Home sweet home

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Misi il vestito più elegante che avevo nell'armadio, scarpe col tacco in vernice nera e lo ammetto, un completino intimo super sexy, prevenire é meglio che curare pensai.
James mi accompagnò all'entrata dell' Università dove ad aspettarmi c'era Bryan. Aveva un completo nero, era stupendo, un Dio greco sceso in terra per sballare totalmente i miei ormoni impazziti.

<< sei stupenda stasera>> disse arrossendo.
<< tu non sei da meno>> risposi subito.

<<ragazzi io vi lascio e mi raccomando, non combinate casini o saranno guai. Io stasera resto a casa quindi per qualsiasi cosa chiamatemi.>> rivolsi un sorriso a mio fratello e lui fece per andare via.

<< prima di salire in macchina devo bendarti.>> disse ridendo

<<non é che vorrai rapirmi é portarmi in qualche posto perduto?>> dissi continuando a ridere
<<tranquilla>> disse continuando s ridere come se avessi disse qualcosa di divertentissimo.

Durante il tragitto Bryan non mi rivolse una sola parola, ma sentivo una sua mano sulla mia gamba, emanava tanto calore e la cosa mi piaceva quindi poggiai una mia mano sulla sua.
Il viaggio durò poco a dire la verità, mi aspettavo un viaggio di tipo mezz ora è invece no, cinque minuti non di più.

Ero curiosissima, volevo togliermi la benda ma non potevo. Pochi secondi dopo sentii lo sportello dell'auto aprirsi, Bryan allora mi porse la mano e mi aiutò ad uscire dal veicolo.
Attraversammo la strada poi sentii un portone aprirsi, un ristorante di lusso pensai.

Poco dopo mi ritrovai in un ascensore, questo ristorante secondo me sapeva tanto di essere tipo Hotel con l'ascensore. Allora sicuramente sará un hotel a cinque stelle pensai. Nulla di tutto ciò. Sentii l'ascensore fermarsi, poi un rumore di chiavi.

La porta si aprì e Bryan mi diede una mano ad entrare. Rimasi meravigliata alla vita di quello che avevo davanti a me, era casa mia, cioè meglio dire casa sua.
Rimasi meravigliata dello stato in cui la trovai, la fece dinuovo come piaceva a me, con i mobili laccati in bianco moderno, il divano nero in pelle e la cucina grigia. Tutto come desideravo.

Varcai la soglia della cucina, c'era la tavola imbandita con molte pietanze già sul tavolo, due candele accese e la stanza profumava di vaniglia, il mio profumo preferito.

<<tu sei impazzito>> dissi emozionata
<<questa sarà sempre casa nostra>>
<< ma se non ci siamo mai qui dentro>> dissi toccando con un dito i bordi del tavolo.
<< ma ci saremo, sempre e per sempre>> sospirò e poi continuò a parlarmi:
<< io mi trasferirò qui la settimana prossima, ho già sfrattato il mio dormitorio e portato alcune cosa qui, mi mancano pochi scatoloni e mi trasferisco del tutto>>
<< ne sono felice>> saltellai sul posto battendo due volte le mani.

Come antipasto preparò delle bruschette col pomodoro, frittura all'italiana e delle olive bianche. Mangiai tutto, era buonissimo.
Poco dopo serví il primo piatto, carbonara, il mio piatto preferito in assoluto con tanto di pepe nero sopra.
<<sapevo che era il tuo piatto preferito, disse poggiandomelo sul tavolo.

<<ti ringrazio, si hai azzeccato, é in assoluto il mio piatto preferito>> sorrisi

Finita la cena, tolsi le scarpe e mi fiondai sul divano, sistemai la coperta e lo invitai a sedersi di fianco a me.
<< vorrei starci ore infinite così con te.>> dissi guardandolo.
Arrossí alle mie parole e poi aprí bocca per parlare: << vorrei starci per tutta la vita così con te>> mi baciò con passione.

Le sue mani si fecero strada sotto al vestito accorgendosi del mio completino in pizzo.
Con un movimento delicato sfilò il mio abito e rimasti in mutande davanti a lui ancora una volta. I suoi occhi mi scrutavano ogni lembo di pelle, le sue mani vagavano su tutto il mio corpo sfilandomi l'intimo.

Si mise su di me e mi bació ancora una volta prima di unire i nostri corpi e crearne uno solo.
Non esisteva più il corpo di Aurora oppure il corpo di Bryan, no, esisteva un solo corpo e una sola anima. Esistevamo noi e nulla più

Innamorata del &quot;nemico&quot;Kde žijí příběhy. Začni objevovat