Inutile dire che quei due mesi passarono in fretta. Inutile dire che mi innamoravo ogni giorno di più di Harry. Inutile dire che, durante la nostra ultima notte insieme, piansi come un bambino. Inutile dire che il giorno dopo trattenni le lacrime per far sì che partisse col cuore meno pesante. Inutile dire che non ce la feci. Inutile dire che pianse anche Thomas, insieme a me.
Inutile dire che i giorni dopo la sua partenza erano stati un inferno. Come aveva promesso, Ed aveva portato Thomas a casa sua, costringendo Gemma a venire a trovarmi, ogni tanto. La ragazza ogni volta mi trovava nelle stesse condizioni: occhi lucidi, occhiaie profonde, smunto, ogni giorno sempre più dimagrito.
A lavoro tutti si erano accorti del mio malessere, ma nessuno osava chiedere il motivo, e di quello gliene fui grato. Mi limitavo a fare il mio lavoro nel modo più apatico possibile, senza interagire né con i clienti né tantomeno con i miei colleghi.
Trovavo conforto solamente alla sera quando Harry mi chiamava. Era l'unico momento della giornata che poteva concedermi, l'unico momento in cui aveva qualche minuto libero.
«Hei, amore» mi disse dolcemente.
Sorrisi leggermente, seduto a gambe incrociate al centro del letto. «Ciao.»
«Tutto bene?»
«Si» dissi solamente, mentendo. «A te?»
«Va tutto alla grande, Lou. Il posto è bellissimo, davvero. Avevo già visto su internet delle foto dell'università, del campus, ma dal vivo è tutto più bello. I studenti del mio corso sono quasi tutti simpatici, e fortunatamente sono capitato in stanza con un bravo ragazzo.»
Mi accigliai, geloso. «E com'è?»
Lo sentii ridacchiare. «Etero, Lou. E non mi sarebbe interessato comunque. Si chiama Calum.» Emisi un piccolo sospiro di sollievo e annuii, anche se non poteva vedermi.
«Non te l'avevo chiesto perch..»
«Si che sei geloso, non negarlo» ridacchiò.
Mi morsi il labbro, sorridendo. «E va bene, lo sono. Ma giusto un po'.»
«Si, certo» rise facendomi innamorare sempre di più di quella risata, e me lo immaginai steso sul letto con le fossette in bella vista, gli occhi ridotti a due fessure.
«Thomas?» tornò serio e sgranai gli occhi. Avevo inventato tutte le scuse possibili ogni sera, e in quel momento non sapevo cosa dire.
«E'..dorme.»
«Sono le 21, di già?» chiese, stranito.
«Si, era..abbastanza stanco.»
«Mh, okay. Me lo saluti?»
«Certo.»
«Però domani voglio sentirlo, quindi non farlo andare a dormire presto.»
Il cuore mi batté forte e respirai profondamente. «C-ci proverò. Dai raccontami qualcosa sulla vita del college.» Cambiai repentinamente argomento e sospirai di sollievo quando iniziò uno sproloquio sulle feste che organizzavano ogni weekend. Lo invitavano, ma lui rifiutava sempre.
«Perché non ci vai?»
Dall'altra parte sentii un sospiro. «Per te ma..ma anche perché non mi divertirei comunque.»
«Per me?»
«Si, Lou. So che ti preoccupi per nulla, e so che se dovessi andare ad una di queste feste staresti tutto il tempo in ansia, e non vorrei che stessi in pensiero per l'intera nottata fino a quando non ti mando un messaggio per dirti che sono in camera.»

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Greedy for love.
FanfictionLouis Tomlinson, da quando ha 14 anni si prende cura del suo fratellino Thomas di appena 10 mesi, a causa della morte dei suoi genitori in un incidente stradale. Ora Thomas ha 4 anni e Louis 18, e da quando li ha compiuti l'assegno mensile di una zi...