15.

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La scorsa notte, dopo essermene andata dal falò, a piedi, da sola, con il cielo che diventava scuro, non avevo più visto nessuno.
Quella mattina mi ero svegliata di pessimo umore. Tutti i miei progetti per quel giorno speciale erano passati in secondo piano. Persino l'idea di andare al ballo con Mason e sapere che sarei stata con lui tutta la sera, non mi aveva aiutata.
Travis si aggirava per casa agitato. Senza nemmeno bussare fece eruzione nella mia stanza. Indossava solo dei pantaloni eleganti neri e i calzini bianchi.
"Cami, aiutami tu." Lagnò.
Mi mostrò la sua camicia e per poco non scoppiai a ridere. Era tutta stropicciata.
"Certo che potevi pensarci prima." Mormorai, divertita.
"Tra una cosa e l'altra me ne sono dimenticato!" Esclamò.
"Okay, sta calmo però. Adesso la stirerò, non ci vorrà molto. Giusto il tempo che il ferro da stiro si scaldi." Lo rassicurai.
Andai a recuperare il ferro da stiro e lo attaccai alla corrente.
"Secondo te dovrei metterci la cravatta? O quel fiocchetto... non mi ricordo il nome... mi sento un deficiente!" Sbottò.
"Che ne dici di rilassarti un attimo?" Ridacchiai. "Mettendo la cravatta assumerai un'aria più elegante, puoi stare anche senza se vuoi, sarai sexy." Gli dissi.
"Si forse fa più al caso mio." Commentò. "Sai come si vestirà Cindy?" Mi domandò, curioso.
"Ma come farà Cindy ad entrare se non è della nostra scuola?" Gli chiesi.
"Esistono i biglietti a parte, si paga un po' di più ovviamente, ma questo non dirglielo. Non voglio che faccia storie."
"Comunque si, lo so. Ma questi non sono affari tuoi, quando passeremo a prenderla, la vedrai." Ghignai, tenendolo sulle spine.
Nel frattempo il ferro da stiro si era scaldato. Sistemai per bene la camicia, in modo da non risultare con le grinze e cominciai a stirarla.
Una volta pronta lo aiutai ad indossarla per evitare altri danni. Dopodiché mi lasciò sola poiché era arrivato il momento di prepararmi anche io.
Controvoglia mi spogliai dei miei vestiti comodi ed entrai nella doccia. Avrei voluto stare sotto al getto dell'acqua calda, in mezzo al vapore, per il resto della giornata.
Indossai solamente gli slip.
Quando mi infilai il vestito che Rider aveva scelto per me, lo agganciai e mi guardai, mi sentii come le principesse delle favole.
Aveva quel tocco unico che incatenava lo sguardo. Ne ero ammaliata.
I capelli li lasciai lisci lungo le spalle.
Decisi di infilare le scarpe per ultimo, cosicché nessuno mi avrebbe scoperta nella mia missione segreta.
Silenziosa sgattaiolai fuori dal bagno ed entrai nella stanza dei miei genitori. Mi piazzai davanti alla specchiera di mia madre. Tra i cosmetici di ogni tipo vidi proprio ciò che stavo cercando.
Afferrai il rossetto rosso, quasi bordeaux, dall'effetto opaco.
Con cautela lo stappai. Doveva averlo pagato tantissimo, già dall'esterno si poteva capire.
Mi sporsi verso lo specchio e concentrata me lo passai lungo le labbra.
Dietro di me, nello specchio, d'un tratto vidi una seconda figura oltre alla mia.
Sobbalzai per lo spavento e spalancai gli occhi.
"Io..." Balbettai.
Mia madre mi guardava con uno sguardo indecifrabile.
"Non sapevo ti piacesse truccarti." Disse solamente.
"Mi dispiace di aver toccato le tue cose." Mi affrettai a dire, gesticolando.
Lo rimisi al suo posto e mi allontanai, con l'intenzione di uscire.
A mia madre gli si inumidirono gli occhi.
"Stai... bene?" Le chiesi.
Quando mi fermai a pensare mi resi conto che era davvero strano che fosse a casa a quell'ora.
"Hai paura di me?" Mi domandò.
Aprii la bocca ma non uscì alcuna parola.
"Hai paura di me." Affermò. "È terribile. Un figlio non dovrebbe temere la propria madre." Scosse la testa.
