Capitolo 16

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Provai a non essere nervosa  ma mi sembrava inevitabile. Ogni mio muscolo era teso come una corda di chitarra e ogni rumore,anche il minimo sussurro o scricchiolio diventava un boato. Padre Robert, che mi ero offerta di accompagnare, sembrava preoccupato e alzava ogni tanto lo sguardo per assicurarsi mi stessi rilassando, ma sembrava non riuscissi a respirare ad occhi chiusi senza calcolare tutti gli ostacoli.
- tutto ok, signorina Charlotte?- mi chiese chiudendo il libro delle preghiere e mettendolo da parte,pronto ad ascoltarmi come un vero amico.
- non vi sfugge niente Padre- sorrisi nervosa
- allora, quale pensiero vi affligge?- mi spronò ad aprire le mie sensazioni a lui con un atteggiamento tanto semplice e umile che non ebbi problemi a dire una verità un po velata.
- ci sono delle persone che vorrei proteggere ma non so se ne sono capace- ammisi sospirando
- non siete sola,giusto? Se voi ci pensate noi non siamo mai soli,anche quando possiamo sembrarlo- disse guardando l'albero davanti alla panchina dove ci eravamo seduti
- certo,lo capisco- dissi distogliendo lo sguardo
- voi non avete le attenzioni di  quel ragazzo tanto simpatico che lavora in cucina?- mi chiese poi divertito lasciandomi a bocca aperta
- che cosa dite?- chiesi drizzando la schiena e sistemandomi la gonna con eleganza
- signorina Charlotte deve sapere che anche se sono un sacerdote certe cose le noto. Noto i vostri sguardi e non posso dirvi quanto siamo profondi - disse sorridendomi complice
- padre possiamo cambiare argomento- lo pregai mantenendo il solito contegno. Come aveva potuto notare tante cose? Forse aveva ragione Scott! Ero un libro aperto per tutti!
- quello che volevo dirle signorina è che questo ragazzo l'aiuterà sempre,e se non lui un'altro ma non sarà mai sola. Il Signore ci dà sempre qualcuno pronto ad aiutarci,a volte dobbiamo solo avere l'umiltà di accettarlo; E comunque,dia retta a me, non provi a tenere tutto sotto controllo: non ci riuscirà perché anche l'istante che viene dopo di questo è così tanto imprevedibile che non riuscirebbe a gestirlo- disse prendendo il suo libro e ricominciando a pregare. Mi fermai a meditare sulle sue parole e poi mi voltai
- e allora come si fa a vivere senza pensare al futuro, senza avere controllo di niente senza avere un ancora a cui aggrapparsi se non alle proprie previsioni?- chiesi crucciata
- vede signorina Charlotte quello che non deve mai fare è perdere la speranza. Il resto verrà da sé- mi sorrise un'ultima volta poi ricominciando a leggere. Allora di pranzo il signor William non si era ancora fatto vedere. Penelope sembrava tesa e Gillian invece aveva un sorriso quasi contagioso. Mi sedetti e mangiammo una zuppa calda che anche nelle giornate più calde ti fa sentire al sicuro. Guardai di sfuggita Scott e sorrisi tra me. Lui ci sarebbe sempre stato. Dopo pranzo la famiglia si disperse nella grande tenuta e persi di vista Padre Robert. Salì al secondo piano in una camerata in un angolo del grande corridoio dove mi aveva indicato dormisse ma appena bussai non mi rispose nessuno così aprii leggermente la porta e vidi la stanzetta vuota. Scesi nel giardino dove si metteva solitamente a pregare ma non lo trovai. Mi avventurai nel grande frutteto della famiglia William ma riuscii a trovare soltanto api e mosche che mi fecero rabbrividire nel profondo. Odio e odierò per sempre gli insetti! Cercai nel salone e in ogni stanza del pianterreno,chiesi alle cameriere ma tutte scossero il capo spiacenti.
- Padre Robert,sai dov'è?- chiesi col fiatone e il cuore che mi martellava nel petto come un pugile iracondo
- credo sia uscito. Aveva chiesto il suo cappello- mi rispose Federik intento a sistemare alcune tovaglie nella sala da pranzo.
- cavoli! Ho girato questa casa gigante per un'ora e anche più!- mi lamentai sedendomi di fianco al tavolo. Da fuori sentimmo una macchina che frenava così guardai Federik piena di speranza.
- sarà lui. È tornato!- sorrisi piena di speranza. Non potevo essere così stupida da perdere anche l'unica persona che dovevo proteggere. Camminai a passo svelto sistemandomi i capelli e nascondendo la mia stanchezza e uscii dalla porta con un sorriso cordiale.
- non pensavo mi attendesse un tale benvenuto!- esclamò un uomo sul fondo delle scale. Era alto e leggermente tozzo con grandi mani e spalle larghe. Il viso era ovale e i capelli scuri come le bassette e gli occhi erano di un grigio penetrante. Rabbrividì poiché quell'uomo mi metteva inquietudine sopratutto quando mi squadrava con malizia. Dietro di lui uscì dalla macchina il signor William contento come non mai. Bruttissimo segno!

Nobili spie Where stories live. Discover now