Capitolo 10 Damon

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Mi sorprende che Alec non ci abbia fermato. Mi volto e vedo Allyson che guarda nella nostra direzione. Mi limito a salutarla con un cenno del mento, accompagnato dal mio solito sorriso che si prende gioco di lei. Ho notato i suoi occhi ipnotizzati dai gesti della mia bocca, mentre ammiravo la sua pelle chiara scoprirsi poco per volta sotto il mio sguardo.

«Hai ancora male alla testa?», domando a Josy mentre faccio manovra. Si volta verso il finestrino.

«Veramente no», piego il capo verso di lei e da quel poco che vedo sembra sorridere.

«Ehi, mi stai prendendo per il culo per caso?», si gira e scoppia a ridere. «Volevo solo andare via da lì, tutto qui», spiega con un'alzata di spalle.

«Con me», puntualizzo e lei annuisce. Guardo il suo corpo non più da ragazzina come lo ricordavo quando sono partito. La maglia aderisce perfettamente alle sue forme, come del resto anche i jeans che delineano la curva di una vita quasi perfetta. Sono ancora in estasi, questi pensieri e lei insieme non sono una bella accoppiata in questo momento.

«Ti porto a casa», esclamo. «Hai paura, Sanders?», le scocco un'occhiata mentre si inumidisce in maniera molto lenta le labbra.

«Jo, non giocare con me», l'avverto. Non pensavo che sarebbe stata così audace e sexy.

«Perché non andiamo», picchietta l'indice sul mento, «al parco?», non le rispondo, mi dirigo direttamente verso casa sua.

Fai bene, con lei non puoi, mi ricorda la mia coscienza.

Merda!

Quando mai ti ho ascoltata? Faccio inversione e punto dritto al campus.

«Hai cambiato idea?», ammicca un sorriso malizioso che quasi mi vengono i dubbi che sia ancora vergine. Una mano sul volante, l'altra la lascio scorrere sul tessuto dei suoi jeans, in mezzo alle sue gambe, per constatare realmente fin dove si vuole spingere.

«Tu? Hai cambiato idea?», salgo più su e mi blocca la mano fra le cosce.

«No, lo sai che ho sempre avuto una cotta per te», confessa senza problemi.

«Sì, ma tu sai che...», mi blocca prendendo la mia mano fra la sua.

«Che sei un bastardo e che dopo questa notte io sarò solo una delle tante da aggiungere alla tua lista?». Esattamente. Solo sesso, nessun legame, queste sono le mie regole da sempre. Si stringe nelle spalle. «Sai», mi guarda con occhi sinceri, «la prima volta dicono che deve essere speciale o stronzate del genere. Se lo facessi con l'unica persona che mi interessa, be', credo che allora potrebbe essere speciale anche per me, anche se solo per una notte».

Le sorrido soltanto. Mi sto mettendo in un casino, me lo sento; allo stesso tempo, però, non posso fare a meno di essere eccitato per tutta la situazione. Parcheggio di fronte ai dormitori del Campus e la prendo per mano, percorro il giardino, poi attraverso l'ingresso fino ad arrivare di fronte alla porta della mia camera.

«Jo, io non voglio approfittarmi di te», apro la porta per farla entrare, mi volto per chiuderla a chiave e non appena mi giro la vedo sfilarsi la maglietta da sopra la testa.

«Sono io che mi approfitto di te, Dam», mi appoggio alla parete, le sue mani tremano mentre slacciano i bottoni dei jeans e li lascia scivolare lungo le cosce sode. Mi avvicino a piccoli passi scrutando il suo corpo sinuoso, sfioro il suo fianco fino a salire all'altezza del reggiseno che slaccio senza problemi con il solo gesto di una mano.

«Fermami quando vuoi», sussurro al suo orecchio. Annuisce mentre assaporo la pelle del collo che profuma di vaniglia; succhio e soffio sulla parte inumidita dalle mie labbra e la vedo rabbrividire. Inclina la testa all'indietro e scendo fino al seno, mi fermo a guardarlo un attimo, l'accarezzo godendomi la vista della sua bocca che si spalanca dal piacere senza emettere alcun suono.

UN AMORE PROIBITO Cuori SpezzatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora