Capitolo 14

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Appena l'urlo risuonò nel grande salone Scott si voltò immediatamente verso di me
- rimani qui- mi ordinò e scappò al piano di sopra. Anche se volevo seguirlo e scoprire che era successo rimasi ferma come gli altri ospiti perché era quello che ero in quel momento. Mi guardavo intorno cercando di camuffare la mia curiosità e la mia preoccupazione. Piccole gocce di sudore mi scesero per la guancia e strinsi i pugni desiderando di avere un pungiball per scaricare l'ansia e la tensione. Dopo qualche minuto, che sembrò durare eternamente, Scott si ripresentò con lo sguardo più tranquillo possibile o, molto più probabilmente, fingendo una calma che non poteva acquisire in quel momento
- va tutto bene. La signorina William non trovava la sua borsetta- sorrise suscitando un brusio di risate nella sala e poi dileguandosi nel corridoio. Appena la musica fu ricominciata e tutti ebbero ricominciato a parlare e ballare mi incamminai furtiva al piano di sopra, e vidi fare lo stesso a Gillian e Lawrence. Attraversai il corridoio buio ed entrai nella prima stanza illuminata che trovai, non di meno la stanza da letto di Penelope.
- vi dico che era lì! Sono entrata per rifarmi il trucco e qualcuno era nascosto dietro il baldacchino e mi ha aggredita- disse sconcertata Penelope gesticolando nervosamente. Federik le si avvicinò
- come l'ha aggredita?- chiese facendole segno di mostrarglielo. Penelope senza farselo ripetere due volte lo prese per i fianchi e lo strinse il più forte che voleva.
- le ha afferrato i fianchi?- chiese Scott pensoso
- esatto. Io soffro il solletico e ho gridato senza nemmeno assicurarmi che fosse qualcuno che conoscessi- si giustificò
- è appena ha gridato l'aggressore è scappato?- chiese Scott serio
- si- rispose Penelope tenendosi lo stomaco.
- vuole che l'accompagno al bagno,signorina?- chiese Gillian avvicinandosi a Penelope
- puoi chiamarmi Penny- disse accettando il suo aiuto e dirigendosi verso il bagno nel corridoio.
- strano- disse Lawrence in fondo alla stanza. Io, Federik e Scott ci girammo e lo guardammo curiosi quasi stupiti dal suo intervento.
- perché dice questo?- chiesi con un filo di voce
- non poteva essere qualcuno che conosciamo. Tutti sanno che Penelope soffre il solletico al minimo contatto, di certo se volevano farle uno scherzo non l'avrebbero di certo toccata figurarsi stringerla- disse Lawrence uscendo dalla stanza. Appena rimanemmo soli guardai Scott e Federik per poi avvicinarmi cautamente a loro come se la stanza fosse ancora un campo minato.
- quindi non è stato il signor William- costatò Scott
- mi sembrava ovvio che mandava degli scagnozzi. Se non l'avete notato il signor William cammina in modo rumoroso pestando con i piedi. Non è né agile ne silenzioso, non sarebbe un aggressore molto bravo- disse Federik incrociando le braccia
- in più non credo che il signor William avrebbe preso Penelope in quel modo sapendo che è sensibile al solletico e che avrebbe gridato- conclusi
- dobbiamo istallare telecamere e controllare la signorina Penelope più attentamente. Federik?- lo chiamò Scott e lui annuì per poi sghignazzare
- dobbiamo ritenerci fortunati però, ha l'allarme preistallato- disse Facendoci ridere in modo nervoso quasi isterico.
- ok, mi sembra funzionale dare ad ognuno un incarico. Federik controlla Penelope, stalle sempre vicino- disse Scott dando una pacca sulla spalla a Federik che annuì
- ok,capo-
- Io controllerò il signor William. Gillian si occuperà di Lawrence e Meg proteggerà Padre Robert- disse e cercò conferma nel mio sguardo. Lo riguardai e confermai con fermezza
- perfetto- dissi uscendo dalla stanza e ritornando in salone. Inutile dire che la situazione si era complicata, inutile affermare che il pericolo era diventato concreto e il nostro lavoro era diventato necessario!

Nobili spie Where stories live. Discover now