Gillian

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A volte ci sono momenti che sembrano estraniarti dal mondo: un bacio,una carezza o un dolore così forte che non ti fa più nemmeno sentire le dita dei piedi o il cuore che batte nel petto. Quello fu uno di quei momenti. Passò un millisecondo da quando Homeless mi guardò in cagnesco e prendendo il fucile me lo puntò contro,ma appena istintivamente mi preparavamo a sentire un dolore lancinante e una fine piena di sangue invece ,inaspettatamente vidi un corpo piazzarsi davanti a me e ricevere il colpo al mio posto. I miei occhi iniziarono a spalancarsi quando davanti a me vidi Lawrence con una spalla sanguinante. Non riuscì a gridare ma gli occhi mi si riempirono di lacrime e il viso si bagnò tutto. Federik e Scott trasportarono Lawrence fino alla casa mentre Meg legava le mani e stordiva Homeless. Solo Penelope mi venne a sollevare dal prato dove guardavo tutto sbalordita.
- Mary... Andiamo- disse sollevandomi e portandomi alla residenza dove era arrivata un autoambulanza e stavano portando Lawrence in ospedale. Non riuscivo a muovermi né a parlare,mi stupivo di come riuscissi a respirare. Volevo correre e gridare ma il mio corpo sembrava non rispondermi. Guardai Penelope mentre mi sosteneva e le piansi nella camicia senza ritegno.
- andrà bene- mi disse e per quanto fosse più piccola di me mi sembrò di sentire mia madre mentre mi accarezzava i capelli con calma. Eravamo rimaste solo noi in casa con Colin, aspettando che ci chiamassero dall'ospedale o dalla stazione di polizia dove Meg aveva portato il signor Homeless ma il cellulare non suonò per ben due ore e nel frattempo non smisi mai di piangere. Penelope era chinata in avanti con le mani congiunte e Colin era seduto con noi nel salotto e regnava un silenzio inquietante. Avevo perso tutto sin da piccola. Pensavo di non avere più nessuno e poi sono arrivati Federik,Scott e Aaron e sono diventati la mia famiglia, ma ora credevo ... Speravo veramente di aver trovato qualcuno a cui appartenere veramente,e poi a causa mia era tutto finito. Mi ero preparata a ricevere un colpo da un fucile ma quello che stavo provando era molto più doloroso. Poi il cellulare squillò e Penelope rispose immediatamente.
- pronto,si.... Ok.- disse e alzandosi bisbigliò qualcosa a Colin che corse via,poi Penelope si avvicinò delicatamente a me.
- mio zio ha detto che hanno finito l'intervento e per ora Lawrence è cosciente. Vuoi andarlo a trovare?- disse poggiandomi una mano sulla spalla. Mi rendevo conto benissimo che mi stava parlando come una bambina eppure io quello ero in quel momento. Una bambina che d'un tratto si era vista strappare via quello che più amava al mondo e per il quale avrebbe dato la vita. Annuii e la seguii. Colin ci portò all'ospedale. Entrai nell'edificio  tutta spettinata con i capelli che non avevano più una forma e che erano sfuggiti alla treccia che avevo fatto quella mattina. Del trucco,poi non rimaneva niente. Gli infermieri mi guardarono con una morsa di tristezza ed io cercai di farmi forza mentre raggiungevo la sala dove era stato portato Lawrence. Davanti alla porta c'erano Scott,Federik e il signor William seduti in religioso silenzio e quando mi videro i miei fratelli adottivi mi vennero ad abbracciare.
- quando si è svegliato ha chiesto di te- mi sussurrò Scott ed io annuii improvvisando un sorriso. Penelope entrò con me nella stanza,mentre Colin rimase fuori. La stanza era vuota tranne per un lettino e dei macchinari che erano legati ad esso. Padre Robert era seduto di fianco a Lawrence che gli parlava a bassa voce. Quando ci videro entrare Padre Robert sorrise accogliendoci.
- vedi, le tue donne si sono precipitate qui di gran fretta,Lory. Non dovrebbe essere il contrario?- esclamò facendo sorridere Lawrence appena.
- Lory! Tutto bene?- chiese Penelope andando ad abbracciarlo con estrema delicatezza
- l'intervento è andato bene ma ha perso molto sangue e non sanno se potrà più alzare i pesi come una volta- disse padre Robert per sdrammatizzare. Penelope lo abbracciò un'altra volta e poi padre Robert la prese e la condusse fuori facendomi un segno. Quando uscirono mi avvicinai al lettino di Lawrence un po' intimidita. Lui mi guardava con la coda dell'occhio e mi scrutava come i primi tempi in cui l'avevo conosciuto.
- ciao- disse poi con voce soffocata
- Lawrence,perché?- chiesi piano trattenendo le lacrime
- non lo riesci a capire?- chiese rendendo il suo sguardo più profondo
- no,non riesco. Tu hai una famiglia e una casa bellissima e tante persone che ti amano e stavi per morire per una sconosciuta che conosci da un mese!- dissi con la voce tremolante
- se fosse successo a te sarei morto lo stesso- concluse poi allargando la mano e cercando la mia. Mi avvicinai e gliela strinsi e con l'altra gli accarezzai il viso e lo baciai.

Nobili spie Where stories live. Discover now