Capitolo 21

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Il signor Homeless era molto gentile con me e mi chiedeva spesso di fargli compagnia. Mi raccontava di tutti i posti dove era stato ed io mi dimostrano un'amica paziente. Sapevo che quell'uomo nascondeva qualcosa e niente era meglio di farsi amici i nemici.
Sembrava che gradisse particolarmente la mia presenza così i tre giorni che seguirono rimasi quasi sempre al suo fianco.
- sa una volta ho scalato il monte Everest senza attrezzatura- mi disse un pomeriggio mentre prendevano un tè nel terrazzino
- non ha il fisico da scalatore- ammisi
- un tempo lo avevo ma mi sfidi pure a scalare qualcosa e le faccio vedere che ne sono capace- disse fiero
- quindi salire su questo tetto per lei sarebbe..- incominciai e lui rise di gusto
- una passeggiata,signorina Charlotte! Niente di più semplice!- continuò a ridere. Gillian stava la maggior parte del tempo in biblioteca,mentre Scott mi sembrava sempre più scontroso e schivo. In quei tre giorni non mi venne a trovare neanche una volta. Per ben due volte rimasi seduta dietro la porta aspettando un suono, un rumore qualsiasi che anticipasse la venuta del mio Scott,ma niente. Non venne. Inoltre vidi Penelope meno entusiasta del solito,ciò che diede più speranze al povero signor Homeless. Dopo quattro giorni Scott si presentò alla mia stanza.
- Scott- lo accolsi cingendogli il collo con le braccia e stringendomi a lui,ma subito mi sentii appesa ad un pezzo di legno.
- che hai?- chiesi staccandomi da lui. Mi guardò severo e storse le labbra
- che stai facendo, Meg?- chiese continuando a guardarmi
- che intendi?- chiesi presa dal terrore avessi fatto qualche stupidaggine irreparabile ma non mi veniva niente in mente
- ti diverti con Blaze Homeless?- mi chiese in modo così tagliente che avevo paura non fosse veramente il mio Scott
- sto facendo il mio lavoro- risposi fredda
- sul serio? Mi sembra che lo stai prendendo troppo sul personale. Blaze Homeless non è un uomo pulito- mi avvisò ferocemente
- lo so come è Blaze Homeless, per battere il nemico bisogna conoscerlo- mi difesi avanzando verso di lui
- non sembra tanto un nemico per te- ammise stringendo i pugni
- la gelosia ti sta accecando,Scott! Mi stupisce anche solo il fatto che tu dubiti di me, che appena sei entrato mi sono buttata sulle tue braccia!- gli urlai contro. Lui si avvicinò e mi premette la mano sulla bocca togliendomi il respiro
- non devi gridare, e ricordati che non sono io quello geloso!- mi sussurrò poi spostando la mano dalla mia bocca alle sue tasche
- cosa? Va bene,io sono gelosa,lo ammetto, ma non faccio sì che questo influisca sul mio lavoro!- gli rinfacciai
- ah,no? Tratti Gillian malissimo e non le dai considerazione!- mi accusò
- certo,tratti Gillian nello stesso modo in cui tratti me!- dissi mettendomi le mani nei capelli e inclinando la voce. Ero gelosa di Gillian e anche se potevo sembrare cattiva avevo un motivo per esserlo.
- tu non sai niente di Gillian!- si arrabbiò arrossendo
- hai ragione,raccontami!- lo spronai in modo violento
- non si può parlare con te quando sei così- concluse uscendo dalla stanza. Scoppiai in un pianto nervoso sbavando il trucco e sporcando la camicia da notte. Pensavo di avere fatto qualcosa di giusto,anzi ne ero sicura, e allora perché Scott non lo capiva? Piansi finché non ebbi più acqua nel corpo. Non piangevo solo per lui ma per tutta l'ansia che mi ero portata dentro e rimanendo tutta la notte sveglia riflettei sulle parole di Padre Robert. Non ero sola,e se non c'era Scott per me dovevo accettare l'unica persona che poteva capirmi. Dovevo avere l'umiltà di accettare il suo aiuto e così il giorno dopo,invece di uscire a fare una passeggiata con il signor Homeless, andai in biblioteca a trovare Gillian.

Nobili spie Where stories live. Discover now