«Voglio dire tutto ai miei, Lou.» Corrugai la fronte e alzai lo sguardo, fermando il movimento del mio dito che era impegnato a fare figure immaginarie sul suo petto, da quando avevamo finito di fare l'amore.
«Che intendi?»
Si morse il labbro, guardando il soffitto. Abbassò poi lo sguardo su di me, dopo aver sospirato profondamente. «Di essere gay, e di non voler andare alla Stanford.»
«Che?» chiesi, sbalordito da quella sua determinazione. Non avrebbe mai ammesso per nessun motivo al mondo di non voler andare alla Stanford.
Scosse le spalle. «Si, voglio andare alla Yale. Tutti già iniziano a fare domanda, e vorrei farlo anch'io per non rischiare di rimanere fuori.» Un pezzo del mio cuore si staccò, a quelle parole, perché ciò voleva dire che per tutti e quattro gli anni del college, non l'avrei visto.
Respirai profondamente, fingendo un sorriso. «Dovresti davvero farlo» annuii alle mie stesse parole, mentre tornai a poggiare il capo suo petto nudo, sospirando. Da un lato ero felice che avrebbe seguito i propri sogni, dall'altro non potevo non essere triste perché non l'avrei avuto al mio fianco per un po'. Ma non potevo essere egoista e pensare solamente a me stesso.
«Perché non vieni a cena da me una di queste sere? Senza Thomas, però..magari lo lasci ad Ed? Voglio dirlo con te al mio fianco, perché so che riesci, anche con un solo sguardo, a darmi la forza necessaria.»
Annuii, accarezzandogli piano il petto. «Okay» sussurrai, lasciandogli un piccolo bacio sul punto in cui si trovava il cuore e sentii la sua stretta farsi più forte, e mi lasciò un bacio sulla fronte.
«Grazie.» Sorrisi tristemente e chiusi gli occhi. Ma inutile dire che quella notte non riuscii a dormire.
La sera di quattro giorni dopo, ero a cena a casa Styles. Stavamo cenando e tutto era ancora tranquillo, Harry non doveva ancora sganciare la bomba. Thomas era con Ed e Gemma, che avevano prontamente accettato di tenerlo con loro. Subito dopo il dolce il riccio mi guardò e feci un piccolo sorriso, per incoraggiarlo.
«Mamma, papà, dovrei dirvi una cosa» iniziò Harry, con lo sguardo basso. I due lo guardarono, e la madre annuì, facendogli segno di continuare. Harry si schiarì la voce e si mosse a disagio sulla sedia.
«I-io..è un problema se avete un figlio gay?» Sgranai gli occhi per come il riccio impostò l'argomento. Era impazzito? Così, all'improvviso? Doveva girarci intorno, cavolo.
Guardai i suoi genitori mordendomi il labbro, nervoso. I due all'inizio avevano una faccia serissima, pietrificata, ma dopo pochi secondi scoppiarono entrambi a ridere quasi nello stesso momento. Corrugai la fronte, così come Harry, di fronte a quella reazione. Era una cosa buona o dovevo preoccuparmi?
«M-mamma?» chiamò Harry, impaurito.
Anne si asciugò le lacrime dagli occhi e guardò il figlio sorridendo. «Amore, quando avevi intenzione di dircelo?»
Harry sgranò gli occhi. «Lo sapevate già?»
La madre ridacchiò, annuendo. «L'abbiamo capito quando, a 16 anni, volevi a tutti i costi che le ripetizioni di matematica te le facesse un ragazzo e non una ragazza. All'inizio pensavamo fosse perché magari con una ragazza avresti potuto distrarti, invece quando un giorno ti accompagnò lui a casa perché pioveva a dirotto, vi abbiamo visto baciarvi dalla finestra, abbiamo capito tutto.»

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Greedy for love.
FanfictionLouis Tomlinson, da quando ha 14 anni si prende cura del suo fratellino Thomas di appena 10 mesi, a causa della morte dei suoi genitori in un incidente stradale. Ora Thomas ha 4 anni e Louis 18, e da quando li ha compiuti l'assegno mensile di una zi...