Capitolo 12

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- un ballo in maschera?- chiesi trattenendo un urlo di frustrazione
- si,signorina Bath è proprio quello che ho detto- mi guardò disturbata Penelope per poi voltarsi verso Gillian che invece sembrava entusiasta. Certo, ero io la guasta feste che non poteva permettere che quella bimba viziata organizzasse una festa piena di persone mascherate perché nella confusione era impossibile tenerla d'occhio e proteggerla. Di sicuro si sarebbe aperta una partita a Cluedo ed io a quel punto sarei impazzita. Guardai la piccola William con astio. Mi sentivo la sua babysitter e mi dava un gran fastidio. Odiavo badare a quella ragazzina perché era come avere un pezzo di sapone liquido per le mani, pronto a schizzare via alla prima occasione.
- signorina vuole un biscotto?- mi chiese qualcuno dietro di me. Mi voltai e sorrisi a Padre Robert che era in compagnia di Scott.
- no,grazie sono apposto- lo ringrazia scuotendo la mano
- mi sembra soprappensiero. C'è qualcosa che non va?- disse sedendosi accanto a me. Teneva in mano sempre il suo libro di preghiere.
- io non credo che una festa in maschera sia una buona idea- lo avvisai con uno sguardo serio e preoccupato
- lo credo anche io ma non so come disdirla,signorina- disse alzando le spalle sconsolato
- Penelope conta molto sulla sua opinione,di certo l'ascolterà!- gli proposi ma lui scosse il capo
- la festa in maschera a metà aprile è una tradizione di famiglia e Clare la rispettava ogni anno. Non posso impedirglielo- disse
- capisco. Potrebbe indicarmi le cucine? Devo parlare con il cuoco delle allergie di mia sorella- dissi a voce più alta così che tutti ascoltassero. Gillian si voltò e mi venne vicino
- non voglio rischiare di avere un attacco epilettico- sorrise e ci dirigemmo verso le cucine.
- è un gran disastro!- dissi arrabbiata a Gillian
- lo credo ma non potevo appoggiarti. Penelope mi considera una sua amica!- disse Gillian fermandosi un secondo
- proprio per questo dovevi appoggiarmi e non farmi sembrare la nonna antipatica di turno!- dissi severa
- forse non capisci che non è un gioco ma una questione importante di vita o di morte!- la sgridai. Dalle cucine uscì una cameriera che ci guardò male
- perché se mangi qualcosa di allergico non me lo perdonerei mai!- aggiunsi per far sembrare il nostro  un sano litigio tra sorelle. Gillian non disse niente ma si vedeva che era ferita. Entrammo nelle cucine e chiedemmo immediatamente dei camerieri che ci servivano  di solito a tavola: Steve e George oppure più semplicemente i nostri Scott e Federik.
- e quindi che si fa?- chiese Federik mettendosi le mani in tasca . Ci eravamo chiusi nella cella frigorifera per parlare.
- credo che voi dovete stare più vicino possibile a uno dei due e noi all'altro.
io preferirei tenere d'occhio Lawrence. È più tranquillo e gradisce la presenza di entrambe- proposi e Gillian annuì leggermente ma aveva la testa bassa e Scott se ne accorse
- c'è qualcosa che vuoi dire Gillian?- le chiese
- io vado d'accordo con entrambi e non è un problema ma sono pure consapevole che da sola non saprei come difenderli a dovere- ammise umilmente. Mi sentii un mostro per essermela presa con lei e sentii anche lo sguardo indagatore di Scott su di me.
- anche tu Meg vai d'accordo con entrambi,no?- mi chiese sospetto
- certo tranne per la piccola William... Beh non siamo migliori amiche,tutto qui- esclamai a disagio
- io credo vada bene così. Io e Scott teniamo d'occhio la mocciosa mentre Gillian e Meg il principino intellettuale. Ora ritorniamo alle nostre coperture che chissà che penserà Dominique- sorrise Federik cercando di smorzare la tensione e di andare al punto della situazione. Uscimmo dalla cucina e sia io che Gillian ci dividemmo. Non eravamo proprio brave a fingere una parentela che non esisteva,per fortuna.

Nobili spie Where stories live. Discover now