Trasferimento

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Tornai in salotto senza fare nessun rumore, guardai attentamente dallo spioncino, feci segno a Bryan di non fare rumore.
Dall'altra parte della porta c'era mio padre furioso.

Bryan mi disse di andare a nascondermi così poteva aprire e fargli notare che non c'era nessuno. Mi nascosi nella cabina armadio dietro a dei grossi giubbotti.

Sentivo le urla di mio padre "dov è mia figlia lurido" diceva, i suoi passi avanzavano verso la camera da letto davanti l'armadio. Portai una mano davanti la bocca per cercare di non fare rumore, poi lo aprí e il mio cuore perde di un battito, urlò una seconda volta spaccando qualcosa al pavimento "dov é mia figlia dimmelo o ti uccido!"

Delle lacrime salate scorsero sul mio viso e i singhiozzi mi morirono in bocca cercando di non fare rumore.
"Non é qui" urlò Bryan a sua volta, "esca fuori da casa mia!" Continuò.

Dopo poco tempo sentii altri passi avanzare verso l'armadio:
<< Aurora puoi uscire>> disse Bryan, gli corsi incontro e lo abbracciai lasciandomi andare in un pianto liberatorio, non ne potevo più di stare chiusa lì dentro ne di sentire le urla dei due uomini più importanti della mia vita oltre mio fratello.

<<é meglio se ora io torni a casa>> dissi mentre mi asciugavo le lacrime con il palmo della mano. Chiamai James per farmi venire s prendere. Mezz ora più tardi tornai a casa e prima di varcare la soglia della porta c'era mio padre che mi guardava fuori dalla finestra.
<< tranquilla, ci sono io con te. Se solo si azzarderá a sfiorarti solo con un dito, giuro che lo ammazzo>>
Rivolsi un debole sorriso a mio fratello e gli strinsi la mano.

<<dove sei stata?>> disse papà con tono agghiacciante,
<<ero uscita con delle mie amiche>>

<<io non credo proprio>>

<<eri a casa di Bryan>>

<<no>> dissi con voce tremante

<<si che c'eri, eri nascosta nell'armadio dietro ai giubbotti. Ho fatto finta di non vederti per non prenderti a schiaffi in quel momento>>

<<menti>> dissi sfacciata ma anche timorosa, aveva ragione, io ero lì e lui se n'era accorto.

Si avvicinava pian piano sempre di più, io rimasi ferma, immobile tenendo stretta ancora la mano di James e scattò in avanti non appena mio padre stava per darmi uno schiaffo.

<< non azzardarti a toccarla>> disse James
<<se non taci ne do anche a te>> sbottò mio padre.

<< tu provaci, ed io ti denuncio>>
Lasciai all'istante la mano di James e scappai in camera mia. Mi chiusi la porta alle spalle girando la chiave. Non volevo ne vederlo ne sentirlo. L'indomani mi sarei trasferita a casa di Bryan.

Mi svegliai molto presto, infatti guardando l'orologio m'accorsi che erano appena le 07:10, presi le mie valigie e le portai al piano di sotto. Mio padre non ne sapeva nulla, non l'avevo più incontrato da ieri sera. Ad aspettarmi alla porta c'era James con uno sguardo assente, ormai si era abituato alla mia presenza in quella casa.

<<sai che io non ti abbandonerò mai vero James?>>

<<certo che sì! Mi mancherai moltissimo, mi mancherà averti fra i piedi e soprattutto mi mancheranno le nostre gare per arrivare prima al bagno. Mi mancherá moltissimo la tua allegria e mi mancherà avere un piccola mocciosetta per casa>>

<<stupido!>> dissi scompigliandogli i capelli,
<<sai che ci sono sempre>>

Senza dire una parola, prese i miei bagagli e li mise in macchina. Il "viaggio" durò molto poco e silenzioso. Chiamai Bryan per avvisargli  che stavo sotto casa ad aspettare che scendesse a prendere i bagagli.

<<eccomi>> disse per poi prendere le valige dalla macchina.

<<James>> continuò lui.
<<grazie di tutto>>

Innamorata del &quot;nemico&quot;Where stories live. Discover now