Vi ringrazio innanzitutto per le, ormai oltre, 2k letture.
Ma ci tenevo anche a ringraziarvi soprattutto per gli in bocca al lupo che mi avete fatto per l'esame orale. Giuro che mi hanno dato una carica assurda, e fortunatamente è andato tutto per il meglio. Infatti, stamattina sono usciti i risultati ed ho avuto 97! Non ho paroleee, sono davvero soddisfatta ed orgogliosa di me (per la prima volta in vita mia).
Quindi, grazie a tutti voii.
Love you, s. ♥♥
«Louis, è successo qualcosa?» disse Ed con voce preoccupata, appena aprii la porta d'ingresso. Scossi la testa, e mi feci da parte del farlo entrare. Era del tutto normale la sua preoccupazione, dato che gli avevo chiesto di venire a casa mia alle 3 di notte.
«Grazie per essere venuto» dissi, tirando poi su col naso e andando a sedermi sul divano, stringendomi le ginocchia al petto.
«Non preoccuparti, e dimmi che cosa succede.» Mi seguì, sedendosi accanto a me sul divano e poggiò una mano sul mio ginocchio, guardandomi sempre in modo preoccupato.
Sospirai e lo guardai a mia volta. «Anche lui mi lascerà. Se ne andrà, come tutti.»
«Di che stai parlando?» chiese Ed, confuso.
«Andrà alla Yale» dissi atono, distogliendo lo sguardo dal suo viso e guardando il pavimento. «Mi abbandonerà anche lui.» Tirai su col naso e poggiai la fronte sulle mie ginocchia, stringendo gli occhi per trattenere le lacrime, ma ciò con funzionò perché queste iniziarono a scorrere sin da subito, senza che potessi fare qualcosa per impedirglielo.
«Harry?» chiese Ed, stringendomi a sé. E aveva capito già tutto, naturalmente.
«Si» dissi, con voce strozzata, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo e piangendo forte. Ed non mi vedeva piangere da anni, e tutto ciò che fece fu stringermi fortissimo e cercare di calmare i miei singhiozzi lasciandomi baci sul capo, sulla fronte, sulle guance, e lasciandomi dolci carezze. Cercò anche di asciugarmi le lacrime, ma fu del tutto inutile perché non ne volevano sapere di cessare.
«Louis, vedrai che non ti abbandonerà. Andrà alla Yale ma non vuol dire che non tornerà mai qui. Sicuramente lo farà perché ci sarai tu ad aspettarlo.»
Scossi la testa, asciugandomi le lacrime con una mano, e tirai su col naso. «Non credo gli importi molto di me.»
«Cosa?» esclamò Ed, scioccato, allontanandomi il viso dal suo collo per potermi guardare in faccia. Non ressi però il suo sguardo e abbassai il viso. «Che cavolo dici? A quel ragazzo importa eccome di te. Non hai visto come ti guarda?»
Sorrisi amaramente. «Come mi guarda? Mi guarda come se gli facessi pena, e ne ha tutte le ragioni per farlo.» dissi, tristemente.
«Dio, quante minchiate stai dicendo. Ti sei impazzito d'un tratto, Louis? Ti guarda come se fosse innamorato di te, cazzo! Non te ne rendi conto?» Quasi sobbalzai alla parola "innamorato". No, Harry non lo era per niente.
Me l'avrebbe detto, no? O almeno, me l'avrebbe fatto capire, e sicuramente le parole che mi aveva detto due giorni prima, dopo la cena con i suoi genitori e dunque dopo le due "dichiarazioni" ben accettate, non mi dimostravano assolutamente che provasse amore nei miei confronti, anzi, mi dimostravano che provasse per me totale indifferenza.
«Vuoi sapere perché non gli importa nulla di me?» chiesi, guardandolo negli occhi. Annuì, deglutendo. «Perché quando ha fatto la scelta di andare alla Yale, quando mi ha detto di essere fottutamente felice del fatto che i suoi genitori avessero preso bene quella notizia, il pensiero di me, qui, lontano da lui, non l'ha nemmeno sfiorato. E quando gli ho detto che non ci saremmo visti per anni, sai cosa mi ha detto? Che non ci aveva minimamente pensato» sbottai, senza alzare la voce, parlando con disprezzo, e scuotendo la testa subito dopo, imprecando mentalmente perché le lacrime ripresero a scorrere.
«E non credo che queste siano le parole che dice qualcuno alla persona a cui tiene veramente» conclusi, amaramente.
«Era sicuramente per l'euforia del momento, Louis»
«Ma cosa ne sai, Ed? Lo conosci talmente tanto bene? No. E nemmeno io» ammisi, e a quella verità persi un battito. Non lo conoscevo davvero nemmeno io, non sapevo tutto di lui, del suo carattere, non sapevo il suo piatto preferito, non sapevo il suo colore preferito, non sapevo il suo cantante preferito, la sua canzone preferita.
