«Thomas, puoi andare ad aprire tu, per favore?» Thomas sbuffò, dal salone, ma subito dopo sentii i suoi passi correre verso la porta.
«Chiedi prima chi è!» mi affrettai a dire, urlando dalla cucina, intento a controllare la carne sul fuoco, in accappatoio. Ero appena uscito dalla doccia, dopo un'estenuante giornata di lavoro, e stavo preparando qualcosa di sbrigativo per cena.
«Thomas, chi è?» urlai nuovamente.
«Io.» Sobbalzai quando due mani si poggiarono sui miei fianchi e delle labbra si posarono leggere sul mio collo.
«Dio, sei deficiente? Mi hai fatto prendere un colpo.» Portai una mano sul cuore e sentii come questo stesse battendo all'impazzata per lo spavento, e respirai profondamente.
«Non volevo.» Ridacchiò, mentre mi voltò verso di se e Harry mi mostrò il suo splendido sorriso. «Mi perdoni?» chiese, ad un soffio dalle mie labbra.
«No» dissi, facendogli la linguaccia. Risi quando vidi la sua espressione fintamente scioccata, e mi allontanai dalla sua stretta. «Che ci fai qui, comunque?»
«Non mi vuoi con te?»
Roteai gli occhi. Fosse dipeso da me, lo avrei tenuto con me in ogni momento della giornata. «Certo che si, cretino.»
Rise e si avvicinò per lasciarmi un bacio sulla guancia, poi il suo sguardo scese ad osservare il mio corpo, ancora avvolto dall'accappatoio, e si morse le labbra. «Vai a vestirti» disse, sospirando.
«Mi stai cacciando?» Inarcai un sopracciglio, guardandolo torvo.
«Si, se non vuoi che ti tolga questo coso di dosso e ti prenda sul tavolo della cucina con Thomas in salotto» disse, normalmente, mentre boccheggiai e annuii subito, scappando in corridoio, sentendo in lontananza la sua risata.
«Controlla la carne, e mettine una anche per te» urlai, prima di entrare in camera.
«Ho già mangiato.» Sentii il suo urlo e sbuffai, togliendomi l'accappatoio. Indossai i boxer, una tuta e una t-shirt leggera, dato che stavamo a Maggio inoltrato. A quel pensiero, tremai. Il giorno del diploma si avvicinava, così come si avvicinava anche il giorno in cui Harry se ne sarebbe andato. Chiusi gli occhi e sospirai. Avevo ancora tre mesi per poter stare con lui, quindi me li sarei goduti al massimo, senza pensare a nulla.
Tornai in cucina e vidi già i due piatti a tavola, con Thomas seduto ed Harry al suo fianco, intento a tagliargli la carne in piccoli pezzettini. Mi sedetti anch'io e sorrisi quando il riccio alzò un momento lo sguardo su di me per regalarmi un piccolo sorriso.
Dopo cena, Thomas costrinse Harry a giocare a nascondino con lui. E il riccio accettò prontamente, con un sorriso vero. Così, mentre loro si rincorrevano per casa, per arrivare prima al traguardo dopo aver scoperto il nascondiglio dell'altro, io lavai le poche cose che io e Thomas avevamo usato per cenare.
Dopo aver finito, non sentii più i passi dei due correre per tutta la casa, ma sentii in lontananza le loro voci provenire dal corridoio. Avvicinandomi, notai la porta della camera di Thomas socchiusa e, senza fare rumore, mi affacciai, e ascoltai.
«E mi chiamerai?»
«Certo che lo farò, campione» disse Harry, scompigliandogli i capelli, col sorriso.
«E chiamerai anche Boo?»
Mi morsi le labbra e respirai profondamente, quando capii il nocciolo del discorso. «Naturalmente.»
Sentii Thomas mugugnare. «Buonanotte Harry, ti voglio bene.»
«Ti voglio bene anch'io campione.» Il riccio gli lasciò un bacio sulla fronte e si alzò. Subito mi allontanai, andando nella mia camera e sospirai, scompigliandomi i capelli.

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Greedy for love.
FanfictionLouis Tomlinson, da quando ha 14 anni si prende cura del suo fratellino Thomas di appena 10 mesi, a causa della morte dei suoi genitori in un incidente stradale. Ora Thomas ha 4 anni e Louis 18, e da quando li ha compiuti l'assegno mensile di una zi...