ed entrò anche lui nell'ufficio, lasciandola socchiusa.
Doveva averli convocati l'allenatore per ciò che era accaduto mercoledì pomeriggio in campo.
"Siediti." Gli disse l'allenatore.
La sedia stridette, susseguì il silenzio.
"Purtroppo Mason non potrai giocare questa sera, come ben sai. Il dottore ti ha detto di stare a riposo, è già uno sforzo che tu sia qui adesso." Parlò.
"Questo non sarebbe successo se qualcuno non mi avesse travolto come un carro armato da combattimento!" Sbottò Mason.
"Funziona così il gioco! Lamentati con la difesa, o forse con te stesso, sei un quarterback solo per la faccia, fallito." Lo aggredì pesantemente Rider.
"Cosa hai detto? Razza di idiota..."
"Basta! Calmatevi!" Intervenì l'allenatore. "È successo! È stato un incidente, nessuno può farci niente!"
"Un incidente? Spero stia scherzando!" continuò Mason.
"Capisco la tua frustrazione Mason, è una bella sconfitta anche per me." Sospirò. "Comunque, vi ho fatti venire qui per altri motivi. La partita è questa sera soltanto e ho dovuto provvedere per una soluzione."
Entrambi aspettarono in silenzio.
"Rider, sarai tu a prendere il posto di Mason. Finché non si rimetterà."
"Io?"
"Lui?"
Domandarono contemporaneamente.
"Si esatto." Confermò l'allenatore.
"Non può dire sul serio!" Si lamentò Mason.
"Questa è la decisione che ho preso, non voglio che si creino ulteriori discussioni. Rider, questa è tua."
Purtroppo non potevo vedere a cosa si riferiva.
Sentii un colpo e successivamente dei passi.
Mi allontanai rapidamente.
Mason uscì dall'ufficio sbattendo violentemente la porta. Goffamente, poiché non era abituato alle stampelle, se ne andò, furioso.
Pochi minuti dopo uscì anche Rider. Lui tuttavia aveva un'espressione vittoriosa stampata in faccia.
Tra le dita si faceva dondolare la fascia che indossava chi era il capitano.
Come mi vide il suo sorriso luminoso si allargò.
"Ciao dolcissima e simpaticissima Camomilla!" Mi salutò.
Mi piombò davanti e con una mano mi scompigliò i capelli.
"Dolcissima... e simpaticissima... Camomilla?" Risi, stranita.
"Ho deciso che oggi non ti romperò le scatole." Annunciò.
"Ah no?" Inarcai le sopracciglia. "Dev'essere successo qualcosa di grandioso, forse un miracolo?" Chiesi.
Lui si grattò il mento.
"Forse un pochino lo farò comunque." Ammise. "E si! È successo qualcosa di veramente grandioso, ma non un miracolo. Non ne ho bisogno!" Disse presuntuoso.
Lui si tolse la giacca da football,
rimanendo con una maglietta bianca. Si infilò la fascia che aderì perfettamente al suo bicipite muscoloso.
"È fatta proprio su misura per me." Osservò.
"Che te ne pare?" Mi domandò.
"Perché hai tu la fascia del capitano?"
"Perché sostituirò Mason. Giocherò al posto suo questa sera." Rispose, raggiante.
"Quindi sarai un quarterback?" Chiesi ancora.
"Esatto!" Esclamò, dandomi un buffetto sulla guancia.
"Ma pensi di essere in grado? Voglio dire, è un ruolo diverso da quello a cui sei abituato..."
"Sai che ultimamente sono subentrati in alcune squadre, più grandi, dei quarterback che sanno anche correre? Mason non ne è capace, ma io si... del resto è la mia specialità."
Sperai vivamente fosse così, mi sarebbe dispiaciuto se avesse fatto una brutta figura.
"È un ruolo con un certo peso..."
"Pensi che sia un incapace?" Mi chiese, quasi offeso.
"Non intendevo dire questo..."
"Ho capito cosa intendevi! Riuscirò a sopportare l'ondata di ragazze che mi pregheranno di stare con loro! È questa la fortuna di possedere questo titolo."
"Come se tu non ne avessi già abbastanza." Borbottai.
I suoi occhi scintillarono, pieni di orgoglio. Erano di un grigio chiarissimo, con qualche striatura celeste.
Il movimento delle sue ciglia mi strappò dai miei pensieri.
"Che c'è?" Mi domandò.
"Stavo solo notando quanto... oggi tu sia più contento. So che l'hai fatto di proposito, a colpire Mason. Non so se fosse questo il tuo obiettivo, ma penso che la tua felicità non dovrebbe derivare da ciò che succede a lui. Tu puoi benissimo esserlo anche a spese tue."
Lui si accigliò.
"La mia felicità non deriva da lui, Camille. Sono felice perché finalmente la ruota ha girato. Forse tu non lo sai, ma tempo fa, quando feci i provini per quel posto, lo vinsi. Mi ero impegnato duramente, fin da piccolo era sempre stato il mio sogno.
Mason e la sua combriccola non perdevano tempo a infastidire Trav, e me di conseguenza. Te lo ricorderai sicuramente.
Un giorno un suo amico molto più grande di me, all'epoca, me le aveva date, soltanto perché avevo avuto il coraggio di difendere il mio migliore amico. Travis è sempre stato più buono di me.
Lui è quello che riflette, io quello che le dà solitamente.
Mi aveva rotto il braccio e mia mamma aveva deciso di fare farmi iniziare a giocare al prossimo semestre!
Quando ero tornato era ormai troppo tardi perché Mason aveva già provveduto a soffiarmi il posto.
I suoi genitori donano una montagna di soldi alla scuola, è protetto dall'ala del preside.
