Scott

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Avevo mille domande e quando mi sembrava di capire il suo ragionamento mi dimostrava quanto fossi lontano dalla realtà,ma non mi importava. Il suo sogno nella vita era sempre stato questo mentre io avevo avuto da sempre altri progetti. Vederla così concentrata è così attenta e vigile non faceva che farmi innamorare di più di quella donna che era diventata e della ragazza che ormai aveva smesso di essere. Non potevo fare a meno di ammirarla e di essere attratto proprio dalla parte di lei che non riusciva a nascondere e che sembrava uscire con prepotenza da ogni sua azione. Dopo anni al suo fianco e dopo avere vissuto anche senza di lei ne ero sicuro: l'amavo. Amavo il suo carattere testardo e la sua dolcezza a volte fragile altre invece esigente, amavo come a volte fosse così ingenua e a volte troppo istintiva,amavo il modo in cui amava il suo lavoro e amavo quando mi guardava come la guardavo io. Dopo quella missione avevo deciso che cosa avrei fatto e niente poteva fermarmi.
Verso l'ora di pranzo tutta la famiglia William,noi e Colin ci sistemammo con sedie e panche nella sala dove era ricoverato Lawrence. All'inizio regnò un silenzio quasi imbarazzante poi Padre Robert si rivolse a Colin
- sei stato di grande aiuto- lo ringraziò e lui sorrise mentre Penelope gli stringeva una mano con fermezza.
Il silenzio tornò a regnare.
- è morto un uomo ieri sera in questo ospedale- disse Meg rompendo il silenzio e facendo girare ogni testa a guardarla.
- come dici?- chiese Federik scoccandomi un'occhiata contrariata
- Luis Tommason- continuò seria e decisa Meg. Aveva lo sguardo ad una sola persona,l'unico che non la guardava.
- mi dispiace molto,cercherò i parenti per far loro le condoglianze- disse Padre Robert con occhi pieni di tristezza.
- non vi è alcun parente all'ospedale.... o forse sì- esclamò Meg e vidi Colin scuotere leggermente le spalle.
- come fai a saperlo?- chiese Penelope dubbiosa
- prima di morire l'uomo mi ha detto due parole. Un nome. Il nome di suo nipote- disse infine e anche io la guardai perplesso,poi mi voltai e vidi così Colin che la fissava incuriosito ma anche freddo come un pezzo di ghiaccio. L'indice incomincio a martellare il dorso della mando che stringeva di Penelope e mi resi conto che era nervoso.
- perché c'è lo dici? Lo conosciamo?- chiese Penelope liberandosi dalla stretta di Colin e scrollando le spalle infastidita
- credo proprio di sì- disse Meg seria
- dicci il nome allora- si spazientì Penelope
- Daniel Homeless- annunciò Meg dopo un paio di minuti di silenzio. Colin era sempre più freddo,la sua postura non nascondeva la tensione che provava in quel momento.
- è impossibile che sia un parente di Blaze,lui non ha né fratelli né figli- rise il signor William considerando un'eresia ciò che aveva detto la mia ragazza.
- ha proprio ragione signor William. Daniel Homeless è un fantasma, non esiste più da circa quattro anni- ammise Meg con un leggero sorriso sarcastico
- quello che dice non ha senso- si intromise Lawrence con un tono sottile di voce
- raccontato in prima persona renderebbe meglio ovviamente. Colin può farci il piacere?- chiese infine indirizzando gli sguardi verso il ragazzo ancora seduto sulla sedia vicino a Penelope.
- cosa insinui?- chiese Penelope indignata
- Colin- ripeté Meg fissandolo negli occhi. Lui rimase in silenzio e non mutò espressione.
- ok allora iniziamo con le ipotesi verosimili- annuncio Meg alzandosi dalla panca e sistemandosi la gonna.
- Louis Tommason era un generale, direttore di un'accademia militare e aveva due figlie. Bellissime e molto giovani che vivevano in una caserma, certo ci si può immaginare cosa poteva succedere. La più grande si innamora di un cadetto che essendo anche molto emotivo si lascia andare e in segreto si vedono e intessono una relazione seria. Lei rimane incinta e appena il padre viene a sapere dell'accaduto caccia via il cadetto che non tornerà più dalla ragazza- si fermò e guardò Colin che continuava a tacere
- bene. Ora possiamo immaginare che la ragazza abbia partorito e abbia allevato il figlio nella caserma e possiamo anche immaginare che il figlio non abbia avuto mai in simpatia il padre che l'aveva praticante dimenticato, quindi possiamo immaginare anche che questo bambino nell'ipotetica morte della madre poteva solo cercare vendetta. Il padre dobbiamo immaginarlo come un uomo ingenuo molto passionale che non conosce mezze misure e che aveva stretto amicizia con una famiglia molto ricca con una figlia molto carina per cui aveva preso una cotta. Un uomo adulto che corre dietro ad una ragazzina certo di per se è assurdo e ovviamente la madre di lei lo caccia e lui a modo suo cerca di difendersi addirittura minacciando la povera donna. Così era troppo facile per quel ragazzo trovare il modo per incastrare il padre. Bastava uccidere la signora William e far ritornare il padre nella casa William e far ricadere tutte le accuse su di lui - si fermò nuovamente Meg
- quello che dite è molto pericoloso- disse il signor William imbronciato è quasi spaventato dalla natura nascosta della mia Meg
- lo so. Sto aspettando eventuali correzioni- disse riguardando Colin che continuò a tacere ora con gli occhi pieni di ira.
- continuiamo perché non è mai sempre così semplice. Mettiamo anche che questo ragazzo sia riuscito a far innamorare di lui la piccola e affascinante erede delle fortuna William,la sua vita sarebbe stata perfetta! Il primogenito sembrava incline a prendere l'ordine come lo zio e quindi aveva la strada spianata,fino a quando non venne annunciato il fidanzamento del primogenito e così dovette scomodarsi di nuovo per fare fuori l'erede legittimo- a questo punto fu interrotta da Penelope
- e allora non si spiegherebbe ciò che ha fatto per Lawrence! Lei non può accusarlo così!- disse con la voce inclinata ma anche piena dirà e vergogna
- doveva pure essere considerato un eroe per la famiglia William- esclamai ricevendo uno sguardo d'intesa da Meg.
- correggimi se ho sbagliato- esclamò infine Meg guardando seria Colin. Passarono minuti interminabili dove i due si guardarono e noi fummo in grado solo di aspettare una reazione.
- non è mai esistito Daniel Homeless- disse infine Colin.
- e non ho ucciso mio nonno anche se lui come Blaze Homeless non mi hanno mai voluto. Non l'ho ucciso ma anche lui ha avuto ciò che meritava- disse e dai suoi occhi scese una lacrima.
- hai inscenato la sua morte- comunicò Meg quasi in un sussurro come se dentro di lei volesse tamponare il dolore di Colin.
- volevo che vivesse lontano dalla sua famiglia come lui aveva spezzato la mia per sempre- concluse Colin alzandosi e avvicinando i polsi a Meg in segno di resa con il viso rigato di lacrime. Meg continuava a guardarlo negli occhi ma non era più severa ma quasi sofferente quanto lui.
- rovinare la vita delle persone che ti hanno fatto soffrire non annullerà il tuo dolore ma ti abbasserà solo al loro livello- esclamò Meg.

Nobili spie Where stories live. Discover now