28. La casa nuova

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La casa sfitta della famiglia di Tyler era in condizioni deplorevoli, ma nulla che con scopa e ramazza non si potesse risolvere. Era appena fuori dal centro abitato, al di là del torrente che scorreva dietro alla chiesetta, nascosta dai primi alberi del bosco.

Louis fece sistemare le assi del portico dal maniscalco, e con l'aiuto di Emily, Grace ed Harry ripulì da cima a fondo l'ambiente polveroso, che gli causava una brutta tosse stizzosa e che lo costringeva a frequenti pause per uscire a respirare aria pulita. Peter lo aiutò spostando i mobili,e regalandogliene alcuni, poichè la casa conteneva soltanto il tavolo, un armadio ed un letto.

Di fianco alla modesta casetta, Louis fece costruire una piccola stalla, o per meglio dire, un box con il recinto per il suo cavallo, del quale aveva finalmente deciso il nome: Leonard, "possente come un leone", rivelatosi perfetto per il maestoso animale.

-Continuo a chiedermi perché abbiano questa casa disabitata- disse Louis a Peter, in un momento di pausa per riprendere fiato.

-Da quel che so, vive da solo con sua mamma ed un fratellino. Suo padre è scomparso dopo che il fratello maggiore di Tyler è morto, qualche anno fa- rivelò Peter.

-Come è morto?-

-Una disgrazia. Non ti racconterò i pettegolezzi che nacquero all'epoca, perché non è giusto nei confronti di Tyler, ma fu un terribile incidente. Probabilmente questa sarebbe dovuta essere casa sua- considerò il fornaio, prima di rientrare a finire il lavoro. Louis rimase ancora qualche momento fuori,  a pensare a ciò che aveva detto Peter.

Finalmente, per il primo di dicembre, Louis potè entrare nella sua nuova casa. Era senza pretese, ma dignitosa e confortevole. Il suo piano verticale faceva bella mostra di sé nel piccolo soggiorno, e molti libri erano sparsi per la stanza, dovendo ancora acquistare una libreria abbastanza capiente per contenerli tutti. Si riteneva abbastanza soddisfatto della sistemazione, anche se gli sarebbe mancato Harry.

Era sera, ed il fuoco ardeva nel caminetto, producendo un bel tepore. Louis mise a scaldare la zuppa, tenendo in bilico tra le mani un fascicolo di temi, una penna ed una tazza di the. Aveva sul naso gli occhiali che l'ottico, a Boston, gli aveva consigliato di usare per leggere, di modo che non si sarebbe stancato troppo la vista. L'improvviso bussare alla porta lo colse di sorpresa, ed urlò un "avanti!". Non aveva l'abitudine di chiudersi dentro, come del resto la maggior parte delle famiglie di Colorado Springs. Fece capolino Harry, che subito fece un sorrisetto. Louis si rese conto di indossare gli occhiali, che Harry non gli aveva mai visto addosso.

-Beh? Non lo sai che tra una ventina di giorni compirò ventisette anni?- esclamò.

-Sei provocante- commentò Harry, entrando. Louis alzò un sopracciglio:

-Chi ti ha dato il permesso di prenderti tutta questa confidenza, ragazzino?- lo redarguì, segretamente divertito.

Harry si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò:

-Questo ragazzino è più alto di te...-

Gli cinse la vita con le braccia, e Louis si rilassò contro di lui, portandogli le mani sulla nuca ed appoggiando la guancia sulla sua mandibola, annusando l'odore caro e familiare del ragazzo.

-Ero venuto a dirti una cosa, ma mi hai distratto- affermò Harry.

-Cosa mi volevi dire?-

-Io e mio zio siamo stati convocati a presenziare davanti ad una commissione. L'esercito non si rassegna di essersi fatto sfuggire Avonaco e Piccolo Lupo-

-Come mai Liam non è stato convocato a sua volta?-

-Perché ha acquisito valore agli occhi della cittadinanza, essendosi saputo destreggiare al meglio durante l'epidemia. Washington ritiene che il suo operato sia stata una prova sufficiente per far cadere tutti i sospetti nei suoi confronti-

-Ma non ha senso- obiettò Louis.

-Poco di quello che fa l'esercito ha senso- commentò il ragazzo, andando a togliere dalla stufa la pentola di zuppa, che stava ribollendo.

-Stavi per bruciare tutto. Sei un pessimo casalingo- lo prese in giro.

-Vuoi fermarti a cena?-

-No, grazie. Ora torno a casa-

-Avete mai avuto notizie di Avonaco e di Piccolo Lupo?- Chiese Louis. Era qualche tempo che aveva in mente di fare quella domanda ad Harry.

-No, nessuna notizia. Ci hanno protetti evitando di prendere contatto con noi. Mi manca Piccolo Lupo- rispose Harry.

-Lo so. Quando arriverà la commissione?-

-Domani arriverà l'esercito, e nei prossimi giorni verrà convocata la commissione. Mi accompagnerai, per favore?-

-Certo, amore. Verrò con te-

Harry lo salutò con un sorriso ed un bacio a fior di labbra, e si congedò.


Purtroppo per Harry, tra i soldati sopraggiunti a Colorado Springs, c'era anche Samuel Smith.

Il giovane soldato fece la sua comparsa in panificio l'indomani mattina, trovandovi soltanto Tyler.

-Ehi, tu! Dov'è Styles?- Lo apostrofò, con tono arrogante.

Tyler, che col passare delle settimane si era affezionato profondamente ad Harry, dopo che questi lo aveva aiutato col suo problema, non si fece intimorire dai toni dell'ufficiale.

-Harry è a fare le consegne- rispose, lapidario. Non abbassò lo sguardo, fissando il soldato fino a che questi non spezzò il contatto con un sorrisetto sprezzante.

-Si è trovato un amichetto- borbottò, facendosi sentire dal garzone mentre si girava per uscire. Tyler lo aveva riconosciuto: era uno dei due che aveva piantonato casa Cox, dando fastidio ad Harry, e si ricordò quello che Harry gli aveva confidato, tempo addietro.

-Sei per caso geloso?- lo apostrofò, facendolo tornare sui suoi passi fino a prenderlo per la pettorina del grembiule:

-Lurido finocchio. Quelli come voi meritano di marcire all'inferno- lo insultò tra i denti.

-Cosa sta succedendo qui?!-

Smith mollò la presa su Tyler, che si lisciò il grembiule.

-Divergenze di opinioni, signor Cox. Sono venuto per darvi questo comunicato- rispose il soldato, sprezzante, e porse un foglio a Peter, che lo guardava con astio.

-Non le permetto di infastidire i miei dipendenti, soldato. La prossima volta, riferirò al suo diretto superiore- lo avvertì Peter, afferrando il foglio. Era la convocazione per l'udienza.

Smith lanciò un'occhiata di fuoco a Tyler, poi fece un cenno a Peter, ed uscì.

-Cosa gli hai detto, per farlo arrabbiare?- Chiese Peter a Tyler.

-Nulla. Ho difeso Harry-

Peter sospirò. Prevedeva grane, su tutti i fronti.

Come neve in settembreWhere stories live. Discover now