Thomas sbadigliò, appena Ed concluse la sessione. Sorrisi e mi sporsi verso di lui. «Ehi campione, hai sonno?» Annuì, stropicciandosi un occhio. «Vieni qui, tra poco ce ne andiamo.» Lo presi in braccio e poggiò la testa sulla mia spalla, chiudendo gli occhi.
Ed ci raggiunse al tavolo e Gemma gli saltò addosso, baciandolo. Sorrisi, distogliendo lo sguardo per dargli un po' di privacy. «Louis.» Ed mi diede un bacio sulla guancia e poi guardò il riccio. «Non ci siamo mai presentati, sono Ed.» Harry gli sorrise e gli strinse la mano che Ed gli tese.
«Trattala bene e non sarai sulla mia lista nera.» Disse il riccio, facendo ridere me e Gemma, mentre Ed deglutì e annuì, imbarazzato.
«Louis, Thomas sta dormendo, non è meglio andare a casa?» Annuii a Gemma e mi alzai lentamente, cercando di non far svegliare Thomas.
«Ed, come al solito sei stato bravissimo.»
«Grazie Lou, poi ci sentiamo, eh?» Annuii, mordendomi le labbra.
«Haz, io resto a dormire da Ed.» Abbassai lo sguardo per nascondere il sorriso quando Harry la guardò corrucciato. Poi annuì e, dopo aver salutato i due, uscimmo dal locale e salimmo nella sua macchina. Il viaggio fu breve, e quando accostò davanti al vialetto di casa sua, uscii dalla macchina, imitato da lui.
«Vuoi entrare?» chiesi titubante. Annuì.
Appena entrammo in casa andai a mettere Thomas a letto, in camera sua. Fortunatamente, quando gli misi il pigiama, non si svegliò. Gli rimboccai le coperte e chiusi la porta, andando in salotto. Harry mi guardò appena entrai e mi schiarii la voce, imbarazzato.
«Vuoi qualcosa da bere?» proposi, per rompere quella situazione di estrema tensione. Ma non mi aiutò, dato che si limitò a scuotere la testa e a guardarmi impassibile. Sospirai. «Harry..»
«Mi dici cosa ti sta succedendo?» Lo guardai confuso. «E' da tutta la giornata che sei letteralmente un morto che cammina. Puoi spiegarmi cosa succede, per favore?» Il suo tono di voce era duro, severo, ma sembrava che mi stesse anche supplicando.
«Non chiedermi questo, ti prego.» Quella volta fui io a supplicarlo, sentendo gli occhi inondarsi di lacrime. Ma che diavolo, erano tre anni che non piangevo e da quando avevo iniziato a farlo, la notte prima, ne avevo sempre più voglia, anzi, bisogno.
Harry sospirò, ma annuì. «C'è qualcosa che posso fare?»
«Puoi..abbracciarmi?» chiesi titubante, con la voce che tremava visibilmente. In un primo momento restò sorpreso da quella richiesta, ma il minuto successivo si avvicinò di scatto e mi strinse tra le sue braccia. Poggiai la guancia sul suo petto e strinsi la sua maglia tra le dita, fortemente.
Chiusi gli occhi e, inevitabilmente, scoppiai a piangere, senza motivo, o forse di motivi ce n'erano troppi per elencarli. Singhiozzai e Harry s'irrigidì. «Louis!» Mi richiamò, prendendomi il viso tra le mani e allontanandolo dal suo petto, per potermi guardare. Scossi la testa e poggiai la fronte sul suo petto, per non incontrare i suoi occhi pieni di domande a cui non volevo rispondere.
«Louis, piccolo, ti prego dimmi che sta succedendo.» Quando scossi la testa sospirò e lasciò perdere. Non insistette e gliene fui grato. Tornò a stringermi di più contro il suo petto, e strinsi gli occhi senza smettere di piangere.
All'improvviso mi prese in braccio, per le cosce, facendomi avvolgere le gambe intorno ai suoi fianchi, e mi portò in camera mia. Si sdraiò, tenendomi su di se e accarezzandomi i capelli, la schiena, in movimenti lenti, dolci. Nascosi il viso nell'incavo del suo collo e tirai su col naso.

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Greedy for love.
FanfictionLouis Tomlinson, da quando ha 14 anni si prende cura del suo fratellino Thomas di appena 10 mesi, a causa della morte dei suoi genitori in un incidente stradale. Ora Thomas ha 4 anni e Louis 18, e da quando li ha compiuti l'assegno mensile di una zi...