Capitolo due.

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«Com'è andato il test di stamattina?» Piagnucolai, lasciandomi andare sul divano dopo aver messo a letto Thomas, accanto a Gemma, mentre Ed era seduto sulla piccola poltrona.

«Una merda. Sicuramente prenderò una D. O, peggio una F.» M'imbronciai, facendola ridere.

«Dai Lou, addirittura?»

«Gems, ieri ho studiato poco e niente e stamattina non ricordavo nulla anche se avevo studiato poche ore prima.»

«Questo perché ti riduci all'ultimo.» Disse Ed, severamente.

La bionda sospirò. «Louis, senti, io devo dirti una cosa.» La guardai corrugando la fronte, e le feci segno di continuare. «Grazie al mio lavoro, e alla mia famiglia, ho un bel po' di soldi da parte, potrei darti almeno la metà. Non guardarmi così! Te li presto, okay? Me li ridarai, pian piano. Ma devi prenderli, perché non puoi andare avanti così, non puoi studiare di notte quando invece dovresti dormire. Lascia il lavoro e concentrati sulla scuola per questi ultimi quattro mesi, che quest'anno devi diplomarti e non puoi farti bocciare.»

La guardai a bocca spalancata. «No! Assolutamente no.» Dissi, oltraggiato. Come poteva chiedermi una cosa del genere?

«Ascoltami, Louis..»

«No, ascoltami tu.» La bloccai, e subito si zittì. «Non voglio i tuoi soldi, non voglio l'aiuto di nessuno. Probabilmente sbaglio, ma non voglio fare pena a nessuno. Non lascerò il lavoro, me la cavo da sto cavando abbastanza bene da solo. Certo, la situazione non è delle migliori e non riesco a fare tanto, i problemi non se ne vanno mai, sono sempre lì, le spese sono sempre di più, ma so badare a me stesso, e a Thomas. Quindi, Gemma, ma non accetterò i tuoi soldi né ora né mai.» Sbottai, guardandola duramente.

La bionda annuì, titubante. «Va bene, Lou, è una tua scelta e nonostante non sia d'accordo, la rispetto.»

«Grazie.»

Mi sorrise. «Sono fiera di te, lo sai?»

Sospirai. «Almeno tu.»

«Ehi lo sono anch'io.» S'intromise Ed, e gli sorrisi, grato.

Gemma mi accarezzò dolcemente una guancia. «Anche i tuoi lo sono, sicuramente.» Sorrisi a labbra chiuse, incapace di aggiungere altro. Quando si toccava quell'argomento non ero in grado di dire una parola, ed entrambi i miei migliori amici lo sapevano. Infatti, poco dopo si lanciarono uno sguardo e si alzarono dal divano. «Ora dobbiamo andare, si è fatto tardi.» Annuii, distrattamente. «Vai a dormire, okay?»

Scossi la testa, alzandomi anch'io dal divano. «Devo studiare per il test di filosofia di dopodomani.» Dissi, per poi sospirare.

Entrambi mi guardarono storto. «Louis non pu..»

«Notte.» Li bloccai nuovamente, lasciando ad entrambi un bacio sulla guancia, per poi filare in camera mia, dopo aver sentito la bionda sbuffare.























Chiusi un momento gli occhi e respirai profondamente. D'un tratto la vista mi si appannò e non ne capii il motivo. Proprio quando stavo camminando tra i corridoio doveva succedere? Fortunatamente non andai a sbattere contro nessuno, nonostante mi fossi fermato nel bel mezzo, ricevendo parecchi insulti. Aprii gli occhi e iniziai a sudare freddo, a respirare affannosamente. Che cazzo mi stava succedendo? Arrivai al mio armadietto e mi ci poggiai, cercando di respirare profondamente.

«Louis! Ti senti bene? Sei pallido come un cadavere.»

Aprii gli occhi e di fronte a me c'erano Zayn e Liam. Annuii impercettibilmente, ma forse era meglio non averlo fatto, dato che tutto intorno a me prese a girare velocemente e barcollai. «Louis!» Liam mi richiamò ma la sua voce mi arrivò ovattata, lontana, e sentivo un forte ronzio alle orecchie.

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