Non ha quel ruolo perché ha chissà quale talento, ci ha solo preso l'abitudine. Ha quel ruolo solo per fortuna.
Sono felice perché finalmente potrò vivere, anche solo per una settimana, ciò che ho sempre sognato e che mi meritavo."
"Oh... scusa, non ero a conoscenza di questo fatto." Mormorai.
"Dovresti conoscere certe cose riguardo al tipo che ti piace." Mi fece notare.
"Avevi detto che eri caduto dal letto... quando ti avevo chiesto come avevo fatto a romperti il braccio."
"Si... tutti erano al corrente di quella versione, non volevo che si sapesse la verità." Ammise.
Era tutto più chiaro.
"Allora credo che avrai modo di dimostrare cosa si sono... persi?" Sorrisi.
"Puoi dirlo forte!" Sorrise a sua volta.
"Comunque questa felpa azzurra ti dona, si abbina ai tuoi occhi." Aggiunse.
Io rimasi con la bocca mezzo aperta, non sapendo cosa rispondere. Era strano ricevere complimenti da parte sua da sobria.
Quando ero ubriaca tutto mi riusciva più facile. Avevo quell'audacia che quotidianamente mi mancava.
Passai le ore di lezione a costruire mentalmente l'andamento della giornata. Non sapevo davvero cosa aspettarmi.
Durante l'assemblea presentarono l'intera squadra di football. Uno accanto all'altro, vestiti praticamente tutti uguali, con quei sorrisi stampanti in volto sembravano dei burattini.
In seguito le cheerleaders si esibirono in una coreografia con la musica come base. Vestite come delle bamboline, scuotevano i loro pon pon qua e là.
Quando conclusero, rimasero in due sopra al palco. Una ragazza dai capelli biondi e... Shannon.
La bionda teneva in mano una busta e un microfono.
"Ciao a tutti!" Cominciarono. Subito scoppiò un applauso. Sorrisero. "Dentro questa busta ci sono le cinque nominees per l'homecoming King e le cinque nominees per l'homecoming Queen, siete pronti a scoprirle con noi?" Strillò.
Tutti gridarono emozionati.
Con un coro in sottofondo, lentamente aprì la busta.
"Cominciamo con le nominees per l'homecoming King!"
Le ragazze sghignazzarono entusiaste.
"Al primo posto troviamo... Mason Hughes!"
Mason che era seduto nelle prime file, sorrise lievemente. Si notava quanto fosse forzato.
Mi chiesi se avrebbe partecipato lo stesso. In tal caso sarei rimasta senza un accompagnatore.
"Seguono: Rider Smith, Travis Mitchell, Ryan Scott e John Price!" Li presentò.
"Sverremmo, me lo sento." Mormorò Jasmine.
"Adesso passiamo alle cinque nominees per l'homecoming Queen!"
Shannon si sventolò i capelli.
"Al primo posto si posiziona... la nostra Shannon!" Gridò, indicandola con enfasi.
"Tipico." Commentò Jasmine.
"Al secondo posto..." continuò con il sorriso, quando abbassò lo sguardo rimase perplessa. "...Camille Mitchell!" Disse, con meno entusiasmo.
"C...cosa?" Balbettai, sotto shock.
Jasmine mi diede delle gomitate. Mi fece l'occhiolino.
"Sei stata tu!" Le puntai un dito contro. "Si, sei stata tu!"
"Oh, domani mi ringrazierai quando tu e Mason verrete incoronati re e regina del ballo." Sussurrò.
"Megan Aldis, ovvero, io!" Continuò.
"Tipico." Ripetè Jasmine.
"Sbaglio o a quella ragazza non sto simpatica?" Chiesi a Jasmine, riferendomi a Megan.
Jasmine alzò gli occhi al cielo.
"È la migliore amica di Shannon, e lei e Mason sono stati insieme. Se non è per un motivo sarà per l'altro." Scrollò le spalle.
"Ma ora non stanno più insieme?" Mi informai.
"Si sono lasciati qualche mese fa." Disse distrattamente.
"E per finire... Charlotte Martinez e Lauren Moore!" Concluse.
"Tipico per due." Disse Jasmine ancora. "Altre due cheerleaders." Chiarì.
Gli studenti si alzarono dalle loro sistemazioni e corsero fuori a festeggiare e pranzare, per poi correre a casa e prepararsi per la partita.
Qualcuno mi trattenne per la spalla.
Quando mi voltai la prima cosa che vidi furono i capelli biondi di Megan. Affianco a lei spuntò Shannon.
"Quindi sei tu la famosa Camille." Constatò. Non si sforzò neanche di sorridere, del resto, la gentilezza era ciò che le accomunava.
Mi prese una ciocca di capelli e se la raggirò fra le mani.
Mi scostai bruscamente.
"Dove sei stata per tutto questo tempo?" Mi chiese.
Aprii la bocca per rispondere, ma mi precedette.
"Non m'importa, ma spero che ci ritornerai."
"In realtà stavo per dirti che non sono affari tuoi." Obiettai.
"Forse. Ma Mason invece lo è, perciò ti consiglio di stare alla larga da lui. Stai ficcando il naso in una proprietà privata."
"Strano, lui dice tutt'altro."
Lei si scambiò un'occhiata con Shannon e poi risero. Non capivo cosa diavolo ci fosse di divertente.
"Che ingenua." Scosse la testa. "Ma ti lascerò vivere nel tuo mondo fatato."
Loro mi sorpassarono e se ne andarono.
Rimasi lì, stranita a domandarmi cosa intendessero.

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Cosa ne pensate della questione Rider quarterback?

Shannon e Megan?

Fattemi sapere nei commenti !

Bacini, Niky 💕

The boy who stole my heart Where stories live. Discover now