25.

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In mensa c'era il caos più totale. Eppure non era una novità. A quell'ora tutti si riunivano per chiacchierare.
Nel nostro tavolo tuttavia c'era un lieve mormorio. Alcuni erano concentrati sul loro pranzo. Mio fratello parlava con Jack di football.
Tra le cheerleaders c'era chi si ritoccava il trucco, chi era intenta a messaggiare e chi si scattava selfie.
Accanto a me c'era una sedia vuota: quella di Rider.
Sapevo che era presente a scuola: l'avevo visto la mattina. Ed era improbabile che se ne fosse andato, visto che i suoi amici erano ancora qui.
"Vado... Vado in bagno." Dissi a Travis, alzandomi da tavola.
Raccolsi il mio zaino da terra, me lo sistemai in spalla e andai verso al banco dove servivano il pranzo.
"Che c'è ragazzina?" Mi chiese una delle signore della mensa che servivano.
"Potrebbe incartarmi il pranzo?" Le domandai con gentilezza.
Era parecchio irascibili e se non ti comportavi bene potevi sognarti il dolce del sabato o le patatine fritte del mercoledì.
Fortunatamente me lo incartò. La ringraziai e rapidamente uscii.
Camminai lentamente per i corridoi, guardandomi attentamente attorno.
Mi ero ormai rassegnata quando mi saltò all'occhio una chioma di capelli neri. Riuscivo a riconoscere Shannon anche da dietro.
Sia per la postura che per l'abbigliamento.
Davanti a lei Rider.
Shannon stava giocherellando con i lacci della sua felpa bianca mentre lo guardava. Lo guardava con quel sorriso smagliante che si riservava a poche persone soltanto.
"Sei la solita." Scosse la testa Rider, prima di scoppiare a ridere.
"Mi sei mancato." Disse Shannon. Il suo tono di voce era dolce. Diverso da quello a cui ero abituata e che utilizzava nei miei confronti.
Gli circondò il collo con le braccia e lo attirò a se, stringendolo.
Lui ricambiò l'abbraccio, baciandola fra i capelli.
"Allora, verrai con me sta sera?" Gli chiese lei, una volta sciolto l'abbraccio.
"Va bene, verrò con te." Confermò lui.
La sua felicità era sincera. Non stava fingendo.
Mi Sentii improvvisamente un pesce fuor d'acqua.
Strinsi la busta contenente il pranzo fra le mani e feci un passo indietro, andandomi a scontrare accidentalmente con qualcuno.
"Ciao bella!" Mi salutò Jack.
"Scusa." Gli sorrisi.
"Hai tanta fame oggi, eh?" Mi chiese, facendo un cenno della testa al pranzo.
"Si... era... davvero buono." Balbettai. "Ci vediamo, Jack." Lo salutai, scappando palesemente via.
Camminai nella direzione opposta a Rider e Shannon.
In quel momento qualcuno mi sfrecciò accanto. Mason.
Era così di fretta che non mi aveva vista e non si era neanche preoccupato di avermi colpita.
Svoltò l'angolo, sparendo dalla mia visuale.
Quando, dopo qualche minuto, raggiunsi il punto in cui era andato, che portava all'ingresso, lo vidi.
Megan camminava rapidamente. I suoi capelli biondi svolazzavano ovunque.
L'afferrò per un braccio, trattenendola.
"Dai, Meghy, non fare così." Le disse lui, percorrendo l'interno del suo braccio fino alla mano che strinse.
"Non ce la faccio più Mason." Esclamò lei, con voce sofferente.
"È ancora per poco. Lo sai." Disse Mason. "Fidati di me, piccola." Aggiunse.
Le prese il viso fra le mani, accarezzandole con delicatezza le guance.
Mentre li guardavo mi Sentii ancor più in colpa: non solo l'avevo tradito, ma nel guardarlo con un'altra non provavo gelosia, rabbia o irritazione.
Era come guardare una qualsiasi coppia.
Tuttavia Mason non la baciò sulle labbra.
"Me lo prometti?" Gli chiese lei.
"Te lo prometto." Annuì Mason.
Non sapevo di cosa stessero parlando, ma di una cosa ero certa: quei due avevano qualcosa in sospeso che stavano tenendo nascosto.
Continuai per la mia strada, uscendo di scuola.
Era presto, mancavano ancora due lezioni ma non mi andava di rimanere. Quella sera ci sarebbero stati anche gli allenamenti e non ero pronta a rivedere Rider.
Tornai a casa che non c'era ancora nessuno. C'era un silenzio che delle volte era piuttosto piacevole, ma non quella volta.
I miei pensieri scorrevano incontrollati.
Era un mio difetto: scendere a conclusioni affrettate.
La porta si aprì di scatto. Da essa sbucò mio fratello. Con un colpo secco, che mi fece sussultare, la chiuse.
Come una furia salì le scale.
Lo Sentii colpire qualcosa nella sua stanza e imprecare.
Corsi velocemente per i gradini e mi affacciai.
"Trav? Tutto bene?" Gli chiesi.
Lui si voltò di scatto, spaventato.
"Cami? Che cavolo ci fai a casa?" Sbatté le palpebre.
"Non avevo tanta voglia di continuare le lezioni, non dirlo a mamma per favore." Mormorai. "Tu invece?"
Si voltò e si mise a fare altro.
"Sembravi davvero arrabbiato."
Si voltò e mi guardò attentamente, fino a mettermi in soggezione.
"Oggi sono uscito dopo pranzo. Volevo andare a trovare Cindy. Pensavo le avrebbe fatto piacere."
Nell'esatto momento in cui Sentii nominare la mia amica, il mio cuore si sciolse.
"Le ho mandato un messaggio, ma vedendo che non mi aveva risposto, da stupido ho deciso di entrare.
Abbassai lo sguardo.
"L'ho vista insieme ad un altro. Ma tu lo sapevi già, non è così?"
"Si, lo sapevo già." Sussurrai. "È il suo ex." Deglutii. "Non è tornato da molto, ma quando me l'ha detto, la prima cosa che ho fatto è stata di dirtelo. E mi aveva assicurato che l'avrebbe fatto. Ma evidentemente non è andata così. Capisci che non potevo spifferartelo io, Trav? Non sarebbe stato giusto."
Lui si sedette sul suo letto.
"Non ce l'hai con me?" Chiesi con cautela.
"No." Mormorò. "È tutto okay. Non era niente di serio."
Era mio fratello, non c'era persona al mondo che lo conoscesse meglio di me.
E sapevo che stava mentendo.
Mi sedetti accanto a lui, silenziosa lo abbracciai. Lui si appoggiò contro di me.
"Mi dispiace fratellone." Mormorai.
In un certo senso potevo capire la sua sofferenza. Forse era per quello che mi Sentii ancor più vicina a lui.
La sera la passammo insieme, solo io e lui. Ci guardammo una serie tv su Netflix e cenammo sul divano.
"Almeno è servito a qualcosa." Commentò lui prima di addormentarsi.
"A cosa?" Domandai, alzando il capo.
"Era da tanto che non passavano una serata così, insieme." Sorrise.
"Da anni."
Da quando avevo undici anni e i programmi che guardavamo erano i cartoons.

The boy who stole my heart Where stories live. Discover now