Strinsi le labbra e distolsi gli occhi dal suo sguardo.
Avrei voluto negare ma non sarebbe stata la verità. Da quando ero tornata a casa, dall'Inghilterra, avevo sempre cercato di stare lontana dai miei genitori nel tentativo di fuggire agli impulsi di rabbia che provavano nei miei confronti. 
"Devo sembrare una di quelle mamme orribili che si vedono nei film, di quelle che portano i figli a voler scappare di casa. Ci scommetto che l'hai pensato anche tu." Mormorò.
Non parlai ancora. Aveva ancora beccato nel segno.
Certo, era stata solo un'idea la mia. Ma alcune volte l'avevo davvero desiderato con tutta me stessa.
"Non ti vedevo da tanto tempo."
Neanche io la vedevo da tempo. Da anni per la precisione. Le videochiamate non reggevano il paragone.
L'ultimo suo abbraccio che mi ricordavo risaliva a prima di partire in Inghilterra. Quando avevo i miei miseri tredici anni e a volte mi sedevo sulle sue ginocchia.
"Sei diventata bellissima." Disse. Sembrava commossa. Nella sua voce un pizzico di tristezza.
Si avvicinò a me e mi accarezzò il viso. Per un attimo mi abbandonai contro la sua mano e mi dimenticai di ogni cosa.
Mi prese per le spalle e mi attirò a sé.
"Mi dispiace di non esserti stata accanto." Mi disse, realmente dispiaciuta. "Spero riuscirai a perdonarmi." Aggiunse.
Si scostò da me, non prima di avermi baciata sulla fronte.
Aprì il suo armadio e ci frugò dentro. Poco dopo ne estrasse una borsetta con la tracolla a catena, rossa.
Infilò il rossetto che avevo utilizzato e me la porse.
"Prendi questa, così puoi metterci anche il telefono ed essere sicura di non perderlo."
Sbattei le palpebre. "No... non vorrei rovinarla, se dovesse cadermi qualche drink sopra sarebbe la fine..." sventolai una mano.
"Non importa, ne ho tante. Te la regalo." Mi sorrise.
"...grazie." Esclamai, ancora stupita da tutto ciò.
"Ti aspetto di sotto per le foto!" Mi avvisò, uscendo dalla stanza.
Mi guardai allo specchio e avevo davvero un'espressione esterrefatta come pensavo.
Calzai le scarpe e scesi le scale.
Travis era già pronto, proprio senza cravatta come gli avevo detto io. Era particolarmente bello con quel completo.
Lui si voltò verso di me, sentendo i miei passi. Stava per dire qualcosa quando si fermò, con una mano a mezz'aria.
"Ho appena cambiato idea, non ti accompagnerò più da nessuna parte." Mugugnò.
"Se non ha da dire sul mio abbigliamento non è mio fratello." Dissi esasperata.
Sentii la mamma ridere leggermente.
"Sento già i pensieri di tutti i maschi che saranno presenti." Si lamentò.
"Magari troverà il ragazzo dei suoi sogni." Si intromise la mamma. "Io l'ho conosciuto proprio ad un ballo vostro padre." Ci raccontò emozionata.
"Mi assicurerò di persona che ciò non si ripeta." Borbottò.
"Forza, mettetevi vicini e sorridete!" Ci ordinò, stridendo fra le mani la macchina fotografica.
Io e Travis ci affiancammo. Allungò un braccio e mi circondò le spalle, sorridemmo.
"Mi raccomando divertitevi! Non bevete tanto e cercate di arrivare a casa insieme e vivi!" Ci raccomandò la mamma, una volta scattata la foto.
"Sulla prima, per quando riguarda Travis, non ti assicuro niente." Risi.
"Ah si?" Fece mio fratello, uscendo fuori di casa. "Se non sbaglio sei tu quella che al compleanno di Cindy, a fine serata, non riusciva a distinguere un comodino dal wc e voleva fare la pipi proprio sopra di esso."
"Cosa?! E questo quando è successo?!" Strillai, seguendolo dentro alla sua auto.
Lui se la rideva a crepapelle.
"È stata una scena così esilarante! Ti sei persino arrabbiata perché non riuscivi a toglierti la gonna."
"Sta zitto!" Lo colpii sulla spalla.
Lui continuò a ridere.
Quando arrivammo davanti a casa di Cindy si fece serio tutto d'un colpo.
