Con le mani tremanti sfilo una sigaretta dalla borsa e mi dirigo a passo debole alla finestra.

Osservo la sigaretta consumarsi mentre butto un'altra nube di fumo. Gli occhi rivolti al grigio cielo di Londra mi bruciano da morire a causa delle lacrime che scendono ininterrottamente senza lasciarmi tregua.

Come ho potuto essere così stupida?
Sapevo che i sentimenti che provavo nei confronti di quel ragazzo arrogante e bastardo mi avrebbe condotto alla distruzione, ma non sono riuscita ad oppormi al suo sguardo che fin dal primo giorno mi ha trafitto l'anima.

***

Trascorro  il resto della giornata inerme sul letto. Il mio tentativo di studiare per prepararmi agli imminenti esami è fallito miseramente, speravo fortemente che i grandi classici della letteratura inglese mi avrebbero distolto un po' dai miei pensieri masochistici ma ovviamente nemmeno loro sono stati in grado di attenuare la mia sofferenza.
Le parole crude di Derek sputatemi addosso come veleno sono rimbombate nella mia mente per l'intero giorno provocandomi una sensazione di nausea che mi ha impedito di toccare cibo, nemmeno la doccia calda durata trenta minuti è riuscita a spazzare vie le speranze infrante impresse sul mio corpo.

Fortunatamente la sera le lacrime si sono esaurite e dopo aver ritrovato un po' di equilibrio mentale chiamo mia madre.
Ha cercato invano di mettersi in contatto con me tutto il pomeriggio per messaggi o tramite telefonate, ma l'ho volontariamente ignorata.

Volevo stare sola e non sentire nessuno, e poi avrebbe percepito l'amarezza del mio tono di voce e avrebbe iniziato ad asfissiarmi con le sue impertinenti domande

<< Giulia...È tutto il giorno che ti chiamo>> dice lei con tono preoccupato rispondendo al primo squillo.

<< Mi dispiace mamma. Ho studiato molto>> mento portando una mano tra i i capelli con un gesto melodrammatico.

<< Oh capisco. Volevo solo dirti quando hai intenzione di tornare a casa per le feste natalizie >>

Non avevo proprio pensato al fatto che tra un po' sarà Natale, la mia mente era troppo concentrata a pensare a Derek e tutto ciò che non riguardava lui veniva spudoratamente ignorato.

<< Non lo so ancora>> ammetto sinceramente
<< Tuo fratello torna a casa domenica prossima quindi puoi partire con lui se riesci a finire gli esami >>
<< Si va bene >> rispondo secca

Inizia a raccontarmi pettegolezzi sui vicini di casa, ma non riesco più ad ascoltarla. La mia mente è incapace di elaborare queste informazioni di cui non me ne frega assolutamente niente.
<< Giulia mi stai ascoltando?>> afferma mia madre notando il mio silenzio tombale
<< Si... cioè un po'>> ammetto tormentandomi le pellicine delle unghie
<<C'è qualcosa di cui dobbiamo parlare?>> chiede e percepisco una nota preoccupata nel suo tono di voce.
Faccio cenno con la testa in segno di diniego ma poi mi ricordo che non può vedermi e quindi mi affretto a dire
<< No è tutto apposto. È solo che...emh... lo studio mi sta facendo impazzire >>

Certo come no. Mi sta facendo impazzire tutto eccetto lo studio, mi ricorda la voce beffarda della mia testa.

<< Sei sicura?>>
<< Si mamma >> rispondo marcando lentamente le parole e alzando gli occhi al cielo.
<< Hai qualche problema con Clark? >> continua imperterrita in tono preoccupato

Sbuffo spazientita dalla piaga che sta prendendo la conversazione ma decido di rilevarle la verità.
<< Io e Clark abbiamo chiuso >> ammetto in tono secco.
Dall'altra parte sento solo silenzio, se non fosse per il parlottio della televisione penserei che si fosse staccata la chiamata.
<< Mamma ci sei?>>
<< Si scusa tesoro... è solo che...insomma...perché  non me ne hai parlato?>>
<< Perché non c'è niente di particolare di cui parlare>>
<< Come vuoi >> sentenzia rassegnata

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