31. Il compleanno di Louis

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Harry si sentiva fisicamente e mentalmente esaurito, ed il suo unico desiderio era quello di passare del tempo con Louis, senza interferenze, senza problemi. Aveva bisogno di ritagliarsi uno spazio da tutto il baillamme che era la sua vita al momento.

Essendo minorenne, non erano stati presi provvedimenti nei suoi confronti, se non quello di presenziare al processo; altra sorte era toccata agli altri, compreso suo zio, che si trovano momentaneamente in stato di fermo da tre giorni.

Il ritorno dei fuggiaschi aveva provocato un gran scossone nell'esercito, ed i provvedimenti presi erano stati severi. Avevano concesso che il vecchio capotribù fosse seppellito con tutti gli onori, ma Piccolo Lupo era stato subito dopo imbarcato nel treno e spedito a Boston, dove sarebbe stato processato. Le denunce a suo carico erano talmente gravi da far pensare che sarebbe stato giustiziato entro breve; già il fatto che il colonnello non avesse dato l'ordine di esecuzione, però, era stata una vittoria non da poco. Aveva ascoltato Liam.

I quattro, però, si trovavano in stato di fermo, in attesa di essere interrogati sul loro coinvolgimento. Soltanto il fatto di svolgere dei lavori di pubblica utilità li aveva preservati dall'arresto; Peter e Liam erano certi che il processo nei loro confronti sarebbe stato aggravato dal loro presunto coinvolgimento durante la fuga; Louis e Niall, invece, rischiavano di essere sospesi dall'incarico.

Era il ventiquattro dicembre, ed il paesello era stretto nella morsa del gelo. La neve era alta, e la scuola era chiusa per le vacanze natalizie, ma se anche fosse stata aperta, ben pochi studenti si sarebbero presentati.

Harry aveva fatto un giro di consegne particolarmente lento, aiutato da Tyler, imbacuccati in pesanti pastrani e con i berretti ben calati sulla fronte, ma nonostante questo, erano intirizziti. Blake, l'ultimo al quale dovevano consegnare il pane, li invitò dentro a scaldarsi prima di finire il giro.

Harry guardò di sfuggita Tyler. Sapeva bene quanto l'uomo sapesse risultare molesto, ma in cuor suo aveva gradualmente ammorbidito la sua posizione nei suoi confronti, alla luce di come si era comportato con lui e Louis. Per cui accettò di fermarsi un pochino nel saloon vuoto, mentre Tyler alzava gli occhi al cielo.

-Siete troppo piccoli per bere alcoolici. Volete del the?- Disse il proprietario del saloon, col suo solito tono di voce strafottente.

-Se potessi avere del latte caldo, te ne sarei grato- lo sorprese Harry.

-Per chi mi hai preso, ragazzino? Latte qui dentro?!- Lo derise il barista.

Harry alzò un sopracciglio, accennando un sorriso.

-E va bene. Latte sia. Ma non ditelo in giro. Ne va della mia reputazione, per Dio!- Si lamentò Blake, sparendo in cucina.

Harry si avvicinò al fuoco, con le mani e le labbra livide. Tyler gli rimase accanto, ancora parecchio intimorito da Blake, il quale tornò poco dopo con due tazze di latte fumante, ed un barattolo di miele.

Harry gli sorrise, grato. Blake gli fece un cenno, lasciando tutto sul bancone e tornando alle sue cose.

Fuori imperversava una tormenta. I due ragazzi si rinfrancarono con la bevanda calda, in tranquillo silenzio.

Tyler sapeva a spizzichi e bocconi quello che era successo, ma era una persona tendenzialmente poco ficcanaso, per cui non aveva chiesto nulla, anche se vedeva quanto l'amico fosse preoccupato.

-Oggi è il compleanno di Louis- ragionò a voce alta Harry.

Tyler alzò la testa dalla tazza, guardandolo.

-Non gli ho preso un regalo- continuò il ragazzo, guardando fuori dalla vetrata.

-Avevi pensato a qualcosa in particolare?- Gli chiese Tyler.

Come neve in settembreOù les histoires vivent. Découvrez maintenant