Si guardò dallo specchietto retrovisore e si sistemò i capelli, che essendo ricci, non si mossero di una virgola.
Lo presi per il colletto della camicia e gli sganciai i primi due bottoni, scoprendo qualche centimetro del suo petto.
"A Cindy verrà l'acquolina in bocca." Lo rassicurai.
La mia amica uscì da casa sua, fece il giro della macchina. Sembrava nervosa, anche io lo sarei stata al posto suo.
Aprì la portiera e si sedette accanto a mio fratello.
"Hey." Ci salutò, sorridente.
Travis le sorrise agitato.
"Cavolo Cami, sei più strepitosa del solito sta sera!" Mi disse, osservandomi con attenzione.
"Smettila o a mio fratello verrà una crisi isterica." Risi.
"Perché?" Chiese, guardandolo.
"Perché è preoccupato per i ragazzi che secondo lui al ballo mi guarderanno e dei loro pensieri. Li sente." Gli indicai la testa.
"Cosa sei? Una specie di Edward Cullen?" Lo prese in giro lei.
Mio fratello mise il broncio, offeso.
Il viaggio fino a scuola fu abbastanza silenzioso. Sapevo che non vedevano l'ora di stare da soli, mi sentivo un tantino fuori posto.
Una volta giunti al parcheggio davanti all'ingresso, l'agitazione cominciò a farsi sentire.
Strinsi la borsetta mentre seguivo mio fratello e Cindy, stando attenta a non cadere con quelle scarpe che mi ritrovavo ai piedi.
All'ingresso una guardia ci fermò, consegnammo i nostri biglietti e ci timbrò il braccio.
Fu come entrare in un mondo parallelo. Al pavimento un lungo tappeto rosso che finiva ai piedi del palchetto ben allestito. Attorno a noi il fumo artificiale e luci colorate che correvano ovunque. La musica rimbombava.
Studenti di ogni età andavano e venivano euforici, gridavano per farsi sentire e ballavano.
Velocemente mi allontanai da Travis e Cindy e mi inoltrai nella mischia, alla ricerca di Mason.
Lo vidi da lontano, appoggiato sul banco degli alcolici per non dare peso al piede infortunato.
Sorrisi e lo raggiunsi.
Indossava una camicia nera che gli stava a pennello.
"Hey!" Mi salutò quando mi vide arrivare. "Mi stavo giusto chiedendo che fine avessi fatto!" Disse, impaziente.
"Eccomi." Allargai le braccia.
Afferrò il bicchiere che aveva accanto al fianco e tracannò il contenuto in un sorso solo.
"Come va...?" Gli chiesi, indicandogli il piede con l'indice.
Alzò i suoi occhi arrossati su di me e mise il broncio. Sembrava avesse bevuto ancora prima che io arrivassi.
"Male!" Sbottò. "Non posso muovermi! E adesso devo anche andare in bagno!" Si lamentò.
Afferrò le sue stampelle e in modo impacciato si allontanò verso il bagno, avvisandomi che sarebbe tornato subito.
Io abbassai le spalle delusa. Non solo aveva la sbronza rabbiosa, ma non mi aveva neanche praticamente notata.
Pensando ci avrebbe messo pochi minuti, rimasi comunque abbastanza serena e lo aspettai lì dove mi aveva lasciata.
Man mano che il tempo passò, capii che sarebbe dovuto già esser tornato.
"Camille!" Esclamò Jasmine, balzandomi davanti.
"Ciao." Alzai una mano.
"Cos è quella faccia triste?" Sbatté le palpebre.
"Sono appena stata piantata in asso." Borbottai.
"Tu?" Mi chiese, come se fosse impossibile.
"Esattamente!" Sbuffai sonoramente.
"Mettiti in posa e sorridi!" Mi ordinò. Mi puntò la macchina fotografica contro e scattò una foto. Fui sicura di esser uscita con un'espressione scioccata.
"Se vuoi posso mettere un annuncio sul mio blog, ti troverò un accompagnatore in ben che non si dica!" Ghignò.
"No... non..." mi bloccai quando lei spostò la sua attenzione da me a dietro le mie spalle. Mi voltai lentamente, per capire cosa ci fosse che la intrattenesse tanto.
Il viso di Rider fu la prima cosa che vidi. Il resto apparì sfocato.
"Ma è possibile che ti trovi sempre ovunque?" Sbottai, spazientita.
Lui in risposta mi sorrise raggiante. Uno di quei sorrisi che ti facevano cascare le mutande.
