Federik

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Era seduta nella panca fuori dalla stanza di Lawrence. Aveva le mani congiunte e poggiate sulle ginocchia e guardava il vuoto. Era così bella. I capelli neri le cadevano sulle spalle e su metà del volto. Indossava un jeans e una camicia blu e,se è possibile,era più bella che mai,anche così semplice. Mi avvicinai a lei e mi sedetti al suo fianco
- ciao- esclamai dopo un lungo sospiro
- che cosa vuoi?- mi chiese guardandomi in modo brutale. Credo che mi ritenne uno sbruffone che si divertiva a schernirla. Ed era vero ma mi ero un po' riconciliato con il suo essere grazie a quella serata che non dimenticherò e lei non ricorderà mai.
- volevo sapere come stavi- annunciai
- volevi dire come sta Lawrence- mi corresse sbuffando
- se avessi voluto sapere la condizione di salute del signorino William,avrei chiesto al dottore. Io volevo sapere come stai tu- continuai rendendo il mio tono affettuoso e pieno di quel calore che bruciava come mille fuochi nel mio petto appena stavo con lei. Non ero mai stato niente male con le donne. Se me ne piaceva qualcuna era molto semplice il piano d'attacco: un sorriso,qualche complimento che le faccia sentire speciali e per ultimo ma non meno importante dovevo farle ridere. Alla maggior parte delle donne piace ridere e piace che qualcuno riesca a fargli scaturire risate sincere. Con Penelope era tutto diverso. Mi ero ritrovato davanti una ragazza piena di spasimanti che sapeva di essere bella. Io non ero niente per lei se non un antipatico che per intrufolarmi,se non nel suo cuore, perlomeno nella sua testa e probabilmente nel suo odio l'avevo incominciata ad insultare.
- che sta succedendo?- chiese guardandosi intorno guardinga e un po' spaventata
- niente,perché?- chiesi alzando le spalle
- perché sei così gentile con me? tu mi odi!- disse quasi ferita
- io... Non ti odio- esclamai ora guardando il vuoto. Rimase in silenzio.
- comunque stanotte non ho dormito. Quindi se vuoi sapere come sto,sono assonnata- concluse imitandomi e guardando il vuoto.
- come mai non hai dormito?- chiesi guardandola con la coda dell'occhio
- incubi- rispose secca
- vuoi raccontarmeli?- chiesi cautamente
- ero sola in una stanza e si sentivano urla e rumori forti da fuori la stanza. Avevo paura e quando mi girai vidi Blaze Homeless che mi guardava con aria cattiva. Stava per farmi del male. Ho provato a scappare ma la porta,che era fatta di sbarre mi separava da Lawrence che era stordito a terra e poi girandomi Homeless non c'era più ma c'era Colin. Speravo.... Speravo di tranquillizzarmi ma non è successo e mi sono svegliata all'improvviso. Non sono riuscita ad addormentarmi più- concluse con la voce spezzata. La guardai in viso e la vidi spaesata.
- era solo un sogno- la rassicurai e lei annuì
- come mai la visione di Colin non ti ha rassicurata? Sembrate tanto.... Intimi- ammisi a malincuore
- non so perché ti sto dicendo queste cose ma comunque Colin è ....magnifico non so perché nel sogno non mi ha dato quella sensazione di protezione che sento che mi dà nella realtà. Ehi,ma era solo un sogno,l'hai detto pure tu- disse con un gesto distratto della mano
- come l'hai conosciuto Colin?- chiesi di punto in bianco. Sembrava così stanca e stressata che quasi non si accorse della mia schiettezza e della mia curiosità eccessiva
- ha lavorato come valletto per mia madre per molto tempo. Mia madre era una donna di mondo e usciva spesso. Credo che fosse molto attaccato a lei, ci passava molto tempo insieme . Quando lei se n'è andata ha passato più tempo con me, non che prima non ci conoscessimo anzi eravamo buoni amici, ma recentemente mi è stato vicino più degli altri- ammise sorridendo appena.
- capisco. Sono felice tu abbia trovato qualcuno che ti sia caro in momenti come questi. Ora devo andare. Grazie per la chiacchierata- terminai amaramente alzandomi e cercando Meg con il cellulare. Quel Colin era sempre stato molto vicino alla signora William. Homeless poteva essere isterico,possessivo e ossessionato da Penelope ma sapevo bene che quando il cuore della signora William si era fermato il signor Homeless non era nella residenza mentre Colin si.

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