30. L'ultimo viaggio di Avonaco

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L'udienza si tenne nella sala delle riunioni del consiglio cittadino, presenziata da alcuni funzionari dell'esercito. Interrogarono a lungo Peter ed Harry sulla natura del rapporto che avevano con gli indiani della riserva, in particolare con i fuggiaschi, ed Harry mantenne una sorprendente calma. Nessuna domanda riuscì a scalfire la sua compostezza, perché aveva il cuore pieno di dolore per le condizioni del vecchio capotribù, e per quello che temeva sarebbe successo al seguito della sua imminente morte. Louis rimase a guardarlo seduto in fondo alla stanza, presenziando in silenzio.

Ne uscirono soltanto a pomeriggio inoltrato, ed Harry si fermò a salutare Louis. Il maestro gli lesse in volto la pena, e gli chiese spiegazioni.

-Louis, fidati di me. Non ti voglio dire niente. Fidati di me- lo implorò Harry, congedandosi e seguendo Peter fino alla clinica. Quando li vide andare via assieme al medico, Louis intuì quello che stava succedendo, ed il suo cuore si appesantì.

Liam trovò le condizioni del vecchio capotribù proprio come le aveva immaginate ascoltando le parole di Peter: l'anziano non era ammalato, si stava semplicemente lasciando andare.

-Possiamo fare qualcosa per lui?- Chiese Harry.

-Oltre ad accudirlo con affetto e cercare di dargli un po' di serenità, non molto- rispose il medico. Non si sarebbe accanito sul suo paziente, rispettando la sua volontà.

-Se torna all'addiaccio, morirà- considerò Peter.

-Sicuramente accelererà le cose- commentò Liam.

-Allora è deciso: resteranno qui- concluse Peter, ricevendo l'ammirazione e l'approvazione più totale del nipote.

L'esercito non tornò a piantonare casa Cox, ma rimase comunque in paese e nei pressi della riserva. Peter ed Harry continuarono a vivere e lavorare come se nulla fosse, senza destare sospetti, mentre Avonaco trascorreva i suoi ultimi giorni al riparo. Piccolo Lupo lo accudiva, e faceva nel contempo qualche breve giro di perlustrazione nei pressi della casa, in modo da far correre il meno rischi possibili ai suoi generosi amici bianchi.

Il rischio che correvano Harry e Peter, e nel contempo anche la sua famiglia, era enorme. Ma di fronte alla situazione estrema del capotribù, non ebbero un momento di esitazione. Emily li spalleggiò, e tennero Grace distante dal fienile per tutto il tempo, aiutati da pioggia e freddo.

In tutto questo, Louis tenne fede alla richiesta di Harry, non chiedendo nulla e dandogli fiducia, anche se viveva con l'ansia. Il ragazzo passava a salutarlo a casa, e lui continuava a presentarsi al panificio al mattino per far colazione. La situazione rimase così, in stallo, per dieci giorni.


Era il ventun dicembre, e stava nevicando.

Louis ogni tanto guardava i grossi fiocchi scendere dal cielo, sorseggiando un the caldo, al riparo della sua casetta, e stava correggendo dei compiti.

All'improvviso, la quiete della sua casa venne interrotta bruscamente da un imperioso bussare alla porta. Sobbalzò, spaventato, ed andò ad aprire, impallidendo alla vista di un plotone di soldati.

-Stiamo perquisendo il paese. Entrate- Ordinò ai suoi uomini il colonnello.

-Cosa state cercando?- Chiese Louis, mentre due soldati si facevano strada ed entravano in casa sua.

-Il fuggiasco-

-Quale?-

-Di certo non quello morto!- Rispose sprezzante il colonnello, mentre i due tornavano velocemente fuori dall'infruttuoso giro di ricognizione.

Come neve in settembreWhere stories live. Discover now