Ad ogni modo, l'esperienza con Thomas mi segnò a tal punto da farmi chiudere i ponti con qualunque essere appartenente all'altro sesso. La mia prima volta non sarebbe stata di certo un vanto per me, anche perché a volte, nei sogni, il suo tocco ancora lo sentivo, e una volta sveglia correvo a vomitare. Era uno dei mille traumi della mia vita, a cui non avevo dato il permesso di distruggermi. Niente l'avrebbe fatto, io ero Cris, ed ero una donna forte e indipendente. Chiunque provasse a rompere il mio castello di vetro, doveva credere di essere riuscito a provocare solo un'ammaccatura.

Cher scrollò le spalle, ma la vidi sorridere mentre prese un altro sorso. "Chiamami anche ninfomane, te lo concedo." Risi con lei, buttando giù il mio bicchiere in tre sorsi. Scesi dal bancone, la mia migliore amica si avvicinò a me e mi poggiò un braccio sulle spalle. "Non pensarci più ora, l'unica cosa a cui devi pensare è l'alcolico da scegliere per il prossimo giro."

Optai per un bicchiere di Jagermeister, Cher continuò con la Sambuca, decisa a non voler mischiare diversi alcolici tra loro. L'amaro bruciò nella mia gola quando lo bevvi tutto d'un sorso. Non dovetti aspettare molto prima che i primi giramenti di testa iniziassero a manifestarsi.

"Andiamo a ballare? Devo cercare tuo fratello, prima che qualche oca gli si accolli." Cher mi afferrò un polso e mi spinse nell'altra stanza. La musica sembrava essere addirittura più alta, tutto ai miei occhi risultò più confusionario, ma l'alcol che avevo in corpo mi permetteva di non pensare ad altro se non divertirmi. Così mi lasciai trascinare da Cher nella pista da ballo, e ci scatenammo come delle dannate. La musica passò dalla tecno, alla latino-americana. Ballammo ogni singolo genere che passarono, e nel mentre bevemmo altri due bicchieri, non mi ricordavo esattamente di cosa.

"Eccolo, lo vedo!" Cher urlò da sopra la musica, indicando un punto oltre la mia spalla. "Ed è ancora con quella sanguisuga di Andrew, è il mio momento!"

"Cosa?" Le dissi, sconvolta. "E io che faccio? Vi guardo?"

Cher mi guardò impassibile, dall'alto in basso. Mi passò una mano tra i capelli, rendendoli più voluminosi. Passò un dito attorno il contorno delle mie labbra, e mi osservò di nuovo. "Ecco, ora fai trasparire sesso da ogni poro. Vedrai, tornerai in stanza con un bel manzo."

E così dicendo, mi lasciò da sola in mezzo alla pista da ballo. Vidi come si avvicinò a mio fratello, facendo finta che fosse una casualità. Mio fratello sorrise sinceramente nel vederla, e liquidò velocemente Andrew che, esattamente come me, iniziò a guardarsi intorno.

Improvvisamente sentii l'urgenza di andare in bagno. Ogni volta che bevevo, dovevo correre in bagno più volte, non riuscendo a contenermi. Salii le scale, immaginando che i bagni fossero sempre al piano superiore. Ma non esistevano architetti meno scontati? Perché non mettere il bagno al piano terra? O magari, sul balcone? Decisi di dover diventare architetto e cambiare le regole del gioco.

Mi chiusi la porta del bagno alle spalle e liberai la mia povera vescica sofferente. Diedi una rapida occhiata al telefono, ed erano già quasi le due del mattino. Quando diavolo si era fatto così tardi?

Uscii dal bagno e mi diressi di nuovo al piano inferiore, in quel momento la maggior parte delle persone presenti stava per collassare. L'alcol iniziava a fare i suoi effetti, e mentre le altre persone si sentivano male, io semplicemente mi sentivo più leggera.

Strabuzzai gli occhi quando vidi Cher e Carter parlare in un angolo sotto le scale, lui che le cingeva con possesso i fianchi, e lei con le mani poggiate sul suo petto. Mi salì un conato di vomito, ma pensai che rischiavo di avere altre donne dai facili costumi per cognate, quindi Cher mi andava più che bene. Li persi di vista subito dopo, e non seppi decidere se fosse stato un bene o un male.

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