Incrociai le braccia rifilandogli un'occhiataccia. Gli voltai le spalle e mi allontanai da lui.
"Camomilla!" Mi chiamò.
Mi seguì in mezzo alla folla e mi trattenne per il gomito.
"Che vuoi!?" Lo aggredii.
"Si può sapere che ti prende adesso?" Mi chiese.
"Me lo stai chiedendo davvero?" Gli domandai, scuotendo la testa incredula.
"Non mi sembra di averti fatto qualcosa per cui tu debba incazzarti così tanto." Scrollò le spalle.
"Sei corso in sua difesa, hai creduto a ciò che si è inventata, facendomi passare per la cattiva di turno, quando è stata lei a trattarmi come un oggetto senza valore! Questo per te non è tanto?!" Gli chiesi.
"Ti riferisci a ieri... notte?" Mi domandò.
"Dagli altri me lo aspettavo, ma da te? Pensavo che almeno tu mi conoscessi anche solo il tanto che bastava per sapere che io non sono... così." I miei occhi si inumidirono involontariamente.
"Io non sono corso in sua difesa e tantomeno ho creduto a ciò che ha detto. Mi sono precipitato da te... e ti ho tenuta lontana da lei per evitare che facessi qualcosa di sbagliato!" Gesticolò.
"So com'è fatta Shannon e so di cosa è capace." Aggiunse.
"Sbaglio, o da questa bellissima bocca è appena uscito il mio nome?" Chiese proprio lei, infilandosi fra noi due. "Cosa dicevate? Che sono fantastica?" Sbatté le ciglia.
Gli circondò il collo con un braccio e con l'altra mano gli accarezzò il petto.
"Si, fantasticamente finta." Obiettai.
Il suo sorriso si spense.
"Non ti permettere, ragazzina." Mi minacciò.
"Se qui dentro non c'è niente-" le picchiettai la testa. "L'età conta ben poco."
"E quel vestito da dove l'hai preso? Sembri..." lasciò la frase in sospeso, rivolgendomi una smorfia. Sicuramente stava per dire una delle sue cattiverie.
"Sexy?" Intervenne Rider.
Entrambe ci girammo verso di lui, ma con espressioni diverse. Io ero sorpresa, lei infuriata.
"Non per altro l'ho scelto io." Si vantò.
"Come?" Chiese Shannon con voce strozzata.
Alzai gli occhi al cielo, girai i tacchi e me ne andai, lasciandoli alle loro discussioni.
"Hey, bella!" Strillò Jack venendomi in contro.
"Ciao Jack." Risi.
"Vieni a giocare con me! Stavo giusto cercando un compagno di squadra!" Non era una richiesta. Anche perché mi prese per un braccio e mi trascinò con se.
Raggiungemmo un gruppo di ragazzi radunati attorno ad un tavolo.
"Ragazzi! L'ho trovata!" Annunciò Jack, mostrandomi ai suoi amici.
I loro sguardi scorsero su di me curiosi ed evidentemente sorpresi.
"Sai giocare a Beer pong?" Mi domandò Jack.
"Ne ho già sentito parlare." Risposi. Era vero ma non avevo mai partecipato ad una 'partita'.
"È facile, vince chi riesce a centrare più bicchieri possibili con questa pallina." Mi spiegò mostrandomi la pallina. "Ovviamente poi il contenuto si beve." Aggiunse, elettrizzato.
"Saremo contro loro due?" Gli chiesi, indicando due ragazzi che stavano ridendo da più o meno due minuti consecutivi.
Jack Annuì.
"Comincia pure, signorina." Mi disse uno dei due.
Scrollai le spalle. Presi la pallina dalla mano di Jack. Scrutai i bicchieri sistemati a piramide. Presi la mira e lanciai.
La pallina finì al centro della piramide, cadendo senza troppi giri dentro ad un bicchiere. Era ancora piuttosto semplice, essendocene tanti.
Tuttavia esultai comunque.
Saltellai felice. Presi il bicchiere, tolsi la pallina e bevvi in un sorso solo la birra contenente.
I due ragazzi si preparano mettendo in mostra i loro muscoli, del tutto inutili in un gioco del genere.
Ubriachi quale erano non riuscirono neanche a tenersi in piedi e la loro pallina rotolò sul pavimento, tra i piedi delle persone.
"Questo gioco è noioso." Disse uno.
L'altro scoppiò a ridere.
