Andrew tornò al mio fianco con sguardo smarrito. "Non preoccuparti." Riuscii a biascicare finalmente, e il ragazzo mi rivolse un dolce sorriso. Doveva essere un qualche tipo di divinità, altrimenti non sarei riuscita a spiegarmi la sua bellezza.

"Cris, andiamo?" Andrew chiese, poggiando la mano sulla mia schiena. Quasi come se mi fossi resa conto solo in quel momento della sua presenza, alzai lo sguardo su di lui, che mi guardava spazientito.

"S-si." Gli risposi, scuotendo la testa per riprendermi. Intanto, il ragazzo sembrava essersi dileguato nel nulla. Tornai così a guardare Andrew, che ora mi osservava indagatore. "Tutto okay? Sembri scossa."

"Tutto apposto." Lo rassicurai, lui annuì anche se non ne sembrava certo.

"Penso che andrò in biblioteca." Lo informai, passandomi una mano tra i capelli. "Forse trovo un libro di biologia cellulare migliore di quello che abbiamo."

Andrew annuì. "Prendo un caffè e ti raggiungo."

Ci perdemmo di vista nella folla, ed io mi diressi alla biblioteca con passo svelto. Entrai nella biblioteca, e la mistura di odori di libri e polveri mi pizzicò il naso.

Chiesi alla libraia la sezione di biologia, lei me la indicò con un sorriso amichevole. Era forse la prima donna a lavorare in una biblioteca che non risultava zittire anche un fiato ed essere antipatica. Perciò, ricambiai il suo sorriso e mi avviai verso la direzione che mi aveva indicato.

Setacciai con lo sguardo ogni libro presente su quegli scaffali, ne controllai qualcuno, ma sembravano essere peggiori anche del libro che già avevo. Presi il quarto libro, e iniziai a sfogliarlo, era quello più decente lì in mezzo.

"Finalmente sei sola." Disse una voce alle mie spalle. Mi irrigidii in un solo istante, il libro cadde prepotentemente dalle mie mani, provocando un tonfo quando raggiunse il pavimento. Non avevo le forze di girarmi, non riuscivo a muovere un solo muscolo, riuscii a guardare solo quell'ammasso di libri sconnessi davanti ai miei occhi. Sentii la sua mano premere sulla mia schiena, e sembrai risvegliarmi solo in quel momento.

Mi voltai velocemente ed afferrai il suo polso, stringendo i denti con rabbia. "Levami le mani di dosso."

"Vedo che la grinta non l'hai persa." Sorrise lui, sollevando un angolo della bocca. Era così spaventoso in quel momento, sentii l'ansia salirmi fino al cervello.

«Non mostrarti debole, Cris» mi ripetevo. Come diavolo avevo potuto vedere in lui del buono, provare qualcosa per lui? Ero solo una ragazzina ingenua, non avevo idea di chi stavo affrontando, della persona che si sarebbe rivelata in seguito.

"E vedo che tu sai sempre come farmi venire il voltastomaco." Gli risposi in un sibilo, lui però non sembrò scalfirsi, anzi.

"E il tuo fidanzato, dove l'hai lasciato?" Osservai la mano di Thomas sollevarsi, sfiorare il mio volto e portarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Deglutii con fatica, quel tocco fu capace di farmi venire i brividi. "Hai ammaliato anche lui, devo dartene atto."

"Non è il mio fidanzato." Dissi immediatamente, senza rendermene conto. Forse avrei dovuto mentirgli, dopotutto considerava Andrew ancora un suo amico, non mi avrebbe più sfiorata in quel caso. Ma che andavo a pensare? Thomas era un ragazzo che non si faceva scrupoli, ed io ero stata la prima ad averne le prove. Non credevo che con qualche anno in più di maturità sarebbe cambiato. Anche perché, di maturità nei suoi occhi non ne vedevo ombra.

"E allora perché ho la sensazione che lui sappia più di quanto gli sia concesso?" Disse lui, con un sorriso perfido e spregevole. In quel momento fu come se l'intera libreria mi fosse caduta addosso, come se fossi stata risucchiata dal pavimento. Lui lo aveva capito, aveva capito che Andrew sapeva. Ma non potevo dargliene la certezza.

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