Capitolo 44

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Rimasi immobile. Non poteva essere. Non avevo mai nemmeno dubitato di Colin e non volevo nemmeno farlo ora ma... Qualcosa non quadrava. Mi voltai verso Scott ma mi morsi immediatamente il labbro. Non dovevo coinvolgere nessuno.... O forse sì,ma qualcuno che non mi avrebbe mai seguita se non ne fosse stato veramente d'accordo: Federik. Allora di pranzo Penelope,Federik e il signor William si presentarono all'ospedale per fare compagnia a Lawrence e subito fermai Federik che mi lanciò un'occhiataccia orribile.
- ho bisogno del tuo aiuto- dissi seria sostenendo il suo sguardo scettico
- non hai bisogno di me. Hai Scott che fa tutto quello che vuoi e non ti ferma nemmeno quando vuoi ammazzare Gillian- disse pieno di odio e rancore.
- non posso coinvolgere Scott proprio perché mi direbbe subito di sì. Ho bisogno di qualcuno .... Oggettivo- ammisi sospirando e sentendo qualcosa nel petto agitarsi. Il mio orgoglio soffriva a sentirmi dire quelle cose ma era così che doveva andare. Se volevo che Federik mi aiutasse dovevo essere umile e sincera.
- che vuoi?- chiese dopo una pausa meditata
- devi raccogliere più informazioni possibili su Colin da Penelope- dissi sottovoce. Si scompose per un secondo e alzò il sopracciglio innervosito
- che hai in mente?-
- credo che tu abbia avuto ragione sul coinvolgimento di Colin in tutta la storia e voglio esserne sicura- dissi guardandomi intorno e facendo finta di sistemarmi i capelli al passaggio di alcuni infermieri
- va bene,ma prova a mettere nuovamente in pericolo la vita di qualcuno che amo e ti assicuro che ti farò esonerare della missione- mi minacciò socchiudendo gli occhi verdi ed entrando nella stanza di Lawrence. Rimasi sola e mi voltai verso la segreteria. Ora era il mio turno di agire.
- mi scusi,vorrei parlare con il dottore Clackson che si occupa di Lawrence William- dissi e la signorina mi indicò una lista mentre sorseggiava annoiata un caffè. Guardai la lista dove c'erano i turni dei vari dottori. Il dottor Clackson nelle ore mattutine lavorava nel reparto di cardiologia  al secondo piano. Sorrisi alla segretaria che ricambiò con un cenno della mano e voltandomi mi avviai a trovare il signor Clackson.
- cerco il dottor Clackon- dissi ad un infermiere he mi squadrò bene prima di rispondermi
- io sono ugualmente di compagnia signorina- sorrise e mi venne voglia di prenderlo a schiaffi ma evitai e accennando un sorriso paziente gli chiesi
- come si chiama?-
- sono Bill- rispose gonfiando il petto gracile e sfoderando uno sguardo penoso che voleva sembrare attraente
- bene, Bill le consiglio di chiamarmi subito il dottor Clackson prima che chiami mio marito che è un pugile professionista- dissi dandogli delle pacche sulla spalla. All'inizio Bill non mi credette e voleva ridere ma io rimasi ferma e seria come la morte a tal punto da suscitare la sua paura.
- glielo chiamo subito- si dileguò un attimo dopo. Mio padre mi diceva spesso che ero troppo aggressiva ma io non lo prendevo come un difetto,sopratutto con tutti i cretini che girano di questi giorni.
- non mi sembra di essere un pugile professionista- sorrise Scott alle mie spalle
- infatti non sei mio marito e neanche il mio ragazzo- gli ricordai e incrociando le braccia mi preparai ad aspettare Bill
- che stai facendo?- mi chiese Scott ponendosi accanto a me in tutta la sua statura
- non ti riguarda quello che faccio e poi non mi seguire,odio essere controllata come una bambina- esclamai infuriata
- quando ti comporti da bambina non posso fare altrimenti- disse lui attirando il mio sguardo feroce
- buongiorno,mi cercavate?- chiese il dottor Clackson interrompendo la nostra lotta di sguardi
- ehm... Si, sono la cugina del signor William e volevo sapere se necessitava un'altra sacca di sangue, visto che lo vedo molto debole... Sa per il suo bene- dissi dimenticandomi,o almeno provandoci, della presenza di Scott
- non credo sia facile trovare un'altro donatore, ma se vi capitasse di trovarne uno disponibile credo non nuocerebbe né al signor William né all'ospedale stesso- disse accennando un sorriso mesto
- se troverò un donatore glielo farò sapere- sorrisi e mi congedai. Mentre camminavo verso l'ascensore sentii Scott che mi seguiva, e conoscendolo, sapevo che non mi avrebbe lasciata andare.

Nobili spie Where stories live. Discover now