Capitolo 46

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- te ne devi andare!- sussurrai a Scott mentre tenevo d'occhio il corridoio dell'ospedale
- non se ne parla- mi rispose deciso
- hai intenzione di starmi appiccicato come una sanguisuga?- chiesi distogliendo lo sguardo dal corridoio per guardarlo negli occhi
- senti Meg,ho sbagliato ok? Sono stato uno schifoso a non fidarmi di te ma devi sapere che in quei due anni nei quali siamo stati lontani anche io ho sofferto, e che la mia reazione può essere stata eccessiva ma il perché era chiaro-  disse guardandomi negli occhi serio e così teneramente che dentro mi sciolsi un po'.
- io sono in missione e tu sei una distrazione in questo momento!- lo rimproverai cercando di reprimere quello che provavo. Dovevo concentrarmi. Stavo per terminare una missione e non potevo fallire nuovamente. Dovevo vedere dove Colin si era procurato il sangue per la donazione fatta a Lawrence. Gli avevo chiesto se poteva procurarsene un'altro litro ed ora dovevo stare allerta,da ciò determinava la riuscita della missione, ne ero certa.
- hai bisogno di me- esclamò ed io lo fulminai con lo sguardo
- non è vero. Io non ho bisogno di nessuno- lo corressi freddamente
- invece io si. Ho bisogno di te. Sono innamorato di te da molto tempo. Credo di non avertelo mai detto ma... Se questo è l'unico modo per farti capire cosa provo allora si..io..- disse e il mio cuore stava martellando nel petto come un coniglio esagitato ma proprio quando stava per dire quelle due parole che aspettavo da una vita nel corridoio spuntò una figura nera che si agitava furtivamente. Dallo stanzino del guardiano lo vidi e alzandomi lo inseguì... Lasciando Scott interdetto e confuso. Stavo a cinque metri di distanza dalla figura oscurata che camminava vicino al muro destro del corridoio semi buio. Scott mi raggiunse e non aggiunse neanche una parola. Non gli avevo spiegato cosa stavo facendo ma sapevo che lui mi avrebbe seguito anche se mi stessi andando a chiudere in una gabbia piena di leoni affamati. Potevo litigarmi con lui e fingere di odiarlo ma mi sarei sempre fidata di lui. La figura camminò per tutto il piano cercando qualcosa attraverso i vetri delle porte poi si fermò davanti ad una porta e guardandosi intorno più volte l'aprì e ci entrò dentro. Feci un grande respiro profondo e feci un passo verso quella porta,ma Scott mi prese per un braccio.
- che cosa pensi ci sia là dentro?- chiese guardandomi preoccupato
- non credo ci sia niente di buono- ammisi guardando la porta lontana nella penombra.
- allora ci servirà qualcosa per difenderci- disse scostando la giacca e mostrando una piccola rivoltella nascosta nella cintura.
- che cosa?- chiesi tra lo stupore,la gioia e l'incredulità.
- sono previdente e anche adorabile- ammise sorridendo e facendomi sorridere
- avrei qualche cosa da ridire sull'ultima cosa- dissi facendogli segno di seguirmi
- no,che non ce l'hai- sorrise e si avvicinò alle mie spalle. Camminavamo piano e di soppiatto facendo attenzione che ogni nostro passo non provocasse nessun rumore. L'aria sembrava essersi appesantita e quando raggiungemmo la porta ci guardammo per un istante per sapere e confermare che non eravamo più Meg e Scott ma un'anima sola. Presi la maniglia e aprì la porta e Scott entrò con la rivoltella pronta a sparare.

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