Io ne approfittai. Presi un altro bicchiere di birra e la sorseggiai molto serenamente, come se si trattasse di succo di frutta.
"Tesoro, stai attenta. Quelle come te non sanno reggere l'alcool." Mi disse uno dei due ragazzi.
"Perché, voi si?" Inarcai le sopracciglia.
"Forse no... ma sono ancora abbastanza sobrio per farti farti fare un giro." Mi disse con un sorrisetto malizioso.
Intanto bevvi il quarto bicchiere di birra.
All'improvviso la musica si abbassò. Il microfono venne accesso. Tutti gli studenti si girarono verso il palco, prestando attenzione ad una ragazza su di esso. Era difficile non notarla, indossava un vestito di un rosa fluorescente.
"Benvenuti tutti quanti al l'homecoming!" Gridò.
Tutti la seguirono in coro strillando e battendo le mani.
"Rimanete concentrati perché fra un po' presenteremo i nostri regina e re di quest'anno che daranno inizio alle danze ufficiali e ai festeggiamenti!"
"Magari questa è la volta buona che Shannon perde il posto. Cominciava ad essere monotono."  Commentò Jasmine, apparendo al mio fianco.
Mi guardò furba.
"Con la maggioranza dei voti, per la sua impeccabile bellezza, il titolo di regina dell'homecoming dance della Millennium high school, va a..."
Gli studenti rimasero con il fiato sospeso, eccetto qualcuno che la minacciò di sbrigarsi.
"Camille Mitchell!" Urlò.
Ci misi qualche secondo a realizzare che avesse realmente pronunciato il mio nome.
Con gli occhi spalancati fissai Jasmine affianco a me.
"Che stai aspettando?" Mi chiese, spingendomi in avanti.
"Camille! Non essere timida!" Mi spronò la ragazza dal microfono.
Non ci fu neanche bisogno di chiedere permesso. Si spostarono, puntandomi gli sguardo addosso.
Lentamente, per non rischiare di cadere, salii quei pochi scalini.
"Congratulazioni Camille!" Mi sorrise raggiante. Afferrò impaziente la corona, cosparsa di brillanti, e me la posizionò sulla testa.
"Allora? Sei pronta a conoscere il tuo re?" Mi domandò.
Una parte di me sperò fosse Mason.
Mi guardai attorno, ma di lui nessuna traccia.
Mi chiesi dove fosse e cosa stesse facendo, se si sentisse bene.
"Due occhi profondi e un fascino senza precedenti, quest'anno ci ha dimostrato di avere la stoffa adatta per fare il leader. Avete indovinato di chi sto parlando?" Chiese la ragazza al microfono.
Le ragazze in particolare gridarono a tutto fiato.
"Rider Smith! Sei tu il re dell'homecoming dance!" Strillò.
Lo guardai camminare del tutto sicuro di se. Quel completo che io stessa gli avevo scelto, gli stava divinamente. Non si poteva negare.
Persino i capelli tirati all'indietro gli donavano.
"Congratulazioni al quarterback improvvisato migliore!"
Rider dovette abbassarsi per permetterle di posargli la corona in testa.
Lui sembrava decisamente più portato per quel ruolo.
Si girò verso di me e mi porse una mano.
Non mi ero mai sentita tanto a disagio nel stringere una mano a qualcuno come allora. Era come se gli stessi permettendo di inoltrarsi in me più del solito.
Mi guidò giù per il palco, fino al centro della sala che non sembrava più tanto spaziosa con tutti quegli studenti.
Dalle casse partì una musica lenta, melodica.
Le sue mani scivolarono sulla mia vita, attirandomi più vicina.
Un po' incerta posai le mani sulle sue spalle.
Era tanto bello da mettermi in soggezione.
"Com'è che alla fine ritorni sempre da me?" Mi sussurrò all'orecchio.
"Coincidenze?" Inarcai le sopracciglia.
"Io lo chiamerei più destino."

\\

Cosa ne pensate della madre di Camille?

Di Mason? Vi piace? Vi fidate di lui?

E Jack? (Devo ammettere che lo amo particolarmente)

Qual è il vostro personaggio preferito? Quello che odiate di più?

Rispondete a queste domande se vi va, ho bisogno dei vostri pareri! 💕

- Niky 😘

The boy who stole my heart Where stories live. Discover now