Capitolo nove.

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Già siamo a 1k letture. GRAZIE!
Spero di ringraziarvi a dovere con questo capitolo.
Love youuu! ♥





«"Prometto che non ti farò cadere e ti terrò tutto il tempo." Peccato che io sia caduto tremila volta, e tu invece di impedirmelo, ti lasciavi cadere con me.» Harry, seduto sulla panchina, scoppiò a ridere, tenendosi la pancia. Lo fulminai con lo sguardo. «Non ridere! Avrò tremila lividi sul culo, sulla schiena, ovunque!» sbottai.

«Posso sempre farti un massaggio gratis, ovunque.» Scandì per bene l'ultima parola, sorridendo maliziosamente.

«Idiota,» borbottai, distogliendo lo sguardo.

Rise ancora di più. «Non ti sei fatto tanto male, altrimenti non avresti riso ad ogni caduta.»

Sorrisi. «Ridevo per non piangere.»

«Si, certo,» disse, per poi mettersi in bocca una caramella gommosa, portate da lui stesso.

Allungai la mano per prenderne una dal sacchetto, ma allontanò di scatto quest'ultimo, col sorriso sulle labbra. «Dammene una.» M'imbronciai.

Ne prese una tra le dita e me la porse, ma appena stavo per prenderla la tirò indietro. «Vienitela a prendere,» disse, mettendosela poi tra i denti, lasciandone metà fuori la bocca, e mi guardò maliziosamente. Alzai un sopracciglio e decisi di stare al suo gioco.

Avvicinai lentamente il viso al suo e vidi subito i suoi occhi posarsi sulle mie labbra. Sorrisi e presi coi denti la caramella dall'estremità lasciata fuori dalla sua bocca, e la masticai. Rimase imbambolato quando mi leccai più di una volta il labbro e in quel suo momento di distrazione gli tolsi il sacchetto dalle mani e ritornai al mio posto, ridacchiando.

«Brutto stronzo, così non vale!»

Scoppiai a ridere. «Perché?»

«Perché sei un piccolo tentatore,» mi sussurrò all'orecchio, facendomi rabbrividire.

«Io?» chiesi, innocentemente.

«Si, proprio tu. E dovresti fare qualcosa per farti perdonare.»

«Scordatelo, io non ho fatto nulla.» Sorrisi, mangiando un'altra caramella.

«Innanzitutto ti stai mangiando tutte le mie caramelle, quindi dammele.» Allungò il braccio per prendersi il sacchetto ma mi girai, dandogli le spalle, allontanandolo. Il problema fu che si spalmò, letteralmente, dietro di me, poggiando il suo petto sulla mia schiena.

«Dammele!» urlò, e risi perché era davvero una scena comica, anche se avevo una miriade di brividi per il suo corpo attaccato al mio.

«No.» Scoppiai poi a ridere quando iniziò a farmi il solletico sui fianchi, ed io lo soffrivo tantissimo. «Har..ry..smet..tila!» Mi dimenai e, non seppi come, ma riuscì a prendersi di nuovo il sacchetto, anche se qualche caramella di troppo cadde a terra.

«Guarda che hai combinato!» dissi, una volta che si allontanò, con ancora le lacrime agli occhi per le risate.

Scosse le spalle, mettendosi una caramella in bocca, come se niente fosse accaduto. «Non è colpa mia, tu ti agiti troppo. Anche a letto sei così?» Mi guardò, curioso, mentre io sgranai gli occhi e sicuramente diventai rosso come un peperone.

Ridacchiò e lo fulminai con gli occhi. «Non ti sopporto!» sbottai, per poi sbuffare.

«Ah si?»

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