40. In stazione

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In stazione, quel mattino, vi era una piccola folla.

Niall, attorniato da alcuni bambini, stava aspettando Louis, ma un consistente gruppetto era in attesa di Harry, che mancava dal gennaio precedente.

Peter, Emily e Grace lo aspettavano emozionati. La cuginetta in particolare non stava più nella pelle all'idea di rivedere entrambe le sue persone preferite al mondo, dopo mamma e papà, e scalpitava, incapace di stare ferma. Il vestito le faceva caldo, il nastro del cappellino la infastidiva, e cercò un po' di sollievo slacciandolo.

Finalmente, in lontananza, si sentì il fischio del treno, ed il suo cuore cominciò a galoppare. Saltellò sul posto, in preda all'eccitazione, mentre si sforzava di scrutare il punto dove sarebbe apparso. Poco dopo un puntolino scuro in lontananza si materializzò nella luce abbacinante delle undici, e gradualmente si avvicinò, assumendo gradualmente le sembianze della locomotiva.

.-Eccoli! Eccoli!- Strillò, impaziente. Sua madre la ammonì di stare quieta, ma lei non ci fece troppo caso.

Il treno, in frenata, si avvicinò sempre più lentamente, fino a fermarsi in stazione. Poco dopo le porte vennero aperte, e Grace allungò il collo per vedere oltre alle persone davanti a lei, agitata oltre ogni misura.

Vi fu un allegro viavai, un andirivieni di persone che salivano e che scendevano, ed all'improvviso lo riconobbe, il suo Harry. Immediatamente le lacrime le velarono gli occhi, mentre le saliva un groppo alla gola che si sforzò di mandare giù, unendo le mani sotto al mento, emozionata. Il cugino era ancora più alto di come lo ricordava, era abbronzato ed aveva i capelli lunghi, e per un attimo Grace si sentì intimidita, frenando l'impulso di correre ad abbracciarlo, perché forse era sconveniente.

Poi, però, Harry si voltò dalla sua parte, e la scorse tra la folla. Il suo volto si illuminò, mentre le sorrideva, e spalancò le braccia. Grace si tuffò di corsa nella sua direzione, coprendo in pochi istanti la breve distanza che li separava, ed in un attimo fu tra le sua braccia, felice oltre ogni dire. Il ragazzo la sollevò, ed allora la bambina arrossì:

-Harry, mettimi giù! Ho nove anni adesso-

Il cugino scoppiò a ridere, divertito dal suo imbarazzo, e Grace si trovò improvvisamente coi piedi per terra e di fronte ad un Louis che le sorrideva, facendole galoppare il cuore.

-Bentrovata, Grace- la salutò questi, e Grace arrossì. Si era dimenticata di quanto fosse bello il suo maestro preferito. Louis fu presto attorniato dalla piccola delegazione della scolaresca, salutando tutti, e Grace ritenne sufficientemente decoroso il prendere per mano il cugino, anziché aggrapparsi a lui come avrebbe voluto fare, mentre lui salutava tutti a sua volta.

Harry, dal canto suo, era enormemente confortato dal tenere per mano la cuginetta. Tornare a Colorado Springs, per lui, gli procurava emozione ed ansia ad un tempo. Aveva sofferto enormemente di nostalgia, sia di Louis che della piccola cittadina che aveva visto sbocciare il suo amore, e sentiva finalmente di essere a casa. Nello stesso tempo, però, quel luogo era stato teatro di molte vicissitudini, e sapeva che lì avrebbe dovuto limitare le sue effusioni con Louis, come non aveva fatto negli ultimi giorni, nella privacy della casa dei suoi genitori. Il suo sentimento sarebbe sempre stato in salita, e si immaginava che già molte voci fossero in circolo su di loro.

Lì, Louis sarebbe tornato a vivere da solo, e lui coi suoi zii.

Si girò ad osservare Grace, sentendosi scaldare il cuore di amore fraterno. La bimba era cresciuta in altezza, ed i tratti del suo volto si erano affinati, ma aveva sempre la stessa treccia di capelli biondi e lucidi e gli stessi occhi tra il verde ed il marrone, che lo guardavano adoranti.

-Come stai, Gracy?-

-Bene, ora che sei tornato. Mi sei mancato tanto- gli confidò la bambina, facendolo sorridere:

-Anche tu, piccoletta. Ma ora son tornato per rimanere, te lo prometto-

-Ed Amira?-

-E' nel vagone del bestiame; ora andiamo a prenderla-

-Me la lascerai cavalcare?-

-Ma certo; lo zio mi ha detto che già lo facevi. Le sarai mancata. Su, andiamo a prendercela-

Louis osservò con la coda dell'occhio il suo ragazzo e la cuginetta allontanarsi, presumibilmente per andare a prelevare Amira, e quasi perse il filo del discorso con Niall.

-... E insomma, quello voleva combinarmi un appuntamento!- Finì in tono risentito il maestro, attirando di nuovo la sua attenzione.

-Niall, non ha tutti i torti. Da quanto sei qui, un anno? Sei mai uscito con qualche bella ragazza?- Rispose Louis, divertito dal fatto che l'intraprendente proprietario del saloon si fosse trasformato in un organizzatore di appuntamenti.

-Ma che c'entra... e poi, perché non l'ha chiesto a Liam? Dico io, è scapolo, è un bell'uomo ed ha un lavoro di prestigio- si lamentò Niall, rosso in viso.

-Già, in effetti hai ragione- convenne Louis.

-Forse è perché è sempre alla riserva. Ma oramai ci sono pochissimi indiani, e la gente si lamenta perché servirebbe qui, e spesso non c'è- continuò Niall, che con Louis aveva ritrovato il suo solito tono ciarliero.

-E' sempre alla riserva? Ha notizie di Piccolo Lupo che noi non abbiamo?- Chiese Louis, interessato.

-Non che io sappia. Dopo glielo chiederemo- affermò il maestro biondo, cercando con gli occhi Harry, mentre Emily ed Anne si prendevano a braccetto.

-Non è ancora arrivato un secondo medico?- Domandò Louis.

-Dovrebbe arrivare nel giro di un mese, ma non so altro; ti ripeto, Liam è occupato, è un po' che non ci parlo- rispose Niall. Louis si appuntò mentalmente di andare, a breve, a fare un saluto al giovane medico, e poi si fece coinvolgere in una discussione sui lavori fatti a scuola, che avrebbe riaperto i battenti il primo settembre.

Harry, intanto, fece salire la cuginetta sopra ad Amira, dopo averla dissetata. Era senza sella, per cui la sorresse perché non cadesse,  mentre Grace aveva gli occhi brillanti di felicità. Si incamminarono dietro agli altri, sotto al sole cocente, ed Harry fu piacevolmente sommerso dalle chiacchiere della bambina, che voleva raccontargli ogni cosa. Sentì un senso di benessere, mentre il senso di angoscia di poco prima si dissolveva.

5/04/2016 Appunto personale...

Grace ha le sembianze di mia figlia, e quando la descrivo è lei che ho in menteNoi siamo abituati alle partenze ed ai ritorni del papà, che viaggia per motivi di lavoro, e questo capitolo mi è stato ispirato da lei :-)

Come neve in settembreWhere stories live. Discover now