36. La festa - pt.1-

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Durante la permanenza di Louis a Denver, i loro pensieri furono momentaneamente accantonati per una sera, in occasione di un ricevimento dato dagli Styles.

Il padre di Harry aveva invitato alcuni colleghi con le loro mogli e famiglie, per un party a metà tra un incontro di affari e una festa. La presenza di Harry aveva arricchito l'evento di un'occasione in più per festeggiare, e sarebbero stati presenti alcuni individui che ricoprivano alte cariche statali. Era, dunque, l'occasione giusta per i ragazzi per mettere una buona parola per gli indiani, in maniera discreta. Desmond aveva dato il loro benestare, a patto che la questione rimanesse relegata ai margini, senza farne un caso.

Essendo un gala elegante, Louis si ritrovò a dover accettare uno smoking nero in prestito. Una sarta lo adattò alla perfezione alle sue misure, ed il giovane lo indossò di buon grado. A Boston, anche se non ai livelli della famiglia Styles, anche lui aveva preso parte a svariati ricevimenti con la sua famiglia, per cui accolse con piacere il diversivo.

Se pensava di aver visto ormai tutto nella sua vita da quasi trentenne, si sbagliava di grosso. Non aveva ancora visto Harry in abiti eleganti. Ne aveva avuto un assaggio negli ultimi giorni, essendosi il ragazzo vestito nella quotidianità in maniera semplice, ma più raffinata rispetto agli standard di Colorado Springs; ma l'immagine di Harry in smoking gli rimase impressa anche negli anni a venire. Era semplicemente stupendo. Un superbo esemplare di giovane maschio, prestante, dal corpo statuario e dal viso d'angelo, in cui erano incastonate due gemme verdi. La pelle scurita dal sole non faceva che risaltare gli occhi chiarissimi ed il contorno delle labbra, che sembrava disegnato ad arte. Tutto nel ragazzo parlava di bellezza, di quella vera. Harry era l'uomo più bello che Louis avesse mai avuto la fortuna di incontrare. Fu con una certa rassegnazione, quindi, che vide catalizzarsi su di lui l'attenzione di tutte le fanciulle, ed in generale di tutte le rappresentanti di sesso femminile, quando il ragazzo fece il suo ingresso nel salone degli Styles, inconsapevole del turbamento che stava provocando.

Louis era sceso qualche minuto prima, e Desmond gli aveva presentato già alcuni personaggi illustri, apprezzando il grado di buona educazione e di cultura del giovane maestro, che era perfettamente all'altezza della situazione. Con la coda dell'occhio vide arrivare Harry, e fu con non poca difficoltà che riuscì a non perdere il filo del discorso con il funzionario statale con cui stava conversando. Il vecchio cancelliere colse la sua esitazione e si volse a guardare cosa avesse distratto il suo interlocutore, incrociando lo sguardo di Harry, che aveva individuato Louis e gli si stava avvicinando con un sorriso.

Harry sentiva il cuore battere all'impazzata, cercando di non darlo a vedere, mentre raggiungeva il suo Louis, elegantissimo nello smoking nero. Si sarebbe stupito molto, se avesse saputo quanto i suoi pensieri stavano ricalcando quelli del compagno, mentre pensava a quanto bello fosse Louis. Avanzò nella sala, subito interrotto da conoscenti che volevano salutarlo; si fermò cortesemente a conversare con ognuno di loro, ligio alla sua buona educazione, non resistendo alla tentazione, però, di lanciare qualche occhiata in direzione di Louis, come per rassicurarsi del fatto che fosse lì.

Il maestro, molto più abile di lui nel dissimulare il suo turbamento, fu intrattenuto per qualche momento a chiacchierare con una giovane fanciulla, figlia di uno dei colleghi di Desmond, di notevole avvenenza. I modi cortesi di Louis parevano averla ammaliata, ed il maestro tentò di ignorare le occhiate sempre più di fuoco che Harry rivolgeva loro dall'altro lato del salone.

-Signor Tomlinson? Mi sta ascoltando?- Lo richiamò la ragazza, che si chiamava Beatrix. Louis aveva perso per un attimo il filo della conversazione, notando con disagio l'avvicinarsi a passo di carica di Harry.

-Certo, mi perdoni, signorina- si scusò lui, mentre Harry li raggiungeva. Fu costretto a voltarsi, facendogli un cenno di saluto. Il ragazzo pareva furioso, e Louis non potè non pensare a quanto fosse dannatamente meraviglioso, coi lineamenti contratti ed i pugni chiusi, come un dio glorioso ed arrabbiato.

Come neve in settembreWhere stories live. Discover now