Chapter 47.

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"Dove andiamo?" chiesi fingendomi allegro a Louis per spezzare quel silenzio carico di tensione che si era creato in macchina; dal momento in cui ci eravamo confessati quella mancanza Louis non aveva fatto altro che guardare fisso di fronte a sé, di nuovo, e restare in silenzio.

Louis sembrò ridestarsi e tornare in sé, finalmente, per poi dire: "Dove vuoi che ti porti?" con un sorriso che mi rincuorava sinceramente; sorrisi di riflesso al suo sorriso.

Era assurdo che mi chiedesse dove volessi andare nonostante fosse il suo compleanno, stavo per contestare le sue parole quando pensai ad un luogo perfetto.

"Eppure io avrei un luogo, ma vorrei che fosse una sorpresa per te." Dissi io pensieroso.

"Ma non hai la patente!" mi ricordò Louis.

"Già..E se ci pensassi io e tu ti godessi semplicemente la serata?" chiesi io speranzoso.

Louis rise poi tornò a guardarmi: "Si dai, mi fido." Disse infine divertito.

"Anche io.." -dissi in tono serio prima di scappare fuori dalla macchina tutto eccitato- "tu aspetta qui, devo fare una telefonata!"

Scesi dalla macchina e mi allontanai di qualche passo da essa in modo da non farmi sentire da Louis, estrassi il telefono dalla tasca ed optai per chiamare il servizio di taxi 'uber', l'unico che conoscessi, e mi accordai sugli orari; durante la chiamata però mi accorsi di due occhi vispi che mi spiavano così mi voltai verso la macchina fingendomi infastidito e puntai due dita prima verso i miei occhi per poi puntare un solo dito verso Louis, mi sciolsi in una grassa risata subito dopo aver fatto ciò, lo stesso face Louis.

Chiusi la chiamata e mi diressi verso la portiera del lato d Louis, gli feci cenno di scendere con le chiavi e, una volta sceso, gli strappai le chiavi di mano e chiusi la macchina.

Louis rise.

"Ma cosa fai?" domandò.

"Levati dalla strada e mettiti qui sul marciapiede, stasera ti prendo io in custodia." Dissi io troppo euforico.

"Ah, quindi mi prendi tu?" chiese sogghignando Louis.

"Esatto." Risposi ingenuamente senza essermi accorgermi del doppio senso. Arrossii subito dopo e guardai sottecchi Louis che, una volta incrociato il mio sguardo, si lasciò andare ad una risata di cuore, seguito da me.

Mi mancavano quei momenti di complicità, quei momenti in cui anche la battuta più squallida era in grado di scatenare la nostra ilarità. Mi riempiva il cuore di gioia il fatto che, dopo molto tempo, stessi facendo qualcosa di speciale io per Louis, e non il contrario; tutto ciò che avevo rimproverato a Louis, in realtà, non erano altro che le mancanze di cui io ero stato fautore, e mi dispiaceva da morire avergli detto quelle parole così dure che non pensavo realmente, speravo di poter rimediare.

Una volta arrivato il taxi ed aver dato l'indirizzo segreto all'autista, chiesi a Louis di chiudere gli occhi per non vedere il luogo da me scelto.

"E' inutile Harry, non c'è verso, resterò con gli occhi spalancati per tuuutto il viaggio." Disse capricciosamente Louis.

"Dai! Voglio farti una sorpresa!" insistetti io dopo l'ennesima risposta negativa.

"Pensa tu a coprirgli gli occhi." Disse l'autista che, dopo un'iniziale breve presentazione aveva affermato di chiamarsi Ed.

"Ottima idea! Grazie!" dissi io entusiasta della cosa; attirai Louis vicino a me e gli posizionai un braccio proprio sugli occhi.

"Adesso non ti ribelli più?" chiesi io beffardo sapendo che, essendo molto più resistente di lui, provare a scappare non avrebbe avuto senso.

"Non credo possa cambiare molto." Disse lui quieto abbandonandosi definitivamente a me.

"Signori, siete arrivati." -annunciò Ed- "Per il ritorno mi trovate sempre qui, buon divertimento." Ci augurò infine con un sorriso sincero.

Salutammo, ed io, sempre tenendo il braccio attorno alla faccia di Louis, mi diressi verso quei pochi metri che mancavano all'effettivo luogo da me scelto.

L'aria era magica per davvero, c'era gente sparsa un po' ovunque quella sera e sembravano tutti così felici, così pieni di gioia che mi sentii bene; le luci natalizie dei negozi illuminavano la piazza ed i loro decori davano colore ad ogni angolo ed ad ogni via. Ero così emozionato, così sereno che pensai di non riuscire nemmeno a parlare per colpa del magone in gola. Con calma posizionai Louis di spalle al monumento che più di tutti mi legava a quella città, a quella quasi relazione. Lasciai Louis libero di guardare e di scoprire il perché di quel posto.

Louis si guardò intorno estasiato, proprio come uno dei tanti bambini in giro quella serie, poi, quasi di colpo, si girò.

"Il..London Eye." Disse estasiato con gli occhi carichi di magia. Sorrisi perché aveva capito.

"Sai perché di tutti i luoghi bellissimi che ci sono a Londra, ti ho portato qui?" chiesi con la voce tremante.

Louis ridacchiò e scosse il capo: "Potrei avere un'idea ma dimmi."

"Questo è il posto al quale sono più affezionato, specie se c'è un'aria del genere" -dissi guardandomi incontro ancora una volta- "Questo è il luogo dove tutto è cominciato, se non contiamo l'Irish pub di Niall." Dissi ridendo, Louis rise a sua volta e continuò a gaurdarmi.

"Tutte quelle cose che ti ho detto, tutto ciò di cui ti ho accusato..Volevo chiederti scusa perché non le pensavo realmente, ero solo troppo arrabbiato, avrei dovuto pensarci prima. Io ti ho perdonato molto tempo prima di quanto voglia ammettere perché ci tengo a te e credo in noi, ci credo davvero tanto.." dissi facendo vedere le due fedi che ancora portavo al collo.

"Ultimamente abbiamo fatto un sacco di sbagli, davvero troppi, ma non è mai tardi per ricominciare, non per me almeno, io potrei accantonare tutto e fare tutto da capo. E credimi se ti dico che ci tengo davvero tanto a te anche se te lo dimostro poco e male, ma sappi che sei sempre nei miei pensieri, anche nelle situazioni più disparate io penso a te." Dissi.

"Ricordo il tuo messaggio vocale." Ruppe il silenzio nel quale si era celato Louis, ridacchiando.

"Che messaggio vocale?" domandai io non ricordandone alcuno.

"Tieni, ascolta" rispose Louis passandomi il telefono; restai sbalordito, non ricordavo di aver mandato quella nota vocale mentre, ubriaco, ero appena tornato dalla festa con Liam e Niall. Gli restituii il cellulare.

"L'hai conservata." Sottolineai io.

"Si." Ammise lui. Lo guardai come a volere sentire il suo parere, o almeno una sua risposta.

"Saresti disposto a ricominciare?" chiese Louis.

Annuii sicuro di me: "Anche domani stesso." Affermai con tono serio.

"Alle quattro qui, sotto il London Eye allora." Disse lui con gli occhi lucidi.

"Alle quattro sotto il London Eye." Ripetei io, proprio come la prima volta.

"Adesso però decidi tu cosa fare" dissi io scherzando.

"Andiamo a mangiare dai." Rispose Louis trascinandomi verso un locale nel quale non ero mai entrato.


Una notte. (Larry Stylinson)Where stories live. Discover now