Ma com'è possibile?

<< E poi cosa è successo? >> chiedo confusa soffiando leggermente sul cappuccino affinché possa raffreddarsi almeno un po'.
<< Aspetta...Ora te lo racconto. Impaziente eh?>> mi chiede sorridendo
<< Beh.. si.. un po' >> ammetto.
<< Una sera eravamo ad una delle solite feste organizzate a casa di Luca >> continua lui torturandosi le pellicine delle unghie.
<< Erano tutti fottutamente ubriachi, come sempre d'altronde. Alcuni erano riversati a terra a causa dell'eccessiva quantità di alcool che gli scorreva nel sangue, mentre altri erano intenti a scopare in qualsiasi angolo libero della casa.>>

Rimango sbigottita, sconcertata e ignara dell'avventato stile di vita che Clark conduce da quando frequenta l'università. Certo non mi aspettavo che trascorresse il suo tempo immerso nei libri, ma ero assolutamente all'oscuro delle "solite" feste a casa di Luca.
Adesso inizio a comprendere perché mi ha tagliato fuori dalla sua vita da quando si è trasferito a Londra.
Sento la rabbia ribollirmi nelle vene fino ad esplodere nel petto, e faccio appello a tutto il mio autocontrollo per non andare da lui e pretendere spiegazioni. Ma faccio un respiro profondo tenendo a bada la collera mentre Micheal continua il suo racconto.

<< Anche io avevo bevuto, ma non come tutti gli altri. Ero il più lucido della comitiva. Non volevo perdere il controllo, perché per me era importante quella serata. Avevo un appuntamento con una ragazza bellissima >>

Fissa un punto indiscriminato quasi a ricordare quella serata, quasi ad immaginare questa ragazza.

<< E poi? >> lo incalzo mentre sorseggio il mio cappuccino.
<< E poi un cazzo...vagavo per la casa alla ricerca di Miriam, così si chiamava, e all'improvviso rimango pietrificato mentre la vedo appoggiata al muro e Derek addosso a lei che la teneva per la coscia>>
Il tono della sua voce trasuda un'emozione a cui non so dare nome. Una miscela di odio, rabbia e tristezza invade il suo sguardo mentre stringe la tazza con talmente tanta forza da far diventare le nocche bianche.
Scuoto la testa disorientata da quest'ammasso di informazioni e un senso di disgusto avvolge ogni particella del mio corpo.

<< Cazzo! Sai come ci sono rimasto di merda?! Li sentivo ansimare come animali e io non riuscivo ad allontanarmi da quella scena orribile. Io ero innamorato di Miriam, e lui lo sapeva benissimo. Tutti quegli stronzi lo sapevano>> sbraita frustrato.
<<Come ha potuto fare una cosa del genere? Eravate amici>> esclamo tentando di mandare a stento il nodo che si è formato in gola.
Sono delusa dal comportamento di un ragazzo che neppure conosco e, non capisco perché questa confessione mi turba così tanto.
Dovrei essere arrabbiata soltanto per il comportamento di Clark. Eppure in questo momento percepisco solo un'amara avversione nei confronti di Derek.

<< Oh ma quale amici. Loro non sanno cosa significa amicizia. Sono solo un branco di menefreghisti attaccabrighe>> conclude seccato portandosi di colpo la tazza alle labbra.
<< Ti stai riferendo anche a Clark quindi?>> chiedo titubante ma qualcosa dentro di me sa già la risposta.
<< Si Giulia...anche il tuo caro e perfetto fidanzato è così. Sono fatti tutti della stessa merda>> sentenzia in tono schifato.
Quella smorfia di repulsione dipinta sul suo volto mi fa comprendere all'istante che non conosco per niente il mio ragazzo, e che Derek è solo il classico spavaldo presuntuoso.