Non sapevo nulla, nemmeno questi piccoli dettagli che potrebbero sembrare insignificanti, ma per una coppia erano la cosa più importante. E la cosa che mi faceva più male, è che non ha mai provato a farsi conoscere, non mi ha mai detto tutte queste piccolezze.
«Devo accettare la realtà, Ed. Se ne andrà, com'è giusto che sia. Andrà ad inseguire il proprio sogno, la propria passione. Non gli chiederei mai di restare per me perché non voglio avere una batosta ancora più grossa, perché sicuramente rifiuterebbe. Ma non lo faccio perché sono davvero contento per lui» parlai tristemente, con voce rotta, e tirai su col naso asciugandomi un occhio.
«Però, se ti ho chiesto di venire qui è perché devi farmi un favore, Ed.» Lo guardai negli occhi, seriamente.
Ed deglutì rumorosamente, ed annuì, anche se era notevolmente titubante. «Cosa, Lou?»
Chiusi gli occhi e respirai profondamente, per poi riaprirli e guardarlo. «Quando se ne andrà io so già che crollerò» iniziai, con la voce che mi tremava. «Crollerò come non ho mai fatto fino ad ora perché..perché credo di starmi innamorando di lui» ammisi, rimanendo io stesso di sasso subito dopo aver confessato ciò.
Ma quella era la verità. Per quel ragazzo tutto ricci e fossette stavo iniziando a provare un qualcosa che andava oltre una semplice amicizia, una semplice attrazione. Mi ero innamorato di Harry, anche se sostanzialmente conoscevo poco e niente di lui.
«Cosa dovrò fare?» chiese Ed, anche lui con voce tremante.
Gli sorrisi leggermente e gli strinsi una mano tra le mie. «Dovrai prenderti cura di Thomas per un po', perché io non ne sarò capace e non voglio che mi veda star male.»
Ed boccheggiò, rimanendo in silenzio per qualche minuto. «Lou..»
«Ti prego, Ed» lo supplicai, con alcune lacrime silenziose che ancora scorrevano lungo le mie guance.
«Io..» sospirò, chiudendo gli occhi. «Okay, lo farò» disse, poi, dopo un profondo respiro.
«Me lo prometti?»
«Si Lou, te lo prometto» annuì e sorrisi, tra le lacrime, per poi stringerlo fortissimo, intrecciandogli le braccia al collo e scoppiando nuovamente a piangere.
«Grazie Ed.»
«Ma sia chiaro che mi prenderò cura anche di te.»
Scossi la testa. «Non ce ne sarà bisogno, saprò rialzarmi da solo. Mi ci vorrà solamente del tempo, ma ce la farò.» Quella non era del tutto la verità, e lo sapevo bene. Non mi sarei alzato del tutto, avrei continuato ad avere delle schegge nel mio cuore che nessuno sarebbe stato in grado di togliere. Mi sarei rialzato, si, sicuramente, ma la vita che avrei condotto, sarebbe stata apatica, ricca di sorrisi finti, di circostanza.
Quando persi i miei genitori avevo 14 anni, e riuscii a trovare la forza per andare avanti in Thomas. Ma ero solamente un bambino, non sapevo nulla della vita. In quel momento, invece, avevo 18 anni e, seppur fossi ancora un adolescente, avevo iniziato a scoprire come funziona la vita, avevo iniziato a camminare quasi a braccetto con le sofferenze, con le difficoltà della vita.
Avrei potuto fare di tutte le cose brutte vissute fino ad allora la mia forza, per quella volta, ma sembrava assurdo dire che non avevo le forze per farlo, né la voglia? Avevo lottato abbastanza fino ad allora, e sembrava che tutte le forze in me erano state prosciugate per tutte le mie esperienze precedenti, e non ne avevo più per riprendere a vivere serenamente.
Io non sapevo più cosa fosse la serenità, perché non l'avevo mai provata e probabilmente non l'avrei fatto mai, in quella mia misera vita.
«Invece credo proprio di si, Lou. E ti prego, lasciamelo fare.» La voce di Ed mi riportò sulla terra ferma e sospirai, tristemente, con gli occhi socchiusi, mentre continuava a stringermi a sé e ad accarezzarmi dolcemente.
«Va bene» cedetti, anche perché per com'era fatto Ed, non avrebbe smesso di insistere facilmente, quindi alla fine gliel'avrei data comunque vinta. Mi lasciai stringere più forte dalle sue grandi braccia, e pensai che era davvero una fortuna averlo al mio fianco.

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Greedy for love.
FanfictionLouis Tomlinson, da quando ha 14 anni si prende cura del suo fratellino Thomas di appena 10 mesi, a causa della morte dei suoi genitori in un incidente stradale. Ora Thomas ha 4 anni e Louis 18, e da quando li ha compiuti l'assegno mensile di una zi...