Mi rifiuto assolutamente di scendere in quel caos.
Indietreggio e inizio a girovagare con la speranza di trovare un balcone su questo piano.
Ma mentre sto per arrendermi  intravedo un piccolo terrazzo alla fine del corridoio. Mi dirigo subito lì per fumare prima che arrivi qualcuno.

Non ho voglia di avere a che fare con qualche ubriaco.
Mi basta il mio.

Mi sporgo per ammirare il cielo ricoperto di nuvoloni cupi e grigi e intanto, sfilo l'accendino dalla tasca della giacca per accendere la sigaretta. Il vento gelido sferza prepotentemente il  mio volto mentre butto una nube di fumo che lentamente si dissolve nell'aria. E in questo momento di estrema solitudine, in cui l'unico rumore è il tenue fruscio degli alberi mi sento avvolgere da un'insolita sensazione di quiete.

<< Non dovresti stare qui!>>  prorompe una voce profonda alla mie spalle.
Trasalisco e mi volto immediatamente.

È Derek. L'amico scorbutico di Clark.

  Ero totalmente immersa nei miei pensieri che non mi ero resa conto della sua presenza.

<< Scusa? >> squittisco cercando di mostrare un atteggiamento calmo e sicuro, ma credo che dal mio tono di voce traspare limpidamente il disagio che questo ragazzo mi provoca.

<< Intendo qui...>> pare esitare, ma poi continua << sola...non è saggio girovagare in una casa piena di ubriachi >> sentenzia in tono serio. Mi pare di scorgere l'ombra di un sorriso, ma non ne sarei tanto convinta.

Lo fisso stupita e in quel momento, quando i miei occhi inchiodano i suoi, per un secondo che sembra infinito, mi accorgo del colore dei suoi grandi occhi.
Sono di un castano chiaro tendente al nocciola, e non posso negare di sentirmi schiava  di quelle pupille che brillano sotto la luce tenue della luna.

<< Invece è saggio spaventare così le persone? Volevi farmi prendere un infarto? >>sbotto

Ostenta una risata e prende posto su una piccola panca mentre si sfila il berretto, poggiandolo sul tavolino. Passa  una mano tra i capelli  spettinati e si accende una sigaretta.
Butta fuori lentamente il fumo guardando verso l'alto e poi i suoi occhi ritornano nuovamente sulla mia figura.

Mi fissa così intensamente negli occhi che sono costretta ad abbassare lo sguardo.

<< Dov'è Clark? >> mi chiede continuando a fumare.
<< Dorme >> rispondo secca, e intanto spengo la sigaretta in un bicchiere di plastica, poggiato sul tavolo.

<< Era ubriaco ? >>

Lo guardo stranita. Non capisco dove voglia arrivare.

<< Un po' >>  mento mordendomi il labbro inferiore.
Fa per dire qualcosa, ma rimane in silenzio.

<< Beh...Io ritorno dentro prima che Clark si svegli e non mi trovi in camera >>

Non risponde.

Sto per entrare, ma in quell'attimo le sue labbra emettono un suono così flebile che faccio fatica a sentirlo.

<< Clark va fuori di testa quando è ubriaco >>

Mi fermo di scatto  e mi volto verso di lui aggrottando la fronte confusa.
<< Che intendi ? >>
<< Perde facilmente il controllo e a volte diventa aggressivo >>
Percepisco una nota di imbarazzo nel pronunciare queste parole, quasi non volesse ammettere questa amara verità del suo amico.

Continuo a fissare questo ragazzo dalle pupille magnetiche. Questo tipo strano che qualche ora fa non ha avuto nemmeno la gentilezza di presentarsi, e adesso mi sta letteralmente mettendo in guardia dal mio ragazzo.

<< Lo so>> mi limito a dire
So com'è Clark da ubriaco, e non mi piace per niente.

Derek continua a fissarmi.
Non vuole insinuare niente. Pare solo preoccupato.

<< Okay>> risponde
<< Okay >> ripeto mentre con una fatica immane distolgo il mio sguardo dal suo, e lo lascio lì sul terrazzo rientrando in casa.

Appena apro la porta della camera da letto Clark  si sveglia di scatto sollevando debolmente il suo viso dal cuscino sul quale era poggiato fino a qualche secondo fa.

<< Dove sei stata ? >> biascica con la bocca impastata ancora di alcool.
<< Sono uscita in terrazza a fumare >>
Riesco a osservare il suo sguardo impassibile, illuminato a malapena dal chiarore di luna che timidamente filtra dalle tende spesse.

<< Okay...beh...vieni qui adesso >> ordina sbattendo la mano sul letto affinché mi possa coricare accanto a lui.

Sfilo velocemente le scarpe e mi sdraio di fianco, dandogli le spalle e intanto lui mi tira a sé cingendomi in vita.

Nel giro di pochi secondi lo risento russare e io vorrei solo svincolarmi dalla sua presa.

Chiudo delicatamente le palpebre mentre immagino quegli occhi nocciola che fino a qualche minuto fa mi scrutavano. Quegli occhi  che sembrano racchiudere un qualcosa che mi attira terribilmente.

AudereWhere stories live. Discover now