<< Dai Giulia... Solo per cenare insieme. >> insiste Michi.

Sbuffo esausta. So che non la smetteranno finché non accetto il loro invito.
<< Va bene. Però dovete portarmi qui subito dopo cena >> li avverto.
Paul esulta.
<< Evviva! Preparati noi ti aspettiamo qui in cucina. >>
<< Ok, non ci vorrà molto. Devo solo infilarmi un jeans e una felpa e sono pronta >> affermo.

Mi guarda incredulo quasi come se mi fosse apparsa una seconda testa.

<< Cos... cos hai detto ? >> balbetta.
<< Ho detto che devo solo mettermi un jeans e una felpa...non ci metterò molto. >> ripeto scandendo lentamente le parole.

Michi ostenta un risolino mentre Paul continua a guardami sbigottito.

<< Una felpa ??! >> ripete nauseato.

Non capisco quale sia il problema.

<< Tu sei completamente fuori di testa. La felpa si mette solo per fare ginnastica non per uscire la sera >> mi rimprovera.

Scoppio a ridere.
<< Tu sei pazzo! Io indosserò la mia felpa. Fine discussione >> ribatto.

<< Daii... Posso farti un favore ? >> mi chiede con un sorriso innocente e gli occhioni dolci.
<< Cosa ? >> sbuffo immaginando già cosa voglia.
<< Puoi vestirti come dico io? Per favore >>

Mi fissa con uno sguardo così implorante che è davvero difficile dirgli di no

Cavolo. Prevedo guai!

<< Va bene. Ma niente di vistoso >> acconsento.
<< Fantastico!! Tesoro adesso a te ci penso io >> mi dice con un tono quasi di minaccia.
Lo guardo perplessa mentre Michi soffoca una risata.

Paul inizia a frugare freneticamente nel mio armadio alla ricerca di qualcosa di sexy da farmi indossare.

Non capisce che è una battaglia già persa in partenza ?!
Non ho vestiti sexy.

<< Oddio Giulia. Ma hai almeno un vestitino ? >> chiede esasperato.

<< No...Te l'avevo det...>>
<< Eccolooo... l'ho trovato >> mi interrompe porgendomi davanti agli occhi un vestito nero di velluto.

Lo guardo confusa.
Non ricordavo di avere questo vestito.

Mentre continuo a fissarlo stranita mi viene in mente che ho comprato questo vestito qualche settimana fa.
Ricordo che mentre lo provavo nel camerino del negozio ho pensato se a Derek sarebbe piaciuto.

È strano come ogni cosa mi faccia pensare a lui. Anche un semplice vestito di velluto.

Questo ragazzo mi ha ridotto male!

Sono indecisa.
<< Non so. Non l'ho mai messo. >> ammetto.
<< Infatti ha ancora l'etichetta...Provalo >> dice Paul mentre mi tende il vestito.

Sospiro e obbedisco.

Sto per levarmi il confortevole pigiama quando noto che mi fissano un po' troppo.
Mi schiarisco la voce palesemente a disagio.
<< Che c'è Giu? Non mi dire che ti vergogni ? Ti devo ricordare che sono gay ? >> esordisce ironicamente Paul.
<< No... cioè un po'... però non mi guardate >> ordino imbarazzata.

Michi ridacchia mentre Paul si rotola sul mio letto coprendosi il volto con le mani.
Mi tolgo il confortevole pigiama

<< Però hai un bel culo >> sentenzia Michi divertita, aumentando ulteriormente il mio disagio.
<< Oddio... Michi ti prego! >>
Sollevo rapidamente il mio vestito mentre sento Paul sghignazzare.

Odio i complimenti. Non riesco a dire un semplice grazie come le persone normali.
Mi sento a disagio e piccole chiazze rosse iniziano a espandersi sul mio viso per la vergogna.
Non ho mai ricevuto molti complimenti e non mi piace essere al centro dell'attenzione.

Mi guardo allo specchio.
Il vestito disegna perfettamente le forme delicate del mio corpo, mettendo in evidenza le mie gambe snelle.
Sul mio volto compare un leggero sorriso, un po' imbarazzato.

Mi piace.

<< Ti sta da Dio! >> esordisce Paul sorridendomi.
<< Concordo a pieno >> interviene Michi.
<< Grazie ragazzi >> rispondo timidamente.

Dopo essermi truccata: come al solito un po' di correttore e il mio adorato mascara, Paul ha insistito affinché indossassi i tacchi.

Principalmente non uso i tacchi per due motivi: numero uno non mi piace tutto ciò che potrebbe attirare l'attenzione su di me, e i tacchi, potrebbero essere un elemento in grado di catturare l'interesse altrui.
Numero due: sono completamente maldestra e incapace di camminare su questi trampoli. Devo continuamente stare attenta a non perdere l'equilibrio.

E non mi pare il caso di perdere anche l'equilibrio fisico, considerando che quello psichico è andato già a farsi fottere.

Sciolgo i miei capelli dal disordinato chignon in cui sono stati legati per tutto il pomeriggio e le mie onde naturali cadono lentamente sulle mie spalle.

Mi osservo nuovamente allo specchio felice del risultato,guadagnandomi un sorriso orgoglioso da parte dei miei amici.

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