<< Com'è andata a finire quella sera? >> chiedo.
<< Ho passato il resto della serata chiuso in una camera. Alla fine ero talmente incazzato con Derek che sono sceso di sotto a cercarlo. Avrei voluto ucciderlo. Ma appena lo accusai per quello che mi aveva fatto, mentre gli gridavo contro che mi aveva pugnalato alle spalle, mi resi conto che lui non riusciva completamente a capirmi. Cazzo, era così ubriaco, che non si era nemmeno reso conto che quella ragazza, era la tipa per cui avevo perso completamente la testa >>
Ostenta un risolino nervoso e continua
<< In quel momento mi sono davvero reso conto da chi ero circondato. Me ne andai dalla festa e non volli più frequentarli >>

Rimaniamo in silenzio per alcuni secondi mentre l'unico rumore è il ticchettio delle lancette che segnano lo scorrere dei minuti. Tra di noi cala un silenzio penoso, talmente palpabile da farmi sentire a disagio.
Incastra i suoi occhi duri nei miei e il suo tono profondo e pungente pone fine a quel momento privo di parole.

<< Volevi sapere chi fosse.Eccoti accontenta... Questo è Derek Holder>> annuncia allargando le braccia con un gesto un po' melodrammatico.
<< Ecco perché ieri lo guardavo male cazzo. Perché era accanto a te. E lui non deve stare accanto a te. È soltanto uno stronzo bastardo. Non fa altro che scopare qualsiasi cosa basta che respiri. E quelle stupide cretine che cascano ai suoi piedi come se fosse un Dio immortale, non facendo altro che aumentare il suo ego>>

Lo guardo fisso negli occhi, mentre lui prende fiato e continua << Ed ecco perché odio Clark, perché fa parte di questa gentaglia. Ma okay...di Clark non posso dirti nulla. State insieme da molti anni e magari ti ama davvero. Ma sta lontana da Derek. Dico sul serio >> esclama in tono severo.

Mi irrita il modo in cui ha pronunciato  quest'ultima frase, ma poi capisco che è solo preoccupato.
Micheal è un secondo fratello per me e so quanto mi voglia bene.

<< Tranquillo. Non succederà più. Non dopo questo racconto>> ammetto anche se non pienamente convinta.
<< Bene...>>sentenzia lui e noto che i lineamenti del volto iniziano ad allentarsi e a divenire meno rigidi.
<< Cosa volevi chiedermi tu invece? >> chiedo pronta a rispondere alla sua domanda come gli avevo promesso.
<< Niente.. non ha più importanza >> sbotta secco senza guardarmi negli occhi.

Inarco un sopracciglio dubbiosa e in quell'istante percepisco un gemito provenire dal divano. Saetto lo sguardo in direzione di mio fratello, il quale si sta lentamente sollevando ancora assonnato.
Qualcosa mi dice che la conversazione tra me e MIcheal finisce qui.

<< Buongiorno a tutti >> prorompe Ed mentre si sgranchisce le gambe con gli occhi ancora mezzi chiusi.
<< Buongiorno Ed >> gli sorrido. << Vuoi fare colazione con noi? È rimasto ancora qualche biscotto>>
<< Stronzi...avete finito tutti i miei biscotti! >> obietta in tono scherzoso mentre prende posto accanto a me.
<< Beh.. a mia discolpa posso solo dire che erano al cioccolato. E sai che non posso rinunciare mai alla cioccolata >>
Mi giustifico sollevando le braccia in segno di resa, per tutta risposta scoppia in una risata fragorosa e mi pone un dolce bacio sulla fronte.

<< Sono contento di vederti sorridere. Mi dispiace tanto per ieri sera >> afferma e percepisco un velo di amarezza nella sua voce.
<< Non devi dispiacerti. Non è successo niente... io sto bene>> lo rassicuro sfoderando un sorriso sincero.

Mi sorride di rimando e continua a fare colazione, mentre Micheal rimane in silenzio per tutto il tempo. Ha lo sguardo perso nell'oblio e mi domando a cosa stia pensando.

AudereWhere stories live. Discover now