All'oscuro di tutti

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Mi distaccai dall'abbraccio, la ferita era ancora aperta ed era passato quasi un anno, lo guardai con stupore meravigliandomi del suo gesto inaspettato proprio sotto gli occhi della sua nuova fidanzata di cui non sapevo nemmeno il nome.
Si scusò e prese le chiavi dalla mia mano toccandomi un ultima volta. Sorrisi debolmente e corsi via, non potevo rimanerci un minuto in più lì dentro, l'aria si fece un po' troppo pesante.

Per strada incontrai Damian non era molto contento dalla sua espressione, non gli andò giu il fatto che io avessi riconsegnato le chiavi a Bryan.
<<non m'importa quella casa l'ha presa lui e a lui doveva ritornare.>>
<<era casa tua quella!>>
<<Damian ascoltami, il culo ti rode per la casa o perché ho rivisto Bryan?>> sbraitai furiosa
<< per tutte e due le cose. Non riesco a capire come tu faccia a restituire le chiavi di casa tua alla persona che l'ha presa per te e poi ti ha abbandonato.>> urlò più forte di me ma gli tenni testa e non abbassai la guardia. Ero più furiosa che mai, stava esagerando con le parole e da lui non me li sarei mai aspettata.
<<Damian stai zitto, hai fatto molto questa giornata. Ringrazia se sono ancora qui a parlarti.>> il suo viso s'incupí mostrando i suoi occhi tenebrosi e furiosi, stava per dirmi qualcosa di cattivo.
<<lurida stronzetta, ascoltami bene e apri quelle maledette orecchie. Io l'ho fatto per te e la tua famiglia, dovresti ringraziarmi.>>
La mia mano partí senza preavviso e si scagliò contro la sua faccia. Un segno rosso iniziò a formarsi sulla guancia sinistra, devo dire che avevo un destro infallibile.
<<sta alla larga da me>>

Improvvisamente mi prese per un braccio e mi portò di sopra, chiuse la porta di camera mia a chiave e mi spinse sul letto. Mi baciò con foga e passione, non avevo mai ricevuto un bacio del genere da lui era la prima volta.
<<adoro quando fai la stronza con me>>
<<sta zitto e continua>> dissi tutto d'un fiato, non avevo voglia di litigare, non con lui, non con l'unica persona con cui stavo bene e che amavo.

Mi rivestii in fretta non appena sentii dei passi nel corridoio, era mio fratello, fu sorpreso non appena mi vide ancora lì, che aveva da guardare così tanto pensai..
<<hai la maglietta al contrario>> trattenne a stento una risata che riecheggiò in tutto il corridoio.
<< cos hai da ridere stupido!>> iniziai a ridere con lui. Dopo Damian era la prima persona a cui potevo riferirmi anche se lo conoscevo appena, mi ispirava fiducia, era simile a me e anche se era stato scontroso con me e avevo miliardi di motivi per mandarlo al diavolo, in qualche modo, io gli volevo bene e faceva parte di me e della mia vita.

<<cosa succede qui, cosa sono queste risate?>> disse Damian uscendo dalla mi camera. M'immobilizzai quando James ci guardò con aria interrogatoria,ma poco dopo capí il perché della maglia al contrario e fulminó con lo sguardo il suo migliore amico.
<<la prossima volta che vai a letto con mia sorella, cerca di fargli almeno mettere la maglia dritta o la sgamerò in men che non si dica>> fece per andarsene e io guardai il mio fidanzato imbarazzata.
<< c'avrà sentito?>> chiese ridendo, gli risposi con un cenno del capo e risi all'idea di mio fratello che ci becca a letto insieme.

Passò una settimana dal mio arrivo in quella casa, io e mio fratello andavamo sempre più d'accordo, alcune volte mi invitava a dormire in camera sua insieme a lui. Scoprii che dormivamo nella stessa posizione, era buffo vederlo dormire come me, infatti mi divertivo a scattargli foto e registrare messaggi vocali mentre russava per poi mandarglieli. Avevamo un bel rapporto tutto sommato. Non me lo aspettavo. Papà lo vedevo poco, era sempre impegnato a lavoro ma quando ci incontravamo per casa era sempre una festa, mi abbracciava e mi chiedeva sempre come fosse andata la giornata. Gli interessava molto, mi raccontava spesso di quando ero bambina prima che mi portassero via.

Somigliavo alla mamma. Lei ora non c'era più morí qualche anno fa di cancro, avevo i suoi stessi occhi che trasmettono dolcezza, il suo colore di capelli diceva, mentre raccontava della mamma, i suoi occhi si riempivano di lacrime. Lui l'amava e come se l'amava, si intuiva dal suo sguardo quando accennava qualcosa riguardo a lei, di come mi guardava cercando di intravedere i suoi lineamenti.
Ogni volta che mi parlava di lei io mi incantavo nel seguire la storia, amavo le parole che usava per descriverla.

In quei giorni di Bryan nemmeno l'ombra, eppure ne sentivo la presenza ogni volta che varcavo la soglia di quel maledetto cancello dell' università, era un ansia continua, dopo l'abbraccio non volevo più incontrarlo ne in classe ne nei corridoi. Mentre ero immersa nei miei pensieri sentii una forza sovrana tirarmi per un braccio e portarmi in un aula buia.
<< Damian cosa fai>> dissi alla figura scura che mi ritrovavo davanti
<<mi manchi da morire>> aprii la bocca per dire qualcosa, ma lui mi precedette, premette le sue labbra con forza sulle mie e mi spinse al muro, le nostre lingue si incontrarono ballando insieme in una danza lenta e calorosa.
Potevo riconoscere quelle labbra fra miliardi di persone, non erano di Damian, quelle non avevano nulla a che vedere con lui.

Si staccò a malavoglia da me e mi guardò negli occhi quasi incantato e con la voglia di baciarmi ancora, ma capí che avevamo poco tempo.
<< mi manchi Aurora cazzo. Ti amo e ti amerò sempre!>> mi guardò per un attimo e poi continuò: << sarà il nostro segreto Aurora, promesso?>>
<< promesso.>>

Innamorata del &quot;nemico&quot;Where stories live. Discover now