Capitolo XXV - Andrea

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Andai in cucina e feci sedere Aurora sull'isola. Le preparai il latte caldo, e presi i cereali che le piacevano. Mia ci raggiunse dopo poco, sedendosi accanto a mia sorella.

-"E a me cosa prepari?" mi chiese addentando un biscotto.

-"Quello che vuoi.."

-"Allora cioccolata calda e cereali!"

-"Anch'io voglio la cioccolata!" urlò Aurora.

-"Va bene va bene adesso la facciamo, bimbe!" dissi enfatizzando l'ultima parola.

-"Grazie!" risposero all'unisono ridendo.

-"Guarda che di solito è la donna che cucina eh carina.." dissi guardando Mia.

-"Beh ma un uomo che cucina è molto sexy sai.." mi disse sottovoce abbracciandomi da dietro.

-"In questo caso, cucinerò sempre io! Promesso!" le dissi ridendo, mentre mescolavo il Ciobar.

Dopo un po' la cioccolata era pronta. Presi tre tazze e le riempii. Poi le misi sulla finestra, perchè non volevo che Aurora si scottasse.

Apparecchiai e le misi sedute. Loro nel frattempo si guardavano e ridevano, mi sentivo quasi escluso, ma in senso buono.

Facemmo colazione, poi giocammo un po' con mia sorella, e nel mentre, mi chiamò mia madre per chiedermi se potevamo andare là per pranzo invece che per cena, perchè la sera lei e papà dovevano andare a teatro.

"Ottimo!" pensai, "Serata con Mia! Evvai!"

-"Certo mamma. Va benissimo! Per le 13 siamo lì!" dissi mettendo giù.

Chiamai Mia e le chiesi se le andava bene. Così la sera saremmo potuti uscire, magari per quel famoso cinema. Non ebbe nulla da ridire, anzi, mi fece un gran sorriso.

Dopo un'oretta richiamammo Aurora all'ordine e ci preparammo.

Mentre lei e Mia riordinavano, io andai a farmi una doccia.

Indossai un paio di pantaloni della tuta e una felpa col cappuccio entrambi grigi, una t-shirt bianca e le mie Nike Air Force One bianche.

Lasciai la stanza a Mia, e vestii Aurora con i vestiti che mi aveva preparato mia madre.

Quando Mia uscì dalla mia camera, mi resi conto ancora una volta di quanto fosse bella. Indossava un paio di leggins neri in pelle, con una camicia bianca che le arrivava sotto al sedere, stretta sotto il seno da una cintura larga nera con la fibbia dorata, che glielo metteva in risalto, e un paio di ballerine militari con le borchie color oro.

Si era raccolta i capelli in uno chignon un po' scomposto da un lato. Era bellissima davvero.

Me ne fregai della presenza di mia sorella, e baciai la mia ragazza.

-"Wow.. Che enfasi stallone!" mi disse Mia riprendendo fiato e sorridendomi.

-"Prendi pure in giro tu! Ma non ti resisto!" le risposi dandole un ultimo bacio.

Presi lo zaino di Aurora, misi il guinzaglio a Tartufo, e ci dirigemmo alla macchina.

Il pranzo passò piacevolmente, e fui felice di stare in famiglia, anche se non vedevo l'ora di essere solo con Mia.Le ero stato lontano tre settimane, e avevo del tempo da recuperare.

C'erano ancora tante cose che volevo sapere di lei ed ero curioso di scoprirle.

La riportai a casa, perchè doveva portare fuori Asia e fare un paio di commissioni per i suoi nonni. Sarebbe venuta da me più tardi, e io intanto sarei andato a salutare alcuni amici e compagni di squadra al campetto dei Giardini Margherita.

Una favola modernaWhere stories live. Discover now