Capitolo 33

2.9K 234 6
                                    

- che c'entra ora Colin?- chiesi incrociando le braccia e guardando male Federik. Ci eravamo riuniti in una stanza nella soffitta dove tenevano i vini.
- quel tizio è sospetto! È spuntato dal nulla! Secondo me è colpevole- annunciò Federik sfidandomi
- solo perché si sbaciucchia con quella stupida di Penelope non credo abbia colpa,cioè onestamente mi fa pena, però non credo sia il primo e neanche l'ultimo che lo farà-  dissi alzando le spalle. Federik strinse i pugni e arrossì come un pomodoro strabuzzando gli occhi
- volete calmarvi?- ci chiese Scott posizionandosi  tra i noi
- la tua ragazza mi insulta e non mi ascolta!- mi indicò Federik
- intanto ..... Fed,perché incolpi Colin?- gli chiese Scott lanciandomi uno sguardo tranquillo che mi fece stendere i nervi
- perché è spuntato dal nulla e non mi convince- ammise vagando con lo sguardo
- sei geloso- esclamai e ricevetti per questo un'occhiataccia da Scott
- perché invece pensi sia innocente  Meghan?- mi chiese Scott facendo segno a Federik di tacere
- è un ragazzo per bene, ci ho parlato e non mi sembra colpevole di niente. È innamorato di Penelope forse Federik pensa che questa sia la sua colpa?- chiesi stufa.
- ok, allora Federik se pensi che Colin sia colpevole cerca di trovare delle prove per dimostrarlo e Meg non ti fidare di nessuno,non sottovalutare nessuno!- ci consigliò Scott poi avvicinandosi alla porta della soffitta
- andiamo a lavorare- disse facendo segno a Federik di scendere con lui. Rimasi nella soffitta un secondo a pensare all'assurda accusa di Federik. Avevo parlato poco con Colin ma pensare che potesse fare del male a qualcuno era assurdo. Scesi e incrociai Gillian che sembrava estremamente felice
- come va,sorella?- chiesi cercando di tirarmi su
- molto bene. Lawrence vuole insegnarmi un po' di francese, non è fantastico?- disse emozionata
- magnifico, sono felice per voi- sorrisi e lei fece altrettanto. Gillian ormai era l'unica che riusciva a dormire sogni tranquilli, era in pratica diventata una persona da proteggere.
Quando scesi nel salone sentii qualcuno che  discuteva in biblioteca così mi accostai alla porta e riconobbi la voce del signor Homeless. Era arrabbiato così abbassai la maniglia piano aprendo poco a poco la porta della biblioteca. Appena fui entrata camminai di soppiatto  tra gli scaffali di legno pieni di libri. La voce del signor Homeless veniva dal fondo della biblioteca. Camminavo piano cercando di distribuire il mio peso nelle travi di legno del pavimento. Mi mancava uno scaffale per vedere il signor Homeless ma una trave sotto di me scricchiolò e il signor Homeless si zittì. Trattenni il respiro e mi accostai allo scaffale più vicino,sperando che il Signor Homeless e il suo interlocutore non cercassero da dove proveniva il rumore. Dopo qualche secondo di silenzio una voce che non riuscì a riconoscere sussurrò
- tutto apposto. Sarà stato qualcuno al piano di sopra,però meglio che vada- disse la voce e poi qualcuno aprì la finestra e vidi il Signor Homeless uscire dalla biblioteca. Quando fui sicura di essere sola,  uscì allo scoperto e guardai l'area lettura della biblioteca. Le poltrone erano al loro posto e allo stesso modo i tavolini e le lampade. La finestra era socchiusa e mi affacciai. Non c'era nessuno.

Nobili spie Where stories live. Discover now