Capitolo undici.

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Presi il cellulare dalla tasca, e corrugai la fronte quando vidi un numero sconosciuto che mi chiamava. «Pez puoi coprirmi un momento?» La ragazza annuì e andai sul retro, negli spogliatoi c'era Thomas e non mi andava di rispondere davanti a lui.

«Pronto?» Nessun rumore, nessuna risposta dall'altra parte. «Pronto?» Sbuffai quando non si decidevano a rispondere. «Si può sapere chi è?»

«Ciao, Louis.» Mi pietrificai a quella voce.

«Luke? Che cazzo vuoi? Sto lavorando.»

Il professore si schiarì la voce. «Possiamo vederci, più tardi? Posso venire da te.»

Sgranai gli occhi. «Sei impazzito? Assolutamente no.»

«Ti prego, ho bisogno di vederti.»

Sospirai. «Mi vedi ogni giorno in aula.»

«Ho bisogno di parlarti.» Si corresse.

«Io non ho nulla da dirti.»

«Io si. Per favore.»

Chiusi gli occhi e respirai profondamente. «Okay,» dissi, dopo secondi di silenzio.

Sospirò di sollievo. «Grazie.»

Risi amaramente. «Non ringraziarmi. Vieni alle 2 am.»

«Oka..» Non gli feci concludere la frase perché chiusi la chiamata, tornando subito dopo al lavoro.








Da: Luke.
Ore: 2:01
Sono fuori casa tua, mi fai entrare?

Sospirai e aprii la porta. Era in macchina, così gli feci segno di entrare, lasciando la porta aperta e andando in cucina. Dopo qualche secondo sentii la porta d'ingresso chiudersi e dei passi avvicinarsi.

«Dimmi cosa mi devi dire e vattene» dissi, di spalle, con le mani poggiate sul ripiano della cucina.

«Louis, puoi almeno guardarmi in faccia?»

«Parla» dissi solamente. Non lo fece. Sentii solamente i suoi passi avvicinarsi sempre di più e d'un tratto le sue mani si posarono sui miei fianchi. Sgranai gli occhi e mi dimenai di scatto, allontanando malamente le sue mani e allontanandomi da lui stesso.

«Che cazzo fai?!» sbottai, guardandolo furioso. Cercò di fare un passo avanti ma lo fermai guardandolo malissimo. «Non azzardarti ad avvicinarti, né a toccarmi. Chiaro?»

Deglutì, abbassò lo sguardo ed annuì. «Ora dì che cazzo hai voluto vedermi a fare.»

Alzò lo sguardo su di me e vidi i suoi occhi lucidi. «Mia moglie..mi ha lasciato.» Alzai un sopracciglio. «Ha scoperto che la tradivo.»

«Ha scoperto anche con chi?» chiesi, preoccupato, ma comunque freddo.

Scosse la testa, prontamente. «No. Ultimamente mi vedeva distratto e quando mi ha chiesto, scherzando, se avevo qualche amante..io mi sono stato zitto e lì ha capito tutto. Mi ha urlato contro di dirle la verità, e alla fine ho confessato di averla tradita per tre anni.» Chiuse gli occhi e respirò profondamente.

Non mi faceva pena, anzi, mi faceva schifo. Fortuna che quella povera donna se n'era accorta. «E cosa vuoi da me?»

Mi guardò. «Ero distratto perché continuavo a pensare a te, Louis. Io..ti ho mentito. Non è vero che non stavamo insieme. Per me contavi molto di più di mia moglie.»

Greedy for love.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora